Il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, intesa come sorgente di vita e filo conduttore dell’esistenza umana. L’acqua è un bene prezioso e il World Water Day, istituito dalle Nazioni Unite nel 1993, sottolinea l’importanza di preservarla e renderla accessibile a tutti gli esseri umani in ogni parte del mondo.
L’acqua nella poesia di Emily Dickinson
L’acqua è un tema ricorrente nei versi della poetessa americana Emily Dickinson. Dickinson spesso scrive dell’acqua per esprimere il bisogno, la necessità, ovvero la sete che indica la “mancanza di tutto che cura della mancanza delle cose minori” come scrive Nadia Fusini.
Nella poesia dell’autrice di Amherst l’acqua ritorna in molteplici rappresentazioni: è pozzo, gocciolio, mare, fiume, ruscello, pioggia bramata nell’aridità del deserto e, infine, il naufragio inevitabile della morte. Spesso il mare nell’opera dickinsoniana rimanda alla divinità e al mistero dell’immortalità, ma l’acqua in sé richiama l’interiorità dell’Io, il mistero insondabile dell’anima. L’acqua è fluida, tumultuosa, incostante come la psiche ed Emily è invincibilmente attratta dal suo mistero.
Ricordiamo, in particolare, una poesia dal titolo emblematico L’acqua, la insegna la sete che ne riprende l’incipit perentorio. Colpisce soprattutto l’uso passivo del verbo insegnare riferimento all’acqua: come può un elemento insegnare qualcosa? Dickinson ce lo spiega in modo curioso attraverso una breve lirica che procede per enumerazioni ed antitesi.
La poesia, che in originale è titolata Water, is taught by thirst (letteralmente l’acqua è insegnata dalla sete, Ndr), fu pubblicata per la prima volta nel 1859 all’interno della raccolta di versi Silenzi edita dopo la morte dell’autrice.
Nei versi di Dickinson l’acqua diventa simbolo di sete e, di riflesso, metafora di vita.
Scopriamo il testo originale, la traduzione, analisi e significato della poesia.
L’acqua la insegna la sete di Emily Dickinson: testo originale
Water, is taught by thirst.
Land-by the Oceans passed.
Transport-by throe-
Peace-by its battles told-
Love, by Memorial Mold-
Birds, by the Snow.
L’acqua la insegna la sete di Emily Dickinson: testo
L’acqua, la insegna la sete.
La terra – gli oceani trascorsi.
Lo slancio – l’angoscia –
La pace – la raccontano le battaglie –
L’amore, i tumuli della memoria –
Gli uccelli, la neve.
L’acqua la insegna la sete di Emily Dickinson: analisi e significato
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Il messaggio implicito contenuto nei versi di Emily Dickinson è che non potremo mai comprendere veramente qualcosa senza aver sperimentato il suo opposto. L’acqua infatti viene insegnata dalla sete, dunque dalla sua necessità. Allo stesso modo, spiega la poetessa con una similitudine, non possiamo comprendere la felicità senza aver imparato il dolore.
È il desiderio inappagato che ci rivela l’importanza di ciò che ci manca. I primi quattro versi sono infatti una successione di antitesi semantiche: ogni elemento si abbina al suo opposto, dunque la terra agli oceani, lo slancio dell’estasi all’angoscia, la pace si affianca al violento strepito delle battaglie.
Via via che il canto procede le coppie di opposti si fanno più astratte, non sono più mediate dalla lingua, ma dall’arte della retorica.
L’accostamento dell’amore alla memoria è peculiare: poiché l’amore sfugge alle regole e dunque non può essere insegnato dal suo contrario che è l’odio, ma viene insegnato dal “ricordo”. Nel testo originale Dickinson cita un cimitero, il Memorial Mold (un terreno commemorativo, Ndr) e sembra sottintendere che non si capisce quanto si è amato qualcuno finché quest’ultimo non se n’è andato, finché non l’abbiamo perduto e allora il suo ricordo si va vivo e intenso in noi come una presenza invisibile.
Nell’ultimo enigmatico verso “gli uccelli, la neve” Dickinson riprende lo stesso tema del ricordo espresso nella frase precedente: non capirete gli uccelli e la bellezza dei loro canti finché non ne sarete privati dall’arrivo del gelo. Non potrete cogliere dunque il trionfo della primavera se non sarete sopraffatti dal freddo paralizzante dell’inverno.
L’acqua la insegna la sete è una lirica che procede per sottrazione: il vero valore delle cose viene rivelato dalla loro mancanza, l’assenza, il bisogno si fa veicolo supremo della conoscenza.
Per vivere pienamente, dice Dickinson, dobbiamo sperimentare il fuoco e il ghiaccio, la sete e la sazietà, l’inverno gelido e l’estate afosa, in sintesi: cogliere il brivido istantaneo dell’emozione che si presenta nella sua urgenza impellente, che ci travolge con violenza dopo che abbiamo provato la privazione e lo smarrimento.
L’acqua la insegna la sete di Emily Dickinson: significato
Dickinson sembra dipingere un quadro con delicate pennellate, in una serie di immagini ci mostra il magnifico paradosso dell’errare umano.
Parte, non a caso, proprio dall’acqua che si fa significativamente metafora di vita. L’acqua comporta necessariamente il bisogno di abbeverarsi, la sete, tuttavia è anche sorgente di vita primordiale, l’elemento che ci ha generati.
Quel primo verso che non a caso dà il titolo alla poesia “L’acqua, la insegna la sete” è senza dubbio il più incisivo perché è quello che possiamo cogliere in tutta la sua fisicità, non come desiderio astratto (la poesia sembra salire in un climax ascendente per grado di astrattezza, Ndr), ma come bisogno necessario e strettamente umano.
Per noi uomini l’acqua rappresenta la sete: l’acqua è la risposta alla nostra sete e la poetessa si serve proprio di questa sensazione, di questa urgenza, per mostrarci in modo limpido e cristallino una metafora delle forze speculari che governano la vita.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “L’acqua la insegna la sete”: testo e analisi della poesia di Emily Dickinson
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