Antoine de Saint-Exupéry , il ragazzo del cielo, il cui nome rievoca irraggiungibili altezze. Lo scrittore-aviatore si perse tra le stelle come il suo Piccolo principe un anno dopo la pubblicazione del libro-capolavoro che gli avrebbe garantito fama imperitura. La sua misteriosa scomparsa, il 31 luglio del 1944, contribuì ad alimentare il suo mito di “Poeta del Cielo”, tanto che ancora oggi i lettori si domandano se abbia mai incontrato, lassù nell’infinito spazio siderale, il bambino dell’asteroide B612.
Oggi tutti ricordano Antoine de Saint-Exupéry come l’autore del Piccolo principe, ma in realtà fu uno scrittore prolifico dalla produzione letteraria vasta e diversificata. Un personaggio in particolare, tra quelli da lui creati, gli assomiglia forse più dello strano bambino che immagina di aver incontrato nel deserto; si tratta dell’aviatore Fabien, protagonista di Volo di notte (1931). Nella parabola di Fabien ritroviamo il riflesso forse più vero di Antoine: la sua passione sfrenata per il volo, il mondo ancora pionieristico dell’aviazione negli anni Trenta, il desiderio sfrenato di superare il limite.
Con Volo di notte, pubblicato con la prestigiosa prefazione di André Gide, Antoine de Saint-Exupéry vinse il Prix Femina nel 1931, ma l’autore non poteva immaginare che quell’opera - su cui lavorò alacremente per tre anni tra scritture e riscritture - sarebbe diventata un presagio del suo triste destino. Attraverso il personaggio di Fabien, l’autore dimostrava che all’epoca ogni pilota, in fondo, era consapevole di rischiare la vita ma ciononostante fosse determinato ad andare fino in fondo alla paura, a sfidare il buio della notte sino allo spegnimento dell’ultima stella.
Proprio questo libro, Volo di notte (Bompiani, 2020, traduzione di Cesare Giardini), ha ispirato la biografia romanzata di Saint-Exupéry, Rubare la notte (Mondadori, 2023) di Romana Petri, ora finalista alla 77esima edizione del Premio Strega.
Scopriamo la trama del romanzo sconosciuto di Antoine Saint-Exupéry e alcune analogie con la vita dello scrittore.
“Volo di notte” di Antoine de Saint-Exupéry: la trama
Link affiliato
Il protagonista di questo libro, Fabien, è un pilota proprio come Antoine de Saint-Exupéry . Anche lo scrittore, nato il 29 giugno del 1900, viaggiava a bordo di piccoli aerei per portare la posta da un punto all’altro del Sud America e, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, divenne pilota militare.
Nell’avventura di Fabien, un aviatore-corriere negli anni Trenta, riviviamo di riflesso il destino di Antoine. Lo scrittore del Piccolo Principe in questa storia racconta, in un crescendo di pathos, quella che sarebbe stata anche la sua fine con una lucidità talmente limpida da far venire i brividi. Volo di notte narra a tutti gli effetti una sconfitta sicura, ma nello svolgimento di questa storia drammatica compone anche un grande elogio agli aviatori negli anni Trenta del Novecento, che erano dei pionieri, uomini coraggiosi e temerari che nutrivano un autentico sprezzo del pericolo. I “voli di notte”, in particolare, erano rischiosissimi considerata la scarsa strumentazione tecnica dell’epoca; ma spesso venivano sfruttati dalle compagnie per accelerare le spedizioni e le consegne necessarie.
Il romanzo si apre con un’inedita visione aerea che riflette lo sguardo di Saint-Exupéry, grande conoscitore delle altezze. Così l’autore era abituato a vedere il mondo, dall’alto del suo velivolo, seguendo i segnali offerti dalle stelle:
Sotto l’aeroplano, le colline scavavano già il loro solco d’ombra nell’oro della sera. Le pianure si facevano luminose, ma di una inconsumabile luce: in quelle regioni esse non finiscono mai di restituire il loro oro, così come dopo l’inverno non finiscono mai di restituire la loro neve.
