Epicuro è stato un celebre filosofo greco antico discepolo dello scettico democriteo Nausifane. Famoso per aver fondato una delle maggiori scuole filosofiche dell’età ellenistica e romana, Epicuro ha fatto la storia. Il suo epicureismo si diffonde a partire dal IV secolo a.C. fino al II secolo d.C., quando i Padri della Chiesa cominciano a contrastarlo. Conoscerò di nuovo successo, poi, nei secoli successivi con le correnti del Naturalismo, dell’Umanesimo e del Rinascimento e poi a partira dal razionalismo laico illuminista. Vediamo ora la vita e le opere di Epicuro per poi esporre il suo pensiero e le basi della corrente filosofica da lui creata, l’epicureismo.
Epicuro: vita e opere del filosofo
Epicuro nasce nel 342 a.C. sull’isola di Samo. Figlio di Neocle, che lavora come maestro di scuola, e di Cherestrata, una maga, il nome Epicuro (che significa soccorritore) gli viene dato in onore del dio Apollo, che a volte veniva chiamato con questo appellativo. Epicuro frequenta la scuola di Panfilo, che insegna il pensiero platonico, e dopo quella di Nausifane in Asia Minore.
A 32 anni Epicuro ha già elaborato una dottrina sua e fonda una scuola prima a Mitilene, poi a Lampsaco e, infine, nel 306 a.C. ad Atene. In quest’ultima città Epicuro ha già vissuto per il servizio militare nel cosiddetto periodo efebato. Ad Atene Epicuro acquista una casa e lì costruisce la sua scuola. Nella casa in questione c’era un giardino, da cui deriva il nome di filosofi del giardino, in cui i discepoli - tra i quali erano ammesse anche le donne e gli schiavi - seguivano le lezioni del maestro. Dovevano studiare i suoi scritti e vivere in maniera semplice e frugale, come Epicuro sosteneva, trattandosi come compagni e democraticamente qualunque fosse la loro condizione di provenienza sociale.
Epicuro è stato uno dei primi filosofi a teorizzare un egualitarismo sostanziale tra esseri umani. Il filosofo si astiene dalla partecipazione alla vita politica e sociale ma sostiene il governo macedone. Detta scuola del giardino, la filosofia di Epicuro era polemica con le dottrine socratico- platoniche e con l’aristotelismo, non tralasciando nemmeno scuole minore come i cinici, i megarici, i cirenaici. La sua critica è aspra anche con lo stoicismo, quella che era l’altra grande scuola ellenistica del tempo.
Epicuro viene diffamato, secondo Diogene Laerzio, dallo stoico Diotimo, che mette in circolazione delle lettere false, e anche da Plutarco e molti esponenti delle scuole alla sua rivali. Epicuro muore ad Atene per delle complicanze relative ai calcoli renali a 72 anni nel dicembre del 270 a.C., probabilmente.
Per ciò che riguarda le opere di Epicuro, pochissimo dei suoi numerosi scritti è arrivato fino a noi. A fare un elenco delle sue opere ci ha pensato Diogene Laerzio: si trattava di molti trattati di alto livello scientifico il cui scopo era affrontare in modo sistematico lo studio della natura. Un paio di esempi sono Degli Atomi e del vuoto e Della Natura, studi volti a comprendere in maniera sistematica ciò che lo circondava. Frammenti Della Natura sono stati ritrovati permettendo di ricostruire una porzione discreta dell’opera, che originariamente era composta da più libri. Tra i testi andati perduti c’è anche Sul Criterio, o Canone, un testo probabilmente di logica.
Ciò che invece rimane delle opere di Epicuro sono tre lettere e varie raccolte di frammenti di materiale a carattere divulgativo. La maggior parte di questo materiale è nella raccolta di Diogene Laerzio dal titolo Raccolta delle vite e delle dottrine dei filosofi che include citazioni, aforismi e tre due epistole inviate ad amici e discepoli (Lettera ad Erodoto, Lettera a Meneceo, Lettera a Pitocle e Massime capitali). Da questi e altri suoi scritti giunti fino a noi scritti si può intuire parte del suo pensiero e dargli una struttura.
