Weyward di Emilia Hart

Weyward è il romanzo d’esordio della scrittrice anglo – australiana Emilia Hart. Il libro è stato subito un grande successo e a luglio del 2023 è pubblicato in lingua italiana dalla casa editrice Fazi con la traduzione di Enrica Budetta.
Tre donne, tre generazioni femminili lottano contro il patriarcato in questo romanzo .
Chi sono le donne Weyward? Le Weyward sono caratterizzate da un forte legame con la natura come si legge nelle pagine dedicate ad una delle tre protagoniste del romanzo

Avevo la natura nel cuore mi disse. Come lei e come sua madre prima di lei. C’era qualcosa in noi – le donne Weyward – che ci teneva legate al mondo naturale. Lo sentiamo, continuò, proprio come sentiamo la rabbia, il dolore la gioia. Gli animali, gli uccelli , le piante ci lasciano entrare riconoscendoci come simili. Ecco perché le radici e le foglie si piegano così facilmente sotto le nostre dita, per creare tonici che portano conforto e guarigione. Ecco perché gli animali accolgono il nostro abbraccio. Perché i corvi – quelli che recano il segno – vegliano su di noi ed eseguono i nostri ordini , perché il contatto con loro potenzia le nostre abilità.

Queste sono le parole vergate da Altha, la più lontana nel tempo fra le Weyward del romanzo. Lei narra le sue vicende in prima persona e, pur essendo collocata tale narrazione poco dopo l’inizio del 1600, la storia è anche messa per iscritto dalla donna stessa che aveva imparato a leggere attraverso gli insegnamenti della propria madre. Anche quest’ultima era una Weyward e, come tutte le donne di questa famiglia aveva il destino di partorire una femmina come primogenita. Lei aveva donato quindi ad Altha le sue capacità e le sue conoscenze che, per quei secoli però, venivano da molti aspramente considerate e portavano a errati giudizi di tali donne, conducendole anche in tribunale.

Ritroviamo una Weyward centinaia di anni dopo, precisamente negli anni Quaranta. Lei è Violet Ayres che vive con il nobile padre e il fratello nella bella tenuta di Orton Hall ma che soffre per la mancanza della madre relativamente alla quale il padre non le dona ricordi. Chi era colei che le ha dato la vita, come è morta e perché? Elizabeth Weyward Ayres era scomparsa quando Violet era troppo piccola per capire ed inoltre la figlia era cresciuta protetta dalla presenza dei domestici, in particolare di Tata Metcalfe.
Violet si ritrova sotto il costante controllo del padre e poi diviene vittima d’un’altra presenza maschile che le ruba momenti di giovinezza così preziosi da cambiarle la vita.
Ci vorrà un lungo percorso nel tempo per ritrovare le origini della madre e soprattutto riprendere il contatto con la natura, un amore per quanto sta intorno mai in realtà sopito nel cuore di Violet.

Eccoci giunti ai giorni nostri: Kate è la terza donna su cui s’incentra la narrazione. Lei è vittima del suo violento fidanzato e, incinta, fugge da lui , rifugiandosi nel cottage ricevuto in eredità della prozia Violet. Kate è una giovane donna ferita fisicamente e psicologicamente, non vorrebbe neppure portare a termine la gravidanza ma il destino fortunatamente decide diversamente per lei. Il vecchio cottage, il giardino, le stanze ricchi di ricordi e scritti preziosi fanno di Kate un’altra donna, più coraggiosa, una vera Weyward pronta così a dar luce anche lei ad una piccola figlia.

Weyward si legge d’un fiato perché le vicende che magistralmente s’intersecano fra loro sono realmente avvincenti e alcune scene sono così realistiche che paiono tratte dal set di un film. Le tematiche dominanti sono quelle del patriarcato e del maschilismo limitante l’agire femminile nel dipanarsi dei secoli. Questa è una storia, ahimè, in cui non ci sono principi azzurri e le donne sono considerate spesso streghe, appellativo dovuto a credenze assai antiche.
Nel romanzo il femminile viene molto rivalutato e gesti o atteggiamenti inconsueti da parte delle donne sono soltanto il modo per agire in libertà e con positivi sentimenti nei confronti del prossimo.
Combinando elementi di narrativa e realismo magico, l’autrice Emilia Hart, al suo esordio narrativo in Weyward intreccia sapientemente i diversi fili della storia e crea una narrazione avvincente che non sottolinea solo il fatto che le donne siano state per secoli vittime, e tuttora purtroppo talvolta lo siano ancora, ma descrive anche la magia e l’incanto della natura, viva , palpitante, spesso inascoltata.