Sinclair Lewis, primo autore statunitense insignito del premio Nobel per la Letteratura, morì a Roma il 10 gennaio 1951 a causa di un attacco di cuore, probabilmente aggravato dalla sua forte dipendenza dall’alcol.
Nel 1930 Sinclair Lewis conquistò la prestigiosa medaglia dell’Accademia di Svezia con la seguente motivazione:
Per la sua arte descrittiva vigorosa e grafica e per la sua abilità nel creare, con arguzia e spirito, nuove tipologie di personaggi.
Le opere di Lewis sono tuttora acclamate per il loro stile inconfondibile e le loro visioni sagaci e critiche della società statunitense e dei valori capitalistici.
Sinclair Lewis è un autore che non è passato mai di moda.
In una delle sue opere del 1935, It Can’t Happen Here, Lewis aveva raccontato l’avvento di un senatore conservatore populista eletto presidente degli Stati Uniti che diventa un dittatore. Se all’uscita del libro qualcuno aveva visto un collegamento con Huey Long, il governatore della Louisiana chiamato "The Kingfish", nel 2016 il The Guardian ha pubblicato un articolo dal titolo The 1935 novel that predicted the rise of Donald Trump (Il romanzo del 1935 che predisse l’ascesa di Donald Trump) in cui sottolineava le analogie tra Donald Trump e il politico descritto nel romanzo di Lewis, un antieroe che ottiene il sostegno tra gli elettori arrabbiati sulla scia di una retorica ardente, populismo e sentimento anti-messicano.
Oltre alla strabiliante narrazione di fantapolitica - innovativa per l’epoca - Lewis ebbe il merito di descrivere con arguzia sociologica le ragioni che possono portare al trionfo di una dittatura in un paese democratico.
Ma procediamo con ordine e scopriamo vita e opere di Sinclair Lewis sino alla sua discussa vittoria del premio Nobel, che coronò con un discorso grandioso.
Sinclair Lewis: vita e formazione
Harry Sinclair Lewis nacque il 7 febbraio 1885 a Sauk Center, un piccolo villaggio nella contea di Steams nel Minnesota.
Era il terzo figlio del dottor Edwin J. Lewis e di Emma Kermott. Sin dalla più giovane età, Sinclair Lewis mostrò un precoce talento letterario: leggeva numerosi libri e iniziò a tenere un diario in cui narrava le sue avventure.
Lo contraddistingueva lo spirito sensibile e temerario del sognatore. A soli tredici anni scappò di casa con l’intento di arruolarsi come tamburino nella Guerra ispano-americana; ma il suo tentativo non ebbe successo e il piccolo Lewis fu immediatamente richiamato all’ordine dall’autorità paterna.
Negli anni del liceo Lewis scrisse per alcune testate locali di Sauk Center, rivelando un’abilità naturale per la scrittura e l’attività giornalistica.
Si iscrisse in seguito al corso di letteratura inglese presso l’Università di Yale dove iniziò a collaborare assiduamente al Yale Literary Magazine. Si laureò nel 1908 e, terminati gli studi, intraprese la carriera nel mondo del giornalismo.
La produzione letteraria di Sinclair Lewis
Il suo primo libro fu pubblicato nel 1912, Hike and the Aeroplane, firmato con lo pseudonimo Tom Graham. Nel 1914 pubblicò a suo nome Il nostro signor Wrenn: l’avventura romantica di un gentiluomo che vendette 9000 copie.
Il successo arrivò con Main Street (1920), pubblicato in italiano con il titolo La via principale e in seguito con quello che è stato definito il suo capolavoro Babbitt (1922).
Nel 1926 vinse il Premio Pulitzer con il libro Arrowsmith (1925), un romanzo avente per protagonista uno scienziato idealista. Tuttavia Lewis rifiutò il premio e decise di non ritirarlo, sostenendo che tutti i premi sono pericolosi e tra tutti il Pulitzer fosse il più pericoloso per la libertà dell’autore e dell’opera.
Quattro anni dopo gli sarebbe stato conferito il premio Nobel per la Letteratura. Era il primo americano a vincerlo e durante la premiazione tenne un discorso entrato nella storia.
Nel corso degli anni ’30 Lewis continuò a scrivere ininterrottamente, non solo romanzi, ma anche articoli, saggi, testi teatrali. Sposò la giornalista Dorothy Thompson, dalla quale ebbe un figlio, Michael Lewis, che diventerà attore.
Il matrimonio tuttavia durò poco a causa del carattere inquieto di Lewis e, in parte, per la sua gelosia nei confronti del successo professionale della moglie.
Dopo il divorzio lo scrittore condusse una vita nomade, si spostò a lungo per gli Stati Uniti e in seguito visse per un periodo a Parigi nel quartiere di Montmartre. Precipitò nella spirale dell’alcool; già al principio degli anni Quaranta i medici lo ammonirono con un ultimatum: se voleva vivere a lungo doveva smettere di bere.
