Arrowood di Mick Finlay

Nel 1895, nella città di Londra, dove crimini e miseria sono il pane quotidiano, non basta solo l’arguzia geniale di Sherlock Holmes, il più celebre investigatore di Baker Street, a risolvere tutti i delitti. A lui si rivolgono per i casi più eclatanti, mentre nei bassifondi, e precisamente nel quartiere malfamato di Southwark, chi ha bisogno di aiuto può contare sulla collaborazione di un investigatore privato meno blasonato, meno elegante, goffo, bevitore di gin, ex giornalista, psicologo autodidatta e lettore di Darwin: stiamo parlando di Arrowood, che dà pure il titolo al delizioso romanzo di Mick Finlay pubblicato da HarperCollins nel 2018.

William Arrowood, questo il suo nome completo, si accompagna al suo assistente (contraltare di Watson), Norman Barnett, cronista in prima persona delle loro indagini. La rivalità con l’osannato Holmes è il tema portante del romanzo, ma serve solo a crearci simpatia e curiosità verso questi protagonisti.
Una giovane fotografa, non potendosi permettere il più famoso investigatore, si rivolge ad Arrowood e Barnett per trovare il fratello cuoco scomparso. A quanto riferisce, lavorava per uno degli uomini più pericolosi di Londra, Mr. Cream, affarista senza scrupoli, invischiato in prostituzione, ricatti, traffico d’armi e malefatte simili.
Preso l’incarico, i due si troveranno coinvolti in un’indagine complessa e pericolosa, che li porterà ad incrociar talora, anche la strada dell’odiato Holmes, ritenuto dal protagonista assolutamente sopravvalutato.

L’autore di “Arrowood”, delizioso romanzo primo di una serie e i cui diritti cinematografici sono già stati acquistati, ha il raro pregio di non farci rimpiangere il grande Conan Doyle, come hanno fatto altri scrittori che, per omaggiarlo, hanno sortito l’effetto opposto: lo stile asciutto ma piacevole ci crea subito empatia con i personaggi al pari di come il protagonista la crea con i suoi clienti. Il successo del libro è facile da spiegare: ti porta su terreni conosciuti, la Londra di Holmes o di Jack lo Squartatore, i suoi vicoli fumosi, maleodoranti, bui, pericolosi, ma sotto un nuovo sguardo, quello, forse, meno arguto, meno geniale, meno deduttivo ma certamente più compassionevole, più “reale”, più modesto di un uomo semplice che cerca di fare del suo meglio per aiutare la gente. Attendo con curiosità la prossima avventura del duo Arrowood-Barnett!