Voi non la conoscete
- Autore: Cristina Comencini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2014
Nadia è in carcere per una rapina, ma non si sa bene perché, cosa sia scattato. Una vita attraversata dall’odio per la madre può essere una risposta, ma non è sufficiente.
Cristina Comencini legge nel cuore delle donne e in questo romanzo breve si sforza di capire Nadia, una moglie, una figlia e una donna. Nadia si è persa, ha cominciato a frequentare due ventenni che la fanno sentire viva, ma con loro non combina niente di buono. Per una manciata di ore si dimentica di quanto sia gravoso il suo dovere coniugale, ovvero fare l’amore con il marito: prova schifo per il proprio corpo e per quello di lui, non lo ama, lo subisce.
Nadia ha anche perso un fratello, il prediletto della madre, a lei non è rimasto niente, solo una vita apparentemente "normale".
"Nella mia vita fuori dal carcere c’erano ore senza razionalità, moderazione, amore, investite all’improvviso da furia e rabbia, tempeste d’odio.... Certi giorni, quando tornavo a casa, mi fermavo al palo dell’autobus, respiravo senza fiato, cercavo di calmare il battito del cuore. L’ordine delle ore, il lavoro, i figli, il marito, tutto distrutto da un fuoco di cui non sapevo nulla".
Nadia racconta queste considerazioni allo psicologo del carcere, un uomo bello, sereno, che, in un’altra vita, forse la donna avrebbe amato.
Poi ci sono le "amiche" di cella, i giorni di visita, forse tra tre anni sarà fuori, ma è durissima.
Cristina Comencini trasforma Nadia, non la svilisce, non la tratta da carcerata. Quando si confida con lo psicologo racconta di passato, di disamore, del rapporto tremendo con la madre. Sembrerebbe una seduta di terapia di una persona libera come ce ne sono a migliaia e questo scelta stilistica può anche spiazzare, perché stilisticamente l’autrice non scrive dei problemi delle carceri, sovraffollamento, mancanza di privacy. Non è una sociologa.
Così, anche il rapporto pessimo con la madre sembra esserlo sempre stato, non perché lei sta scontando una pena.
Le parole sulla madre sono d’infinita malinconia:
"La madre ha smesso di essere bella, la faccia è piena di solchi, è pallida e magra, i capelli bianchi, solo gli occhi blu ti trapassano da parte a parte.. sussurra Nadia. Potrei dirle che Nadia è sparita, ha mancato l’occasione di incontrarla, ha fatto passare troppo tempo".
Un libro denso, bello, indispensabile.
Voi non la conoscete (I narratori)
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