Anatomia sensibile di Andrés Neuman

Rimuovi le imperfezioni con un risultato eccezionale in pochi secondi. Fai sparire in un solo clic gli elementi indesiderati.

Comincia con questa epigrafe tratta dalla campagna promozionale di Adobe Photoshop Anatomia sensibile, libro dello scrittore argentino Andrés Neuman, uscito per SUR (2021) nella traduzione di Silvia Sichel.
In queste 107 pagine Neuman traccia una cartografia del corpo umano ed esplora il rapporto più o meno intimo che abbiamo con esso.

Anatomia sensibile è letteralmente un viaggio dalla testa ai piedi; trascende il rivestimento epidermico iniziale, che si snoda lungo quasi “due metri di infinito” e dove “si manifestano gli accidenti dell’identità”, per capovolgere, grazie anche a una prosa molto sperimentale, arguta e talvolta inconsueta ma sempre molto attenta e precisa, l’ideale canonico della bellezza.

Photoshop è citato quindi in apertura non a caso, assurge infatti a modello della bellezza senza imperfezioni, quella patinata che social e influencer veicolano con costanza inebriando le persone, illudendole. Si tratta infatti di uno standard difficilmente raggiungibile, che spesso ha un costo molto elevato e proibitivo.

Per ogni verso che si accanisce su una chioma d’oro come il grano, un capello si lancia nel vuoto in segno di protesta.

Chiome argentee, braccia bianche, occhi azzurri, con pagine di epiteti e formule la letteratura e tutte le arti visive hanno per secoli promosso il cosiddetto “bello ideale”. Non tralasciando qua e là colpi di humor, Andrés Neuman con questi racconti brevi invece ribalta secoli di canone estetico per tracciare un contromanifesto della bellezza.

Ecco quindi che “pettinarsi diventa un atto politico” e che la pancia può tornare finalmente sovrana, riprendendo le parole del titolo di un altro testo contenuto nella raccolta. Anatomia sensibile prova a liberarci da quel tabù della magrezza spinta sino all’eccesso, sfociata nelle immagini delle passerelle dell’alta moda:

L’austerità fisica è un altro imperialismo, il capitale ingrassa facendoci dimagrire. Combattiamo l’oppressione della curva lavoratrice. Sederoni di tutto il mondo, unitevi.

Wanna Marchi probabilmente avrebbe qualcosa da obiettare.
Le varie parti del corpo - anche quelle che ci possono apparire come più insolite o bizzarre, come l’ombelico, il gomito, le ascelle o i fianchi a parentesi “così denominati non solo per il loro aspetto ma anche perché sembrano avvolgere una sinuosa, interminabile frase nel cammino” - insorgono contro il canone e compongono un coro di voci acute che hanno l’obiettivo di farci riappropriare di un rapporto sereno e franco con noi stessi e con le nostre imperfezioni.
L’atlante umano di Neuman dal racconto istologico iniziale si conclude quindi col parlare dell’anima, che “subisce contratture regolari a causa delle aspettative disattese.”
Ogni ritocco di Photoshop, ogni filtro di Instagram che applichiamo, ogni intervento di chirurgia estetica, è infatti una violenza che facciamo alla nostra autenticità. Una autenticità che ci rende unici come individui, in carne, ossa e spirito, e che, grazie anche ai racconti di Neuman, possiamo riscoprire e tornare ad apprezzare con uno spirito rinnovato, restituendo a ciascun corpo la dignità che merita.