La danza dei demoni
- Autore: Esther Kreitman Singer
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2016
“La danza dei demoni” (Bollati Boringhieri, 2016, titolo originale Deborah, traduzione di Marina Morpurgo) di Esther Kreitman Singer (1891-1954), scrittrice nata a Biłgoraj, in Polonia e sorella maggiore dei celebri Israel Joshua e Isaac Bashevis (premio Nobel per la Letteratura nel 1978), fu pubblicato per la prima volta in Yiddish a Varsavia nel 1936.
Nei primi anni del XX Secolo, in Polonia, nel villaggio di Jelhitz, “un pugno di casupole e baracche di legno”, ai margini delle foreste di pini polacche, in una grande casa nei pressi della sinagoga, viveva il rabbino, reb Avram Ber, sua moglie Raizela, la quattordicenne Deborah e il fratello minore Michael. Era Shabbat e Deborah stava leggendo seduta vicino alla stufa di maiolica attorniata dal silenzio del paese che all’incipiente crepuscolo riposava. La ragazzina, sola e afflitta era sull’orlo del pianto, perché aveva sentito il padre elogiare il figlio per il suo talento negli studi.
“Un giorno diventerà un brillante talmudista”.
Infatti, l’antica tradizione degli ebrei ortodossi esigeva che i figli maschi fossero educati e istruiti per trascorrere tutta la vita nello studio del Talmud, la raccolta di commenti e pareri giuridici e rituali del popolo ebraico. Alla domanda di Deborah rivolta al padre su “io cosa sarò, un giorno?”, reb Avram aveva risposto con ironia e sicumera:
“Ma niente, è ovvio!”.
La ragazzina sapeva che quasi tutte le ragazze crescevano con il desiderio di sposarsi e diventare donne di casa ma era anche vero che esistevano delle eccezioni come la madre che era istruita e saggia quanto un uomo. Il gretto rabbino non approvava l’erudizione della consorte ritenendo sbagliato che una donna “sapesse troppo” di conseguenza era determinato a fare in modo che l’intelligente figlia non commettesse, a suo giudizio, lo stesso errore. Deborah amava studiare una copia della grammatica russa di Naimonovich presente in casa e quando il padre la sorprendeva intenta nella lettura le nascondeva il libro sopra la stufa. Malgrado ciò Deborah era riuscita a impararne a memoria l’intero contenuto ma ancora non le bastava. L’avida studentessa detestava le faccende domestiche avvertendo la mancanza di qualcosa di cui lei stessa non sapeva dire cosa fosse. Quando arrivava a Jelhitz il venditore di libri capitava che Deborah scambiasse uno dei testi religiosi del padre con un romanzo ma poi
“la vita continuava a essere un incubo di noia”.
In un universo in cui l’unico destino concepibile per una donna era il matrimonio, attraverso la voce della sveglia ragazzina conosciamo la vita in famiglia dell’autrice. Infatti dietro Deborah si cela Esther Kreitman Singer, donna forte e determinata, la quale pur avendo pubblicato meno volumi di Isaac e Israel viene ritenuta, a ragione, una valente autrice in lingua yiddish e tale narrazione sincera e potente in cui traspare tutta la sofferenza della protagonista relegata in un ruolo che non le si acconcia per nulla, lo dimostra appieno:
“Dentro di lei si agitava una strana brama, era quasi una sensazione fisica, un assillo”.
La danza dei demoni
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