A Roma, Galleria Corsini riapre al pubblico in grande stile dedicando una retrospettiva alla prima "architettrice" dell’età pre-industriale: Plautilla Bricci.
La mostra Una rivoluzione silenziosa. Plautilla Bricci pittrice e architettrice è visitabile dal 5 novembre sino al 19 aprile 2022 e comprende un vasto percorso espositivo di opere grafiche e pittoriche.
È la prima volta che l’immensa produzione di Plautilla Bricci, pittrice e architettrice, viene riunita in un’unica mostra a lei dedicata. Di certo ha giocato un ruolo fondamentale in questa riabilitazione il fortunato romanzo storico di Melania G. Mazzucco, L’architettrice (Einaudi, 2019).
Chi era Plautilla Bricci?
La figura di Plautilla Bricci è stata resa nota al grande pubblico grazie all’opera della scrittrice romana. Melania Mazzucco ha tolto il nome dell’architettrice dall’oblio dei secoli e ha saputo cogliere in questa donna seicentesca tutta la prorompente modernità di cui, a sua insaputa, si faceva portavoce.
Plautilla Bricci era infatti una donna straordinariamente istruita per il proprio tempo, che seppe tenere testa alla società prevalentemente maschile dell’epoca. Il padre, il pittore e commediografo Giovanni Briccio, la elesse sua unica erede e le conferì l’istruzione degna di un figlio maschio.
Plautilla crebbe così come una donna libera: fu un’artista eclettica, una raffinata pittrice e, sopra ogni altra cosa, fu la prima architettrice donna dell’Europa pre-industriale.
La rivoluzione silenziosa di Plautilla Bricci fu di non essere né moglie, né monaca, né zitella, ma un’artista dal grande potenziale che seppe fare del proprio talento una ragione di vita.
Tra le sue opere principali ricordiamo la cappella di San Luigi, proprio accanto alla Cappella Contarelli di Caravaggio nella chiesa dei Francesi, che le fu degna di riconoscimento: “pel valore nell’arte della pittura e architettura”, come scrisse lo storico Filippo Baldinucci.
Il percorso espositivo sull’Architettrice a Roma
Nella mostra romana di Galleria Corsini è possibile ammirare l’incredibile percorso di Plautilla fin dalla sua prima opera, Madonna col Bambino di Santa Maria in Montesanto (1640 circa) sino alla progettazione de Il vascello, la splendida villa romana che purtroppo andò distrutta nel 1849 nel corso dell’assedio di Roma da parte dei francesi.
La progettazione de Il Vascello fu il lavoro che consacrò definitivamente l’Architettrice agli occhi dei suoi contemporanei. In seguito alla realizzazione dell’opera Plautilla Bricci entrò a tutti gli effetti in un settore che, prima di allora, era stato appannaggio di soli uomini. Per l’occasione fu persino necessario creare un neologismo "L’architettrice".
Nelle sale espositive della mostra è possibile ammirare i progetti originali della Villa Il Vascello vergati dalla mano di Plautilla, che risalgono al 1633.
Il ritratto di Plautilla Bricci
La vera perla della mostra è però costituita dal Ritratto di Architettrice, mostrato per la prima volta al pubblico, che probabilmente raffigura il viso della misteriosa artista seicentesca.
Coloro che hanno amato il romanzo di Melania Mazzucco non potranno far altro che ammirare con curiosità e rispetto l’effigie di questa donna, interrogando il suo sguardo che sembra celare ancora molti segreti.
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Accompagna l’esposizione il catalogo, stampato da Officina Libraria, che contiene i saggi di Yuri Primarosa, curatore della mostra, e di Melania Mazzucco, oltre al contributo di storici e specialisti dell’artista.
Una monografia esaustiva sulla vita di Plautilla Bricci, donna e artista straordinaria, che oggi ci parla ancora attraverso i suoi progetti e dipinti, grazie alla riabilitazione voluta da un’altra donna-scrittrice straordinaria.
Per ulteriori info sulla mostra Una rivoluzione silenziosa. Plautilla Bricci pittrice e architettrice (come arrivare, costo dei biglietti, scontistiche, normative anti-covid attualmente in vigore) si consiglia di visitare il sito ufficiale di Galleria Corsini.
L’architettrice: recensione del libro di Melania G. Mazzucco
a cura di Elisabetta Bolondi
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L’architettrice (Einaudi, 2019) è un libro bello, denso, poetico pur nella sua grande aderenza a una realtà storica, quella della Roma del Seicento, difficile, piena di miseria, malattia, corruzione, libertinaggio. Questi elementi fanno da sfondo all’edificazione della città barocca, monumentale, di straordinaria qualità artistica e architettonica, che rese celebri uomini quali Bernini, Borromini, Pietro da Cortona, il Cavalier d’Arpino e tanti altri meno noti ma altrettanto talentuosi.
