Vita migliore
- Autore: Nikola P. Savic
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2014
“I loro vecchi sono diversi dai miei. Si vestono in modo diverso, le loro facce sembrano spigoli di marciapiede, non hanno le case piene di libri e non hanno i quadri appesi ai muri”.
Vita migliore di Nikola P. Savic (Bompiani, 2014), vincitore di Masterpiece, il primo talent letterario della televisione italiana, è un romanzo insolito e avvincente.
Fortemente autobiografico, è ambientato tra Belgrado e Venezia negli anni Ottanta. Il protagonista Deki, io narrante, all’inizio della storia ha dodici anni e mezzo, vive nel 62° quartiere nord della nuova Belgrado, in un appartamento all’interno di un casermone grigio, tra i tanti uguali, costruito nel periodo del regime di Tito. Deki è un ragazzino sveglio, frequenta la prima media con il massimo dei voti, è allevato “secondo i libri migliori dei migliori psicologi del mondo” ed è cresciuto in una famiglia della media borghesia jugoslava, di origine serba diversa da quella dei suoi amici:
- il padre Savche fa l’ingegnere e colleziona quadri,
- la madre Sve è una dentista che ama il teatro,
- il fratellino Bane è il cocco di casa,
- la nonna Lea parla in maniera manierata e ha insegnato per molti anni alle scuole superiori.
I tre famigliari più grandi sono ben rappresentati in un quadro, una natura morta metafisica, dove la Sve sembra una mela, l’ingegnere una bottiglia, la nonna un “maledetto vampiro” . Intorno a Deki una variegata umanità di amici di scuola e di gioco, Z e Scabbia, Mihailo, Piccolo Sale, Ivana e soprattutto Milena.
La vita di Deki cambia quando il padre è trasferito per lavoro in provincia di Venezia, a Mira, in mezzo alla campagna, circondato da giardini e da alberi e dove i vicini ti salutano e ti sorridono. Da una città cosmopolita, - l’autore nel secondo capitolo ci descrive la sua classe, attraverso le parole della maestra che non riesce a far comprendere a dei ragazzini dodicenni appartenenti a diverse nazionalità ma cresciuti insieme la differenza tra serbi, macedoni, sloveni, bosniaci, musulmani, - a un paesino in mezzo alla campagna. Il passaggio per quanto programmato e annunciato dalla madre con parole dolci e confortanti è traumatico a tal punto che, a Mira, Deki si sentirà sempre uno straniero, un migrante e somatizzerà questo suo sentire, non riuscendo a dormire bene e riempiendosi di forfora i bellissimi capelli. La nostalgia per la sua patria è tanta che Deki tornerà a Belgrado alcuni anni dopo, ma non la riconoscerà più: la guerra civile l’ha distrutta, l’ha cambiata. Deki, e in parte anche la sua famiglia, perde il concetto di appartenenza a una comunità: anche se in Italia trova una Vita migliore, non riesce a percepire più la sua identità e vive con un profondo senso di smarrimento.
Nel romanzo s’inseriscono pagine della storia dell’ex Jugoslavia che riguardano le radici della famiglia di Deki, come il ritratto del nonno montenegrino di Uros, con il fez rosso in testa e i baffi lunghi fino al petto o gli eventi della nazione Juogoslavia come il ritratto ironico del Maresciallo Josip Broz Tito che prepara la battuta di caccia per Ceausescu in visita ufficiale. Le pagine più emozionanti sono però quelle sull’amicizia, sulla sua famiglia e sulla descrizione di una Belgrado ancora non toccata dai conflitti etnici.
Romanzo di formazione, arricchito da una bella storia d’amore, con un finale a sorpresa, Vita migliore ha la qualità di comunicare ironia, emozioni, sorpresa, il tutto narrato con una prosa lineare, asciutta, ma ricca di musicalità balcanica, che ti fa ballare, riflettere, stupire e divertire. Leggendo Nikola Savic ascolti Goran Bregovic.
Vita migliore
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Ho avuto il dispiacere di leggere questo libro.
Faccio il correttore di bozze, di "romanzi" come questi ne leggo molti, troppi. Sarei generoso a criticare questo lavoro, per farlo mi farei pagare.
Un consiglio ai lettori? Leggete altro.