Settantotto anni fa, il 9 febbraio 1944, nasceva Alice Walker, autrice del celebre romanzo Il colore viola (1982), una storia coraggiosa e straziante che per la prima volta tematizzava in letteratura il razzismo e la violenza di genere.
Quel libro avrebbe consacrato Alice Walker nel panorama internazionale, fu tradotto in oltre 25 lingue e vendette più di 5 milioni di copie in tutto il mondo. Nel 1983 Il colore viola fece incetta di premi vincendo sia il Premio Pulitzer per la narrativa che il National Book Award. Walker fu la prima scrittrice afroamericana ad aggiudicarsi entrambi i premi.
Tre anni dopo il regista Steven Spielberg avrebbe portato il libro sul grande schermo, facendone una pellicola di enorme successo con Whoopi Goldberg e Oprah Winfrey. Il film Il colore viola sbancò al botteghino con un incasso di 142 milioni di dollari.
Ma qual è la storia di Alice Walker? Scopriamo chi è l’autrice che alla fine degli anni ’70 ebbe il coraggio di parlare di diritti negati, violenza e dignità umana sconfiggendo, attraverso la penna, il razzismo imperante.
Alice Walker: la vita
Alice Walker è nata il 9 febbraio 1944 a Eatonton, una cittadina della Georgia nel profondo Sud rurale. Era l’ultima degli otto figli di Willie Lee Walker e Minnie Tallulah Walker.
Non ebbe un’infanzia semplice, a causa delle leggi sulla segregazione razziale varate da Jim Crow. I genitori lavoravano come mezzadri per i proprietari terrieri, ma fecero di tutto per assicurare ai figli un’istruzione e un destino diverso.
La piccola Alice fu mandata a scuola a soli quattro anni, con un anno di anticipo rispetto ai suoi coetanei. Si dimostrò una studentessa brillante fin dall’inizio.
All’età di otto anni, Alice fu ferita a un occhio da un colpo di fucile sparato accidentalmente dai fratelli.
I Walker non potevano assicurare alla figlia le cure mediche adeguate e quando finalmente Alice fu visitata da un dottore era già diventata cieca. Sopra l’occhio si era inoltre formato uno spesso strato di tessuto cicatriziale che le creò dei complessi per anni. Le conseguenze dell’incidente resero la bambina estremamente timida e riservata. Si sentiva emarginata dai compagni che la schernivano a causa della cicatrice e divenne sempre più solitaria e introspettiva, dedicandosi alla lettura e alla scrittura di poesie.
Quando aveva quattordici anni i segni della cicatrice furono rimossi tramite un intervento e Alice Walker divenne improvvisamente popolare, tanto da essere nominata reginetta della classe. Ma Alice non dimenticò mai quella cicatrice, le si era impressa profondamente nella mente e nel cuore. Era stata proprio quella cicatrice che l’aveva resa cieca, paradossalmente, a permetterle di vedere realmente, insegnandole un punto di vista che fu all’origine della sua scrittura.
In un’intervista Alice Walker confessò che la cicatrice le aveva permesso di:
Vedere davvero le persone e le cose, notare le relazioni ed essere abbastanza paziente per accorgersi del modo in cui si spengono.
Walker proseguì gli studi e dopo la High School frequentò lo Spelman College di Atlanta nel 1961, per poi trasferirsi al Sarah Lawrence College di New York. Durante gli anni del college scrisse il suo primo libro di poesie.
In quello stesso periodo iniziò anche la sua militanza per i diritti civili, seguendo il suo professore universitario Howard Zinn.
Dopo la laurea Alice lavorò come assistente universitaria e continuò la sua battaglia per i diritti civili combattendo per l’uguaglianza di tutti gli afroamericani e per la parità di diritti tra uomini e donne.
Nel 1967 sposò l’avvocato ebreo Mel Leventhal, formando di fatto la prima coppia di diversa discendenza legalmente sposata del Mississippi. I due ebbero una figlia, Rebecca, e in seguito divorziarono nel 1976.
Negli anni seguenti, Walker si impegnò sempre più nella militanza femminista, legandosi sentimentalmente alla cantautrice Tracy Chapman.
La carriera di scrittrice di Alice Walker
Walker aveva esordito come poetessa nel 1968 con la raccolta di poesie Once: poems e due anni più tardi pubblicò il suo primo romanzo, La terza vita di Grange Copeland. Nel 1976 scrisse anche la raccolta di racconti Meridian in cui parlava della lotta per i diritti civili che in quel periodo infuocava l’opinione pubblica statunitense.
In quegli stessi anni assieme a Gloria Steinem, fu una delle prime editor di Ms.Magazine, una delle riviste femministe più influenti nell’America di quegli anni.
Trasferitasi in California, nel 1982 pubblicò il suo capolavoro Il colore viola, la storia di una giovane donna afroamericana che combatteva contro il razzismo bianco imperante e, al contempo, contro la rigida cultura familiare di stampo patriarcale. Il libro era un urlo di ribellione e un concentrato di poesia scritto con una prosa semplice ed espressiva, in grado di mescolare un’ironia sferzante a una narrazione drammatica.
Il colore viola divenne un best-seller e assicurò ad Alice Walker un posto d’onore tra gli autori contemporanei. Era ormai diventata la scrittrice che ha sconfitto il razzismo a colpi di penna.
Ancora oggi Alice Walker è in prima linea, con i suoi interventi e le sue opere, nella lotta per i diritti civili e la parità di genere. Insieme a Toni Morrison - prima afroamericana a vincere il Nobel per la Letteratura- è considerata la maggiore esponente della Black Women’s Literary Renaissance.
Il colore viola di Alice Walker
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Il colore viola è un romanzo in forma epistolare, ambientato all’inizio del XX secolo. Ripercorre la storia di Celie Harris ed esamina le difficili esperienze di una donna afroamericana in quel periodo storico.
Celie subisce dapprima la violenza del patrigno, e in seguito, quella del marito.Il libro narra il suo doloroso percorso di affermazione personale e liberazione dagli abusi.
Ma Il colore viola è anche la storia di Nettie, sfuggita allo stupro grazie al sacrificio della sorella maggiore Celie. Ed è pure la storia di Shug Avery, prima amante del marito di Celie e poi di Celie stessa, e di Sofia, che quando il marito la picchia, picchia più forte di lui.
La trama del capolavoro di Alice Walker sorprende ancora oggi per la sua modernità.
Quando uscì, nel 1982, Il colore viola scandalizzò il pubblico e ottenne un ampio consenso da parte della critica. Fu apprezzata in particolare la scelta di trattare temi delicati quali il razzismo, la condizione femminile, la violenza, i diritti negati, con una prosa essenziale ed efficace.
Il libro in particolare affidava una nuova centralità alla figura della donna afroamericana, vista non solo come vittima ma come figura capace di affermare il proprio valore di essere umano.
In una recente intervista per “La Lettura” del Corriere della Sera, Alice Walker ha spiegato il titolo del romanzo in questi termini:
Quando osservavo i colori della natura mi sembrava che predominassero il giallo e il rosso. Ma più prestavo attenzione a ciò che mi circondava e più mi rendevo conto che il viola è ovunque. Non lo notiamo subito perché si nasconde facilmente. Ma è sempre stato lì. La stessa cosa accade con la violenza sulle donne: tu pensi che non esista perché si verifica nel privato domestico, lontano dagli occhi. Ma è sempre stata lì.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi è Alice Walker, la scrittrice premio Pulitzer autrice de Il colore viola
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