La capanna dello zio rom
- Autore: Andrea G. Pinketts
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2016
Milano, la terra di Lazzaro Santandrea, e di Andrea G. Pinketts.
Siamo ai giorni nostri e Lazzaro risorge per l’ennesima volta.
E sceglie sempre il momento giusto per ritornare sulla scena e nei nostri cuori.
Come in ogni storia che si rispetti, soprattutto in quelle del buon Lazzaro, al centro di tutto c’è una donna.
La donna in questione si chiama Ossitocina (no, non ho sbagliato a digitare…) e ha un cane che si chiama Lou Reed, un cane addestrato persino a fare la spesa. E scommetto che siete stupiti più per il nome del suddetto animale che per la sua abilità.
Per giungere a lei Lazzaro seguirà una lunga scia di sangue e vestiti: cappotti che bramano sangue, reggicalze pericolosi, capi d’abbigliamento che indossiamo ogni giorno e che qui vivranno di vita propria, pilotando le vite delle persone che li indossano.
Se vi comincia a girare la testa forse è meglio che mi fermi qui, altrimenti dovrei scrivere di assassini travestiti in modi a dir poco fantasiosi, regolamenti di conti ai limiti dell’assurdo e perfino…
Ne “La capanna dello zio rom” (Mondadori, 2016, pp. 388) Andrea G. Pinketts ci fa venire il mal di testa, come sempre, con le sue parole.
Un mal di testa benevolo, un mal di testa che sa di dopo sbornia, un mal di testa che nessuna pasticca potrà sedare.
Questa sua opera scorrazzerà i nostri sensi in giro per il mondo creato ad arte da Andrea G. Pinketts, un mondo talmente assurdo da risultare più reale del nostro.
Da leggere, per capire e (ri)trovare il senso della frase.
La capanna dello zio Rom
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