It Can’t Happen Here, il romanzo di fantapolitica
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La sua ultima grande opera fu It Can’t Happen Here, un romanzo distopico di fantapolitica che mette in evidenza la fragilità della democrazia e mostra come anche negli Stati Uniti avrebbe potuto salire al potere un dittatore fascista. Il romanzo è stato pubblicato in Italia nel 1944 con il titolo Qui non è possibile ed è tornato in libreria nel 2020 edito da Passigli editori con la traduzione di Teodoro Guidalberti e il titolo Da noi non può succedere.
A seguito della pubblicazione di It Can’t Happen Here Sinclair Lewis condusse un tour promozionale per gli Stati Uniti in compagnia dello scrittore Lewis Browne. Durante questo tour i due autori discussero di molti argomenti contemporanei, come l’evoluzione politica o il nuovo ruolo della donna nella società, davanti a un grande pubblico.
La grande modernità della letteratura di Lewis tuttavia non fu compresa dai lettori a lui contemporanei. Il suo mito fu offuscato da Hemingway, Faulkner, Fitzgerald che vendevano un maggior numero di copie.
Nell’ultimo periodo della propria vita Sinclair Lewis si abbandonò senza remore al vizio dell’alcol che infine gli fu fatale, quel 10 gennaio 1951 a Roma.
La sua salma fu rimpatriata negli Stati e tumulata nel cimitero di Greenwood, nel Minnesota sua terra natìa.
Sinclair Lewis e il premio Nobel per la Letteratura
Nell’ottobre del 1930 Sinclair Lewis fu insignito del premio Nobel per la Letteratura.
Il suo discorso alla cerimonia di premiazione, il 12 dicembre 1930, ha fatto la storia:
[...] In America la maggior parte di noi – non solo lettori, ma anche scrittori – ha ancora paura di qualsiasi letteratura che non sia una glorificazione di tutto ciò che è americano, una glorificazione delle nostre colpe così come delle nostre virtù. Per essere non solo un best-seller in America, ma per essere davvero amato, uno scrittore deve affermare che tutti gli uomini americani sono alti, belli, ricchi, onesti e potenti a golf; che tutte le città di campagna sono piene di vicini che ogni giorno non fanno altro che essere gentili gli uni con gli altri; che sebbene le ragazze americane possano essere selvagge, si trasformano sempre in mogli e madri perfette; [...]
Le parole di Lewis sono cariche di una sorta di risentimento nei confronti delle istituzioni politico-culturali dell’epoca:
Lo scrittore o poeta o drammaturgo o scultore o pittore americano deve lavorare da solo, confuso, senza nessun aiuto se non quello della propria integrità. Questo, ovviamente, è sempre stato il destino dell’artista.
Dopotutto tutte le opere narrative di Sinclair Lewis erano un attacco consapevole e satirico al conformismo americano. Alcuni suoi romanzi, come Main Street, furono addirittura censurati in patria a causa del forte attacco che contenevano nei confronti dell’identità americana.
Sinclair Lewis fu insomma premiato, ma non venne capito a fondo.
Se alcuni suoi contemporanei preferivano altri romanzi più epici e avventurosi, oggi lo stile di Lewis appare perfettamente in linea con alcuni incredibili romanzi che hanno fatto la letteratura americana degli ultimi decenni: un grande autore come Philip Roth, ad esempio, nelle sue opere ha ripreso molte delle tematiche care a Sinclair Lewis. Basti pensare al celebre romanzo di Roth Complotto contro l’America (2005), un’opera di fantapolitica che riflette delle strette somiglianze con la narrativa di Lewis.
La modernità del capolavoro Babbitt
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Babbitt (traduzione di Livio Crescenzi, Mattioli 1885) narra la storia di un agente immobiliare che vive nella borghese cittadina immaginaria del Midwest, Zenith.
George F. Babbitt rappresenta l’americano medio. È un uomo ossessionato dalla propria posizione nella società, elettore repubblicano, presbiteriano per comodo, benvoluto nei club per gentiluomini, razzista, influenzato costantemente dalla pubblicità e dalle idee altrui.
Con il capolavoro Babbitt - romanzo che gli valse la menzione d’onore al premio Nobel - Sinclair Lewis ha composto la più intelligente diffida del capitalismo americano.
È un romanzo estremamente attuale - così come tutte le opere di Lewis - che critica l’omologazione dell’uomo contemporaneo e predica il coraggio di cambiare.
Babbitt, così come gli altri romanzi di Sinclair Lewis, sembrano parlare della nostra società contemporanea. Forse proprio per questo motivo negli anni Trenta non furono capiti dalla massa. Erano romanzi profetici, innovativi, geniali. Molte delle domande che Lewis rivolgeva allora appaiono terribilmente attuali, per esempio: sopravviverà la democrazia liberale americana?
Foto: "Sinclair Lewis" by Oscar White, born 1921 and Pach Brothers Studio, active 1867 - 1993
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Sinclair Lewis, il primo statunitense a vincere il Premio Nobel per la letteratura
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