Il 16 giugno 1943 si celebrava il matrimonio tra la diciottenne Oona O’Neill e l’allora cinquantaquattrenne Charlie Chaplin. Si erano conosciuti l’anno prima a un provino per il film Shadow and Substance: lei era un’attrice esordiente alla sua prima audizione, un po’ impacciata e insicura, ma animata da un sorriso radioso e tanta forza di volontà. Lui non la scritturò per la parte, tuttavia l’anno dopo la portò all’altare.
Oona O’Neill e Charlie Chaplin
Era il quarto chiacchieratissimo matrimonio di Charlie Chaplin. Lui si lasciava tre mogli e altrettanti figli alle spalle e ricominciava da zero accanto a questa ragazzina, incontrata per caso o per sbaglio, che tutti già davano per spacciata. L’attore ai tempi era famoso nell’ambiente per il suo carattere dispotico, tirannico, spilorcio e per i frequenti scoppi d’ira: un uomo intrattabile quel Chaplin, così lo descrivevano, soltanto una santa l’avrebbe sposato. E in fondo Oona O’Neil di una santa aveva l’aspetto con quel viso angelico e innocente e - a quanto sembra - pure il carattere visto che restò accanto a Charlie Chaplin per oltre trentaquattro anni, fino alla morte di lui, e gli diede ben otto figli.
Fu vero amore? L’attore britannico trovò accanto a Oona O’Neil la felicità più grande, nella sua autobiografia la descrisse come “l’incontro miracoloso della sua vita”. La loro unione tuttavia fu spesso chiacchierata per la grande differenza d’età e le malelingue non mancarono di criticarla in ogni modo. Ce ne era una di lingua, in particolare, più velenosa delle altre: si trattava di un certo J.D. Salinger.
Lo scrittore de Il giovane Holden era il fidanzato tradito di Oona: l’innamorato che lei respinse, senza pensarci due volte, per convolare a nozze con Chaplin. Per tutta la vita Salinger non si rassegnò mai a quello sgarbo: per lui Oona era la luce, la musa ispiratrice, l’unico vero amore, peccato che avesse trovato la felicità accanto ad un altro. Come risarcimento alle offese della vita, J.D. Salinger trasformò Oona O’Neil in un personaggio letterario: in un libro, si disse, l’avrebbe amata per sempre.
Ma chi era veramente Oona O’Neil: una ragazzina sprovveduta o una scaltra ammaliatrice? Quale mistero si cela dietro questa giovane donna che, ad appena diciotto anni, convolava a nozze con uno degli attori più famosi del Novecento e, contemporaneamente, spezzava il cuore all’autore di un classico della letteratura americana?
Chi era Oona O’Neil
Oona O’Neil era figlia d’arte. Suo padre era il drammaturgo irlandese, naturalizzato americano, Eugene Gladstone O’Neill vincitore del premio Nobel per la Letteratura nel 1936.
I genitori di Oona divorziarono quando lei aveva appena due anni e la bambina crebbe con la madre. Il padre se ne andò di casa e fu una presenza assente per tutta la sua vita; quando di tanto in tanto appariva nella sua esistenza era solo per criticarla.
Lei studiò all’Istituto di Brearley di New York e, non appena ottenuto il diploma, decise di trasferirsi a Hollywood con due compagne di studi. Voleva tentare la carriera da attrice. Era a uno dei suoi primi provini quando conobbe Charlie Chaplin. Il destino scelse per lei una strada diversa, malgrado come attrice Oona fosse promettente: era stata notata persino da Orson Welles. Chaplin tuttavia decise di non farne la sua musa intoccabile, ma la sua sposa.
Convolarono a nozze l’anno seguente e, quando seppe del fidanzamento, il padre di Oona, il geniale Eugene O’Neil, decise di diseredare la figlia. Prese i titoli sui giornali, che parlavano delle nozze tra Il “Grande Dittatore” e la “bambina di O’Neil”, come un affronto personale. Considerò quel matrimonio con “un uomo suo coetano” l’ennesimo affronto da parte di Oona, la prova che la figlia voleva prendersi gioco di lui.
