Voglio vivere una volta sola
- Autore: Francesco Carofiglio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2014
Chi non vorrebbe avere una figlia come Violette, protagonista di “Voglio vivere una volta sola” (Piemme, 2014) di Francesco Carofiglio? Lei è graziosa, dolce, delicata, amata e fortemente voluta da tutti. Vive in una famiglia agiata con mamma Emma, papà Léonard e i fratelli Jean e Augustin. Papà desiderava tanto una figlia femmina, mamma sognava una ragazza in famiglia e i due fratelli volevano una sorellina per dirimere le loro piccole grandi questioni. Ognuno ha un rapporto intimo, particolare con Violette che così racconta:
“Ho vissuto accanto ai miei genitori, ai miei fratelli e giocato, chiacchierato, pettinato i capelli, ascoltato le loro confidenze. Confidenze silenziose, ascoltate, sussurrate. Il piccolo segreto è che nessuno di loro sa che io parlo con gli altri.”
Mamma, naturalmente, è la prima a venire a contatto con Violette. Lei le è sempre accanto da quando Emma si accorge di attendere il primo maschietto, Jean, e le tiene compagnia, oltre che per la gravidanza, anche per i mesi successivi, quando il fratellino piange a più non posso. Anche papà assapora la presenza della dolcissima figlia soprattutto dal momento in cui il piccolo adorato Jean si rivela piuttosto pestifero.
E’ Violette a portare dolcezza nelle serate in famiglia, nelle uscite con mamma a Villa Borghese e a Villa Giulia perché in quel periodo la famiglia risiede a Roma ove papà ha un incarico all’ambasciata. Le passeggiate pomeridiane sono per mamma e Violette una vera boccata d’ossigeno: mamma si sente più libera e legge alla figlia pagine del suo diario, pensieri e confidenze che nessuno conosce. La bambina porta la serenità ovunque con mille strategie. E’ lei a convincere mamma ad accogliere Javert, giovane pastore tedesco abbandonato che rallegrerà la casa.
Ecco, intanto, aggiungersi alla famiglia il secondo fratello maschio, Augustin, un vero bambinone il cui arrivo cambia ulteriormente la vita dei protagonisti. Violette, spesso, però, si rifugia nel suo mondo, guarda le ombre e vola con la fantasia. La famiglia cambia più volte città, causa gli incarichi di papà. E’ il momento del trasferimento a Parigi e anche lì la vita è bella. Violette si fa più graziosa, ama indossare abiti azzurri che tanto s’intonano con i suoi occhi celesti, così diversi da quelli scuri dei fratelli. Anch’essi amano la sorella e con lei condividono tante cose, perfino le birichinate!
Violette trascorre molto tempo anche in solitudine: le piace, per esempio, guardare e contare tutti i libri della biblioteca del salone “tremilaottocentosettantotto, per l’esattezza”, oppure entrare nel negozio di giocattoli per ammirare i trenini elettrici perché a lei, seppur così femminile, le bambole non erano mai piaciute.
Come per ognuno, il tempo passa e i ragazzi si fanno grandi. Violette è lì accanto a loro nei più diversi momenti e negli indimenticabili piccoli, grandi episodi della routine quotidiana. Il primo a cambiare, in famiglia, è anche il più grande, Jean che cresce in età e in bellezza. Violette, accanto a mamma, lo osserva e per la prima volta pensa che la loro infanzia meravigliosa stia cominciando a svanire. Sentimenti nuovi l’accomunano a mamma: un senso di smarrimento, una melanconia per i momenti dorati trascorsi insieme. Violette vive e respira l’atmosfera di famiglia, tutto osserva, tanto coglie. Anche lo strano biglietto con quella dolce frase trovato nell’armadio di mamma e papà la insospettisce. Sì, ormai qualcosa, forse molto è cambiato ma l’unica a mantenere lo stesso aspetto è proprio la protagonista del romanzo che, pur con il passare degli anni, agli occhi di tutti è sempre la stessa. Lei, però, si fa più triste poiché, pian piano, molti sogni s’infrangono.
“La casa di Rue Minimes in quel momento smise di essere la casa della nostra famiglia. Diventò una casa e basta, prima appartenuta ad altri ancora. Io non sono un angelo. Non volo, non sono capace. Mi muovo per le strade di pioggia e mi bagno. Non ricordo altre vite. Solo questa, la nostra vita.”
Viene il momento in cui molto cambia. Le persone prendono strade diverse. Violette è lì, graziosa, simile a mamma cui rimane sempre vicina. La protagonista fa tutte le esperienze della vita compresa quella del dolore che emerge profondo e cocente nel chiudersi del romanzo.
Ognuno, infine, prende la propria strada, alcune raggiungibili, altre no perché non di questo mondo. E Violette? Che ne sarà di lei? Violette ora è libera perché è fatta di pensieri, è fatta del desiderio che ognuno di noi ha di aver accanto una persona che corrisponda ai propri desideri. Ciao Violette, ora non sei più vincolata agli altri. Tutti sono cresciuti e non hanno più bisogno d’un sogno.
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