Il cardinale e il filosofo
- Autore: Luc Ferry
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2014
Ciò che a prima vista colpisce de Il cardinale e il filosofo (Mondadori, 2014) è il titolo, sorprendentemente banale, soprattutto alla luce dei temi affrontati e della statura intellettuale dei due autori: Luc Ferry e Gianfranco Ravasi. Peccato, perché si tratta di un libro tutt’altro che banale e pieno di riflessioni stimolanti sia per l’ateo che per il religioso.
L’opera prende ispirazione dal confronto dialettico tra credenti e non credenti portato avanti dal progetto del Cortile dei Gentili e, seguendo questo approccio "alto" e culturale, riesce a venire meno alle eccessive semplificazioni che troppo spesso caratterizzano questo genere di dibattito. La discussione è caratterizzata da un forte spirito di conoscenza reciproca, forse più evidente per quanto riguarda la controparte atea, e non indulge banalmente in polemiche facili ma sterili riguardo le tesi più scomode (da un punto di vista della comprensione razionale) del cristianesimo. Ciò non significa che le questioni più scottanti vengano dimenticate, ma è solo che il modo di affrontarle ha sempre come obiettivo quello della comprensione e non della contrapposizione.
Come il sottotitolo suggerisce, scopo del libro è la costruzione di un «dialogo tra fede e ragione» e le tre grandi sezioni che lo compongono ne rappresentano il compimento, per così dire, "hegeliano": tesi, antitesi e sintesi.
Nella prima parte, l’ateo Ferry prende in considerazione il concetto più importante del cristianesimo, l’amore, mettendone in luce le molteplici incarnazioni storiche e teoriche ed evidenziando il legame che esso intrattiene con altre tematiche essenziali della religione come il male, la fede, la ragione, il logos. Dall’amore inteso in senso fisico come eros all’amore in senso universale come carità, il filosofo analizza il significato che questo grande e rivoluzionario principio ha per il religioso e cerca di estrapolare dalle riflessioni teologiche alcune linee guida morali che potrebbero interessare anche il laico. La parola passa poi al cardinale Ravasi, il cui discorso è incentrato sulle dicotomie fondamentali alla base della teologia cristiana, da sempre determinata dalla compresenza di elementi mondani ed insieme trascendenti. Come indica l’esempio stesso di Cristo, infatti, la cui natura è umana e divina allo stesso tempo, il piano storico e il piano trascendente non possono essere disgiunti nella comprensione del messaggio religioso, pena lo svuotamento di significato dello stesso. Da questa costitutiva dualità discendono altre importanti coppie di concetti come parola e opera, fede e ragione, stato e chiesa, la cui sintesi solamente è in grado di determinare la pienezza, la profondità e, soprattutto, il carattere rivoluzionario della religione cristiana.
Conclude il testo un dibattito fra i due poli opposti (che è più un’intervista di Ferry a Ravasi), auspicio per una discussione più ampia tra Gentili e credenti di qualsiasi religione che possa soddisfare il desiderio di riflessione e di confronto di un’umanità sempre più disillusa ma che va comunque alla ricerca di valori nuovi, forti e, è questo il caso, anche spirituali. Come ha detto Michel Serres:
«nel 1968, per far sghignazzare i nostri studenti, parlavamo loro della religione e, per appassionarli, della politica. Oggi è il contrario».
Il cardinale e il filosofo: Dialogo su fede e ragione
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