Forse invece la giovane diciottenne trovò proprio nel più maturo Chaplin un surrogato dell’amore paterno che gli era sempre mancato. Il matrimonio infatti fu una vera favola a lieto fine e Oona O’Neil non rivolse mai più la parola al padre, che dopotutto l’aveva abbandonata due volte.
Oona O’Neil e J.D. Salinger
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L’autore francese Frédéric Beigbeder ha dedicato alla love story tra l’autore americano e Oona un libro dal titolo Un amore di Salinger , edito da Mondadori nel 2016, in cui si pone sulle tracce dello scrittore e della sua inafferrabile musa.
A New York, prima dell’incontro hollywoodiano con Chaplin, Oona O’Neil aveva fatto conquiste. Aveva ipnotizzato per esempio Truman Capote, che l’aveva trasformata nel personaggio di un suo racconto contenuto in Preghiere esaudite.
E poi aveva conosciuto a casa di amici comuni un giovanissimo Jerome Salinger, ragazzino svagato e squattrinato, che era letteralmente impazzito per lei. I due si erano conosciuti nel 1942 e frequentati per alcuni mesi. L’idillio tuttavia fu interrotto dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Salinger partì per il fronte, facendo la vaga promessa del soldato: “ritornerò”. Il giovane, che malgrado gli inesausti tentativi non si poteva ancora definire uno scrittore, entrò nel reparto di controspionaggio respirando appieno l’atmosfera cruda della guerra.
In quei giorni foschi e senza futuro Salinger combatte nelle battaglie più atroci del fronte occidentale, vede con i propri occhi gli orrori di Dachau, e nel frattempo scrive a Oona lettere piene d’amore. Ai suoi commilitoni mostra le foto di lei, descrivendola come la sua sposa. In quei momenti l’amore infinito per Oona è l’unica certezza della sua vita, l’antidoto all’orrore inenarrabile della guerra. La bellezza pura di Oona O’Neil conforta Salinger di fronte a uno dei momenti più drammatici della guerra, lo sbarco in Normandia.
La vita, tuttavia, non è sempre la favola bella che c’illuse. Quando il soldato Salinger fece ritorno dal fronte trovò ad accoglierlo una pagina di giornale dal titolo inequivocabile corredata da un’immagine ancora più eloquente. Era proprio lei, la sua Oona, dalla bellezza educata e immacolata, ora sposata con Charlie Chaplin.
Quella verità gli spezzò il cuore più di ogni altra sofferenza patita in guerra. Almeno al fronte aveva una speranza, quella di rivedere Oona; ora persino quella speranza era svanita, e cosa restava?
Per reagire alla delusione, mentre Oona O’Neil viveva la sua nuova fiaba d’amore, Jerome D. Salinger si buttò a capofitto nella scrittura. Ne risultò un piccolo romanzo, intitolato The Catcher in The Rye, il Giovane Holden. Mentre lei diventava Lady Chaplin, lui diventava J.D. Salinger. A volte la vita segue traiettorie imperscrutabili come una Dea bendata.
In un’ultima intervista Oona O’Neil disse di essere contenta di aver sposato Charlie Chaplin e non J.D. Salinger. L’unico commento della musa ispiratrice sullo scrittore fu pieno d’acredine, disse:
Disse cose terribili sulla mia relazione con Charlie. Si inventava cose disgustose su lui e me. Pensai che ero una ragazza fortunata a stare con Charlie anziché con Salinger. Ci ha coperti di disprezzo per anni.
Probabilmente Salinger, deceduto all’età di novantun anni nel 2010, lesse anche quel giornale. Del resto, doveva ormai solo rimproverare se stesso, per aver tramutato il suo troppo amore in rabbia. Si vendicò con Oona O’Neil tutta la vita, inviandole lettere odiose e quasi minatorie; la perdonò solo nei suoi romanzi in cui la trasformava in un personaggio nato dalla sua penna, e poteva rivederla ancora come quando aveva diciassette anni e la incontrava di nuovo, per la prima volta, nei pressi di Central Park.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Oona O’Neill, la musa di Salinger che però sposò Chaplin
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