Fra loro si fa spazio, con grande fatica e profonda diffidenza da parte di una società prettamente maschilista, Plautilla Briccia, figlia di un uomo singolare di origine plebea, materassaio, pittore, commediografo, attore, autore di libelli satirici, Giovanni Briccio, che tra i suoi numerosi figli sceglie Plautilla come sua erede e la avvia a diventare una pittrice, anche se la relega al ruolo di vergine, nel senso che non avrà una dote e quindi non verrà “collocata”, al contrario della sorella maggiore Albina, madre di numerosi figli, quasi tutti morti, unici eredi della famiglia.
L’affresco che Mazzucco disegna con la competenza della storica dell’arte, del costume, della politica, della società europea, è di grande efficacia. Plautilla incontra personaggi noti, ma anche un giovane brutto, un abate, Elpidio Benedetti, che pur amandola non la sposerà, tutto preso dalla sue personali mire di carriera. Si pone infatti al servizio di Giulio Mazzarino, ambizioso ricco e corrotto, l’uomo che diventerà il potente consigliere alla corte di Francia di Luigi XIII e della regina Anna d’Austria, forse amante di entrambi, scaltro, intrigante.
Elpidio Benedetti per tutta la vita anteporrà Mazzarino alla pur amata “Aristotile”, così ha soprannominato Plautilla, l’unica donna che stima, che ama, alla quale attribuirà il compito di costruire per loro una Villa sul colle del Gianicolo, sfidando le tradizioni che non contemplavano che una donna potesse progettare e costruire.
Plautilla diventa la vera prima architettrice, questo il termine nuovo che lei stessa si attribuisce, capace di calcolare, misurare, conoscere tecniche costruttive, materiali, tutto ciò che in quel grande cantiere che era la Roma seicentesca, quella di Urbano VIII Barberini, di Innocenzo X Pamphjli, di Alessandro VII Chigi, si apprestava a divenire la culla del Barocco, la patria dei più grandi artisti, contesi dalle corti europee. Nel romanzo L’architettrice compaiono personaggi famosi, da Luigi XIV a Cristina di Svezia, ospite a Roma per un lungo periodo, ma soprattutto emerge la personalità straordinaria e coraggiosa della protagonista, vissuta molto a lungo, sopravvissuta alla peste, ai dispiaceri, ai lutti, agli abbandoni. La villa Benedetta, una sorta di Vascello sulle pendici del Gianicolo, avrà uno strano destino. Infatti Melania Mazzucco alterna la storia seicentesca a quella più recente ma non meno suggestiva dell’ultima fase della difesa di Roma nel 1849: la Repubblica Romana, voluta da Mazzini, difesa da Garibaldi, si scontra contro l’esercito francese invocato dal Papa per riprendersi il potere della città eterna. E l’ultimo assedio dei volontari chiusi nella villa del Vascello in quel torrido luglio insanguinato, insieme al loro giovane comandante Medici, è raccontato con intensa commozione da uno dei sopravvissuti, Leone. Testimone insieme al fotografo Lecchi che scatta una foto grigia, e piange:
Per Roma, per la Repubblica, per la democrazia, per l’Italia, per quella villa di cui non ha mai saputo il vero nome. Piange per quel vuoto davanti a sé, per ciò che poteva essere e non è stato.
In realtà la Villa si chiamava Benedetta, come la figlia che Plautilla e Elpidio avrebbero potuto avere, ma non avevano voluto. Una costruzione che diviene una metafora della vicenda delle persone, della città, della storia del nostro paese. Avrebbe dovuto essere minata e distrutta, ma è sopravvissuta come una vecchio rudere, una sorta di sentinella nel cuore della capitale, un testimone dello scorrere dei secoli, della forza dell’amore di una donna, capace di scardinare le tradizioni e di imporsi a uomini crudeli e potenti con la forza della sua arte, della sensibilità per la cultura conquistata attraverso lo studio indefesso delle materie più diverse.
Melania G. Mazzucco dedica questo libro a sua madre, mancata architetta, ad un personaggio poco conosciuto, Plautilla, alla città di Roma, e soprattutto alla libertà, coniugata nello spazio e nel tempo, conquistata con le armi dell’intelligenza e del coraggio.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le opere dell’Architettrice raccontata da Melania Mazzucco in mostra a Roma
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Una mostra da non perdere. Un perfetto coronamento alla lettura del romanzo "L’Architettrice" di sicuro interesse storico.
La lettura del libro e la visita alla Galleria Corsini sono un perfetto connubio. È come se ci si trovasse di colpo proiettati in quel periodo: quelle strade, quel palazzo quei dipinti e quei ricami del padre dell’Abate! Suggestivo: si materializza una storia lontana nei secoli.
Un grazie alla scrittrice Melania Mazzucco e a tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione della mostra delle opere di Plautilla Bricci.