Il 30 luglio di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale dell’Amicizia. L’International Day of Friendship è stato istituito dall’’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2011, e da oltre dieci anni viene celebrato in tutto il mondo attraverso eventi, manifestazioni e attività ricreative di vario genere. L’amicizia viene definita come “un sentimento nobile e prezioso nella vita degli esseri umani” ed è dunque la base per costruire dialogo, solidarietà tra i popoli e soprattutto il bene necessario e più astratto di tutti: la pace.
Educare le persone all’amicizia è fondamentale soprattutto in una società che sta diventando sempre più competitiva e individualizzata. Viviamo immersi nella nostra social bubble o nella nostra zona di comfort personale, confinati a pratiche e mestieri che inneggiano al profitto e spesso anche alla rivalità. Non vediamo più l’altro come una risorsa ma come un rivale da fronteggiare. Il valore dell’empatia, dell’ascolto, il sollievo offerto da un abbraccio o da una mano tesa dovrebbe invece essere parte della nostra vita quotidiana al pari dei beni materiali o degli obiettivi che ogni giorno rincorriamo con frenesia e costanza.
Volete sapere cos’è l’amicizia? Chiedetelo ai bambini, oppure a Gianni Rodari.
Il grande poeta e pedagogista italiano è riuscito a spiegare un sentimento complesso come l’amicizia con parole semplici e luminose. Rodari presenta il “sentimento nobile dell’animo umano” in contrapposizione con la solitudine, attraverso questo continuo gioco di parallelismi mette in luce differenze e disparità tra le due.
Spiegare una cosa attraverso il suo opposto è spesso il metodo più efficace per renderla comprensibile, perché ci sono parole che possono essere comprese solo se poste in relazione con la loro diretta antitesi. Esisterebbe forse la luce senza il buio? Ed esisterebbe l’amicizia se l’essere umano non provasse la solitudine?
Gianni Rodari si serve degli antichi proverbi, detti popolari ormai entrati a far parte del linguaggio collettivo, e li pone in relazione in un gioco di riflessi vincente per avvalorare la propria tesi che forse ai più cinici non piacerà: si va lontano solo se qualcuno ci prende per mano.
Scopriamo testo e analisi della filastrocca sull’amicizia di Gianni Rodari.
“Amici” di Gianni Rodari: testo
Dice un proverbio dei tempi andati:
“Meglio soli che male accompagnati”.
Io ne so uno più bello assai:
“In compagnia lontano vai”.Dice un proverbio, chissà perché:
“Chi fa da sé fa per tre”.
Da quest’orecchio io non ci sento:
“Chi ha cento amici fa per cento”.Dice un proverbio con la muffa:
“Chi sta solo non fa baruffa”.
Questa, io dico, è una bugia:
“Se siamo in tanti, si fa allegria”.
“Amici” di Gianni Rodari: analisi e commento
Ci sono domande in risposta alle quali, da bambini, avremmo scritto fiumi di parole. Pensate a quei vecchi temi che recavano come traccia “Cos’è l’amicizia” che a scuola affrontavamo con gioia appassionata, certi di avere una conoscenza approfondita dell’argomento. Non c’è sentimento, del resto, che i bambini sappiano spiegare meglio dell’amicizia, perché vi si approcciano con spontaneità e trasporto, è lo stesso respiro delle loro giornate. Poi si cresce e persino la definizione di “amico” diventa soggetta a molteplici contestazioni.
Gianni Rodari mette a tacere tutti - soprattutto la mente complicata e diffidente degli adulti - con una vivace filastrocca che procede per verità assolute. Il poeta e pedagogista pone in contrapposizione i proverbi popolari: ognuno, a modo suo, dice una cosa innegabilmente vera, ma mettendoli a confronto Rodari dimostra che è la solidarietà, l’umanità, il legame con gli altri, ciò che alla fine vince.
Naturalmente quella di Rodari non è un’indagine approfondita sul concetto di amicizia, solo una vivace filastrocca che vuole educare i bambini - e anche i grandi - a stare con gli altri e a voler bene alle persone che li circondano. Perché l’unione fa la forza e Rodari lo dimostra, tesi dopo tesi, con il suo gioco dimostrativo di proverbi. Nell’amicizia c’è compagnia, allegria e reciproco sostegno; una mano che sostiene la tua trasportandoti più lontano. Rodari voleva invitare i suoi piccoli scolari a socializzare e aiutarsi a vicenda perché nella relazione con l’altro sono contenute le cose che ci fanno crescere. Una lezione, questa, che i bambini sanno bene - forse nella loro ingenua disposizione alla fiducia e all’allegria - e che agli adulti ogni tanto non farebbe male ricordare.
Se siamo in tanti si fa allegria.
conclude Gianni Rodari. E proprio in questo concetto è racchiuso il significato chiave dell’amicizia: la compagnia che dà gioia, che rasserena, che offre conforto. Il maestro e poeta liquida l’elogio della solitudine come una bugia, perché in fondo persino nella baruffa, nel confronto e nelle litigate è contenuto un elemento fondamentale della vita: la relazione umana. Tutto ciò che inneggia all’individualismo, all’atto di coltivare soltanto il proprio orticello, è dunque un proverbio con la muffa, un detto antico e ormai superato che faremmo meglio a non ascoltare.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Amici”, la filastrocca sull’amicizia di Gianni Rodari
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