Come nasce il termine populismo? La parola populismo, oggi tanto evocata dai media e in tv, è stata per la prima volta utilizzata in Russia nella seconda metà del 1800. Prima della salita al trono imperiale dello zar Alessandro II (1855), la Russia era uno Stato molto arretrato, in cui la maggior parte della popolazione era costituita da servi della gleba. I contadini poveri avevano cioè un vincolo perpetuo con la terra, che non potevano abbandonare e venivano venduti e comprati con essa.
Con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita della popolazione, lo zar Alessandro II attuò una serie di riforme, come la modernizzazione della burocrazia, del sistema giudiziario e scolastico. La riforma più importante fu però l’abolizione della servitù della gleba e grazie a questo provvedimento, molto contadini si affrancarono dalla condizione di servi e divennero proprietari terrieri.
Nonostante le riforme, dopo il 1861 il malcontento della popolazione aumentò e si assistette ad un acceso scontro sociale, che contrapponeva la polizia al popolo e alla borghesia intellettuale colta che ne sosteneva le rivendicazioni.
Le ribellioni nelle campagne, contro i signori che venivano accusati di non rispettare appieno la riforma dello Zar, furono aspramente sedate attraverso l’esercito. Proprio in questo periodo, si diffuse il termine "populismo".
Populisti erano tutti quegli intellettuali che abbracciavano la causa del popolo e rifiutavano in toto l’apparato statale, giudicato repressivo. Questi pensatori furono denominati narodniki, da narod, popolo e sostenevano il socialismo agrario.
La repressione fu durissima e gli intellettuali furono sempre più isolati politicamente. La situazione si acuì ancor di più nel 1881, quando lo zar Alessandro II fu ucciso durante un attentato anarchico.
Populismo: il significato oggi
Oggi con il termine populismo ci si riferisce a quel pensiero politico che pretende di esprimere le istanze e le richieste del popolo, visto come un’unità compatta, formata da individui privi di specificità, distinzione e individualità
La parola ha perciò un significato negativo. Il populismo viene considerato un pensiero semplice e incapace di cogliere le diverse sfumature della realtà.
Fare del populismo significa quindi ridurre il problema ai minimi termini, privarlo della sua complessità, proporre soluzioni demagogiche e semplicistiche, spesso con il proposito di allettare gli ascoltatori più ingenui.
Mai come oggi, invece, la realtà appare complessa e multi-sfaccettata. Lo stesso popolo, rispetto al 1800, o ai primi del 1900, è composto da persone con caratteristiche ben diverse. Le persone più deboli, da tutelare, non sono omogenee, come la classe lavorativa di un tempo, formata da individui con il medesimo livello culturale e sociale.
Oggi i lavori più bisognosi di tutela possono essere privi di istruzione, o magari pluri-laureati. A questo si aggiunge la complessità della struttura di potere, anch’essa disomogenea e formata da entità non sempre facilmente individuabili.
Mai come adesso, quindi, è necessario superare il pensiero populista, per evitare di cadere in inutili semplicismi che, oltre a non risolvere il problema, possono risultare anche molto dannosi.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Da dove deriva e cosa vuol dire il termine "populismo"? Le parole della storia
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo News Libri Significato di parole, proverbi e modi di dire
Articolo molto interessante e di grande attualità!
Oggi si parla spesso di populismo ma non tutti sono a conoscenza del significato esatto del termine. È bene divulgare articoli come questo per permettere soprattutto ai più giovani di capire meglio la complessità della società attuale e di difendersi dalle parole con le parole.
Complimenti!
Grazie mille Federica, sono contenta che tu abbia apprezzato l’articolo. Buona serata Rosa