Un uragano improvviso scuote il biplano su cui viaggia Fabien, portandolo fuori rotta. Il pilota mantiene i collegamenti radio con il direttore Rivière che lo segue da terra in uno stato di angoscia crescente. I messaggi tra i due si fanno sempre più difficili, mentre il carburante comincia a scarseggiare. Il destino di Fabien sembra segnato, eppure lui è determinato a non demordere, a non fermarsi, a continuare il suo viaggio, sorretto da quel misto di meraviglia e orrore che caratterizza ogni spedizione nei cieli.
Il breve romanzo di Saint Exupéry non esamina solo le emozioni del suo protagonista, perso nel cielo mentre “nubi pesanti spegnevano le stelle”, ma soprattutto lo stato d’animo e l’impotenza di chi rimane a terra. Viene scandagliata la paura di Jacques Rivière, che segue l’evolversi drammatico della situazione attraverso i contatti radio, e l’angoscia della giovane moglie di Fabien che, ora dopo ora, è sempre più certa della perdita di ogni speranza. In un crescendo di dialoghi e di scarne descrizioni viene analizzato ciò che distingue il concetto di “vittoria” da quello di “disfatta”, qual è il senso del limite - sempre che ne esista uno - e il rovescio della medaglia del mito del progresso.
Alla fine la sorte di Fabien rimane avvolta nel mistero, nonostante ogni presagio lasci intuire una fine disastrosa. Curioso anche questo punto di incontro tra la trama della vita del personaggio e quella del suo autore: entrambi svaniti trale stelle, senza fare ritorno, accomunati dalla medesima inspiegabile sparizione.
“Volo di notte” e la vita di Antoine de Saint-Exupéry
Volo di notte è un romanzo breve ma tutto incentrato sulla voce straordinaria del suo autore. Antoine de Saint-Exupéry vi lavorò ininterrottamente per tre anni, scrivendo e riscrivendo senza sosta, leggendo i passaggi che considerava fondamentali agli amici durante lunghe serate, per poi aggiustarli e ricalibrarli sul giusto tono. Ne risulta una narrazione scarna, asciutta, dura, tutta basata su un crescendo di tensione e climax.
Nella figura dell’aviatore Fabien smarrito in una tempesta dei cieli, avvolto in un’oscurità impenetrabile, possiamo cogliere un presagio degli ultimi istanti di vita di Antoine de Saint-Exupéry.
Quest’attimo estremo del volo in solitaria ricorda una bella canzone di Ivano Fossati, Lindbergh, dedicata a un altro grande aviatore, Charles Lindbergh, colui che per primo sorvolò l’Atlantico in solitaria.
La canzone di Fossati si conclude con una promessa che sembra farsi riflesso del cammino della vita mortale. L’aviatore è determinato a sfidare la sorte, la paura della notte e della vertigine, a inseguire fino in fondo la rotta da lui stabilita sino alla sua ineluttabile fine. Siamo tutti aviatori, in fondo, capitani della nostra anima, chiamati a destreggiarci attraverso le tenebre dell’esistenza all’inseguimento di una luce che è il nostro destino.
Dal mio piccolo aereo
di stelle io ne vedo
seguo i loro segnali
e mostro le mie insegne
la voglio fare tutta questa strada
fino al punto esatto
in cui si spegne.
Anche Antoine de Saint-Exupéry, come il suo alter ego Fabien, era stato fedele al proprio proposito. A volte gli intrecci tra letteratura e vita sanno essere imprevedibili, diventano capaci di mostrarci la realtà sotto una prospettiva inedita, svelandone addirittura i misteri più occulti.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Volo di notte” di Antoine de Saint-Exupéry: il libro sconosciuto dell’autore del Piccolo Principe
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo News Libri Antoine de Saint-Exupéry Bompiani Libri da leggere e regalare
Lascia il tuo commento