Lucio Apuleio Madaurense, meglio conosciuto come Apuleio, è stato un poliedrico autore che ha composto moltissime opere di diverso argomento che sono pervenute fino a noi, la più importante delle quali è le Metamorfosi, altrimenti noto come L’asino d’oro, che narra le avventure ridicole di Lucio, che viene trasformato in asino accidentalmente dopo aver fatto esperimenti con la magia. Ad Apuleio è stato affibbiato il prenomen Lucius, molto probabilmente prendendo spunto dal protagonista del suo romanzo. Vediamo ora la vita di Apuleio, le sue maggiori opere e lo stile che lo contraddistingue e che lo ha fatto passare alla storia come noto scrittore, filosofo e retore romano.
Apuleio: la vita
Apuleio nasce intorno al 125 in Numidia, nota oggi come Algeria, a Madura. Figlio di una famiglia di etnia berbera, il padre aveva un ruolo nella magistratura municipale più elevata e ciò ha fatto si che Apuleio crescesse in un contesto familiare influente e benestante.
Grazie al denaro che possiede la sua famiglia Apuleio ha la possibilità di frequentare a Cartagine studi grammaticali e retorici, di musica, geometria e anche di poesia.
Apuleio si avvicina alla filosofia a un certo punto, spostandosi ad Atene per completare i suoi studi. In Grecia ha a che fare anche con i misteri eleusini. Terminati gli studi Apuleio viaggia molto: a Roma riprende il suo lavoro come avvocato e viene iniziato al culto di Iside e Osiride. Dopo roma Apuleio vive in Egitto, a Samo, a Gerapoli e in Oriente, tutti luoghi in cui ha la possibilità di approfondire in maniera ulteriore la propria cultura sia filosofica che religiosa.
Mentre si sta dirigendo ad Alessandria Apuleio incontra Ponziano, suo vecchio compagno di studi, che lo invita a fermarsi da lui. Passato poco tempo, Apuleio sposa la ricca madre di Ponziano, rimasta vedova.
Morto Ponziano, Apuleio viene accusato dai parenti di Pudentilla, timorosi di perdere l’eredità lasciata dalla donna nel momento in cui morrà. Apuleio sarebbe colpevole di averla sedotta praticando magie ed incantesimi nei suoi confronti con il solo scopo di estorcerle denaro.
Tra il 158 e il 159 egli deve, per questa ragione, sottoporsi a un processo di fronte al proconsole romano Claudio Massimo in Tripolitania, a Sabratha. Apuleio corre il rischio di essere condannato alla pena capitale ma, alla fine, riesce a farsi assolvere anche grazie alle sue doti di oratore, che lo spingono a pronunciare un notevole discorso difensivo. Questa orazione verrà anche pubblicata, in seguito, col titolo di "Pro se de magia" (o "Apologia").
Una volta visto il processo Apuleio torna a Cartagine dove riesce a mettere a frutto la fama che si è guadagnato come filosofo platonico ottenendo la carica di sacerdote della provincia. In questo ruolo l’uomo si vede affidare funzioni di rappresentanza, funzioni di governo e il culto di Roma e dell’imperatore.
Le opere di Apuleio
Apuleio è stato uno scrittore estremamente prolifico sia per quanto riguarda la poesia che per quanto riguarda la prosa, in greco e in latino, anche se la maggioranza dei suoi scritti è andata perduta. Vediamo le opere di Apuleio giunte fino a noi:
- Le metamorfosi;
- De mundo;
- De Platone et eius dogmate ("Su Platone e la sua dottrina");
- De deo Socratis ("Sul demone di Socrate");
- Apologia o Pro se de magia liber
- Florida.
Ci sono poi una serie di opere non pervenute o parzialmente giunte fino a noi, tutte inerenti diversi argomenti come la cultura generale, la scienza e la letteratura.
Apuleio: pensiero e stile dello scrittore e filosofo
Apuleio aderisce alla corrente filosofica del medioplatonismo che di rifà alle dottrine non scritte di Platone cedendo, così, all’influenza di orfismo e pitagorismo. Il punto centrale della filosofia adottata da Apuleio è il misticismo che va al di là dell’indagine della realtà intesa come puramente materiale. In questa visione la componente mistica rappresenta la via di separazione dell’essenza dal corpo.
Per quanto riguarda il suo stile di scrittura, Apuleio dimostra di avere una grande padronanza sia dei mezzi retorici che di quelli linguistici riuscendo ad accostare con abilità arcaismi e neologismi, poetismi e volgarismi, creando un mix con il lessico tecnico, della scienza e dei mestieri. Apuleio utilizza un linguaggio che non è uniforme, proprio di vari registri e pregno di parole evocative che si articolano secondo la struttura musicale propria di un romanzo.
Anche nella sua opera più celebre, le Metamorfosi, Apuleio mescola diversi generi come la biografia, la satira, la mitologia e diventa così difficile tracciare un quadro completo. Il racconto narrato è complesso, inframmezzato da novelle di vario genere, e gira attorno a un giovane che viene trasformato in asino e che, per tornare umano, deve mangiare un cespo di rose. Tra le novelle inframmezzate alla storia principale troviamo la famosa storia di Amore e Psiche.
Lo stile dell’autore pare in quest’opera più che mai ibrido, ovvero innovativo e arcaico al medesimo tempo. L’innovazione la si può trovare nella ricchezza di espressioni colloquiali e gergali, neologismi e termini proveniente dal dialetto africano. L’arcaicità, invece, sta nell’essere manieristico e nell’includere termini che riportano alla poetica di Catullo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Apuleio: vita, opere e caratteristiche stilistiche
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