Epicuro: pensiero ed epicureismo
La maggior parte delle informazioni che abbiamo a disposizione sul pensiero di Epicuro arriva da fonti indirette, in particolare da Cicerone, che rimane vicino all’epicureismo e nel suo trattato De finibus bonorum et malorum fa esporre all’interlocutore il pensiero di Epicuro in modo puntale. Anche nel poema De rerum natura di Lucrezio si può rintracciare un’immagine della filosofia epicurea che aiuta a tracciarne tratti fondamentali. Anche altri autori hanno riportato stralci della filosofia epicureista che, seppur compromessi dalla parzialità dovuta al coinvolgimento politico e sociale degli autori, risultano essere delle buone fonti per comprendere il pensiero originale di Epicuro.
Da dove nasce e su cosa si basa l’epicureismo, il pensiero di Epicuro? Si tratta di una dottrina di ispirazione atomista che s’innesta nel clima culturale ed etico dell’ellenismo in seguito alla caduta della democrazia ateniese e alla conseguente delusione politica. Esso si basa su tre principi, ovvero il sensismo (la sensazione è criterio della verità e criterio del bene, che si identifica con il piacere), l’atomismo (la formazione e il mutamento delle cose spiegato attraverso l’unirsi e il disunirsi degli atomi) e il semi-ateismo (gli dei esistono ma non hanno alcun ruolo nella nascita del mondo né nel governarlo). Altre caratteristiche dell’epicureismo sono il rifiuto della vita politica, poiché il potere è irraggiungibile per via del fatto che il dibattito non sia più possibile, e degli onori.
Per quanto riguarda l’etica, il pensiero di Epicuro ci arriva tramite tanti dei suoi discepoli quali Metrodoro di Lampsaco, Temistia, Filodemo, Lucrezio, Diogene di Enoanda. La filosofia per Epicuro, in quanto atteggiamento di vita, mira a raggiungere la felicità. Cos’è per lui la felicità? Essa si identifica con la liberazione dalle passioni, dalle opinioni, dai desideri poiché tutti mutevoli e incerti. La conoscenza contribuisce al valore interiore e all’equilibrio dell’essere umano. Per l’epicureismo la ricerca speculativa fine a se stessa va abbandonata a favore dell’interiorità dell’uomo, il che ne fa una disciplina individualistica. La base della paura popolare degli dei e della morte, per Epicuro, va ricercata nella superstizione e dell’ignoranza. Compito della filosofia quello di liberare l’uomo dai pregiudizi e dalle superstizioni tramite l’ottenimento del sapere (che comprende la conoscenza di sé e delle leggi della natura). L’atarassia, che per Epicuro è la pace interiore, è lo scopo finale della filosofia e della ricerca. La felicità coincide con il piacere, che può essere stabile (la liberazione dai dolori e dalle passioni) o in movimento (gioia e allegria) ma solamente il primo corrisponde a vera felicità.
Parlando del pensiero politico, come già accennato, Epicuro sostiene che il saggio non debba farne parte perché può generare ambizione e turbamenti.
Epicuro sviluppa il proprio pensiero anche nell’ambito di altre discipline, la fisica e la canonica. Per quanto riguarda la canonica, intesa come la logica ovvero la dottrina della conoscenza, essa mira a stabilire quali siano i criteri della verità, che per Epicuro sono le sensazioni. Dalla fisica secondo Democrito Epicuro estrae il principio del materialismo e del meccanismo universali, cercando nella materia la spiegazione della natura.
Dagli stoici Epicuro prende la nozione che ogni cosa è corpo e nascere e morire altro non è che un processo di aggregazione e disgregazione in cori più semplici chiamati atomi. Essi si muovono nel vuoto infinito in maniera casuale.
Per Epicuro la sensazione viene generata dal distaccarsi dalla superficie delle cose di un flusso continuo di atomi; essa è sempre vera. La dottrina di Epicuro può definirsi, quindi, materialistica, e arriva ad escludere ogni intervento divino sul mondo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Epicuro: pensiero e scritti del filosofo
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