“Bellezza e tristezza” il titolo malinconico di un romanzo di Yasunari Kawabata può essere eletto a emblema dell’esistenza tragica dello scrittore giapponese.
Delicato come un fiore di loto, sensibile fino al parossismo, Kawabata si fece portavoce della nuova corrente giapponese della Shinkangaku-ha, traducibile in italiano come “Scuola delle nuove sensazioni”, un movimento letterario che si proponeva di cogliere la realtà attraverso l’immediatezza del sentire.
L’elemento più rappresentativo della prosa di Kawabata è senza dubbio la sua capacità di far luce sui sentimenti umani, illuminando con rara intensità quel groviglio di impressioni-percezioni-emozioni che è l’anima dell’uomo.
I suoi romanzi, i suoi racconti, i suoi saggi sono uno strenuo tentativo di catturare la bellezza: una bellezza che tuttavia appare costantemene oscurata dalla miseria umana. Quella che Kawabata coglie attraverso la sua scrittura è la bellezza pura e caduca dei fiori di ciliegio: perfetta nel momento della sua massima fioritura, ma inesorabilmente destinata a sfiorire e appassire, come ogni istante dell’esistenza.
Nel 1968 l’Accademia di Svezia gli conferì il premio Nobel per la Letteratura con la seguente motivazione:
Per la sua abilità narrativa, che esprime con grande sensibilità l’essenza del pensiero giapponese.
Fu il primo scrittore di nazionalità giapponese a essere insignito del prestigioso premio. Scopriamo la vita e le opere di questo grande autore tragico della letteratura mondiale.
Yasunari Kawabata: la vita
La vita di Yasunari Kawabata fu costellata di lutti. Nacque nella città di Osaka l’11 giugno 1899. A soli quattro anni rimase orfano di entrambi i genitori e andò a vivere con i nonni paterni. Fu separato dalla sorella che invece fu accolta in casa di una zia.
La morte divenne ben presto una presenza costante nella sua esistenza con cui fu costretto a fare i conti fin dalla più tenera età. Tornò infatti a visitarlo spesso, strappandogli la sorella di soli undici anni, in seguito il nonno e la nonna che l’avevano cresciuto.
A quindici anni Kawabata aveva già patito sin troppo dolore. Andò a vivere con i nonni materni e, in seguito, si trasferì per studiare letteratura presso l’Università Imperiale di Tokyo.
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Trovò nella scrittura una valida forma di risarcimento dalle perdite patite. Durante gli anni universitari animò la rivista letteraria Shinjicho, dove pubblicò i suoi primi scritti dando così inizio alla propria carriera letteraria.
Nel 1926 pubblicò un racconto La ballerina di Izu, in cui narrava la storia del suo primo amore. La fama letteraria lo investì dieci anni più tardi, nel 1936, con la pubblicazione del romanzo considerato il suo capolavoro Il paese delle nevi.
Le sue opere furono spesso pubblicate a puntate su riviste, e vennero sottoposte dallo scrittore stesso a continui rimaneggiamenti e correzioni. Persino il romanzo più celebre, Il paese delle nevi, subì continui ritocchi fino all’edizione definitiva del 1948. Per Kawabata il “non finito” divenne un elemento strutturale della propria narrativa. La sua opera era sottoposta a un’attività di perfezionamento costante.
Nel 1968 fu insignito del premio Nobel per la letteratura. In quell’occasione tenne un discorso intitolato Dal bellissimo Giappone, se stesso che è un appassionato inno alla bellezza percepita come sinonimo di compostezza.
Kawabata indicò l’emozione della bellezza come la spinta primigenia, propulsiva, alla base della sua scrittura:
Quando abbiamo la fortuna di venire a contatto con la bellezza, allora pensiamo agli amici più cari, allora vorremmo dividere con loro questa gioia; insomma l’emozione della bellezza risveglia più che mai l’affetto delle persone.
Parlò approfonditamente del concetto di bellezza legato alla natura, ispirandosi al bonsai e all’Ikebana l’arte giapponese della disposizione dei fiori recisi. Si concentrò sui fiori per spiegare come la vera bellezza sia nascosta, in fondo, nella semplicità.
Dopo il Nobel la sua attività letteraria proseguì incessante e prolifica, si stima che le edizioni delle sue opere complete in Giappone ammontino a trentacinque volumi. La sua scrittura si fece sempre più astratta, metafisica, atta più a suscitare delle sensazioni nel lettore che a mostrare e descrivere la realtà.
Nel 1970 fu nuovamente gravato dalla perdita di una persona cara.
Era morto lo scrittore Yukio Mishima, suo amico, confidente e pupillo di cui era divenuto anche mentore poiché era stato il primo a scoprirne il talento e il genio letterario.
Il 16 aprile 1972, malato di Parkinson, depresso e ferito profondamente nell’anima da una perdita che non poteva in alcun modo colmare Yasunari Kawabata si tolse la vita in un piccolo appartamento che dava sul mare.
Yasunari Kawabata: le opere
A fronte della vasta produzione letteraria di Yasunari Kawabata vi proponiamo di seguito le opere principali:
- Il paese delle nevi
- Mille gru
- La danzatrice di Izu
- Il maestro di go
- Il suono della montagna
- Il lago
- La casa delle belle addormentate
- Bellezza e tristezza
- Diario di Asakusa
- Denti di leone
- Prima neve sul Fuji
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Yasunari Kawabata, il primo Premio Nobel giapponese
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