L’estate prima della guerra
- Autore: Helen Simonson
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2016
“L’estate prima della guerra” (Neri Pozza, 2016, titolo originale The Summer Before the War, traduzione di Chiara Brovelli) è il nuovo romanzo della scrittrice inglese, laureata alla London School of Economics e già autrice del bestseller “Una passione tranquilla” (Piemme, 2011), Helen Simonson, trasferitasi da oltre vent’anni negli Stati Uniti, dove vive a Brooklyn con il marito e i due figli.
“Oltre la terra, il prato da croquet scendeva fino a raggiungere una terrazza più bassa di erba ondulata, chiusa da una siepe sopra la ripida scogliera. Sotto, i tetti rossi di Rye spuntavano dalle piatte paludi che costeggiavano il villaggio, e ancora più in là il mare era una fascia ampia e brillante sotto la cupola azzurra e selvaggia del cielo”.
È il suggestivo paese di Rye nella Contea dell’East Sussex, in Inghilterra, amena meta turistica amata da Henry James che qui visse a lungo nella sua residenza di Lamb House, lo sfondo ideale di questo bel volume al cui centro brilla di luce propria una splendida figura femminile tanto antesignana quanto determinata.
Luglio 1914. “Rye. Stazione di Rye”. Beatrice Nash, ascoltando la voce del capostazione annunciare l’arrivo del treno a destinazione, era consapevole che stava per dare inizio a un nuovo capitolo della propria esistenza. La giovane donna dal viso grazioso e regolare e “orgogliosa del mento piuttosto volitivo e della postura ben eretta”, era stata scelta come nuova insegnante di latino presso il ginnasio locale. La nomina di Miss Nash era stata sostenuta all’interno del consiglio di amministrazione della scuola da Mrs Agatha Kent, dama più in vista di Rye, (una delle due sole donne che facevano parte del consiglio di amministrazione), che aveva dovuto lottare affinché il suddetto consiglio facesse pressioni sulla direzione riguardo all’assunzione di una donna. Il ginnasio locale era una delle tante cause appoggiate da Mrs Kent, la quale credeva fermamente nella necessità di garantire un’istruzione a tutti. La progressista dama che si considerava ironicamente “la più mite delle donne”, si aspettava di veder emergere dei grandi leader dai figli dei contadini e mercanti che, con i calzoni corti e le ginocchia sporche, affollavano il nuovo edificio di mattoni rossi oltre i binari della ferrovia. Beatrice, sbarcata a Rye munita di un solo baule e di una bicicletta da mostrare in giro come un vessillo d’indipendenza, aveva viaggiato molto con il suo defunto padre, dall’Ovest americano alle qasba del Marocco, fino ai più piccoli e sconosciuti villaggi dell’Italia del Sud, quindi la sua, era una mente aperta, che avrebbe potuto essere utile al Paese. In un momento cruciale come quello, l’Europa con il fiato sospeso dopo che il 28 giugno a Sarajevo in un attentato compiuto dal nazionalista serbo Gavrilo Princip era stato ucciso insieme alla moglie l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este, erede al trono d’Austria-Ungheria, donne come Agatha e Beatrice avevano bisogno di provare il proprio valore. Considerato che finora Mrs Kent non aveva mai fatto pressioni per
“una cosa così scandalosa come assumere una donna per insegnare il latino”
la gentildonna era personalmente responsabile per Beatrice Nash.
“«Ho puntato tutto su di voi. Miss Nash. Sono stata chiara?». «Non vi deluderò, Mrs Kent»”. Mentre il Vecchio Continente si avviava velocemente verso il crepuscolo, a breve il 4 agosto la Germania avrebbe dichiarato guerra al Belgio invadendolo, Beatrice Nash “giovane donna istruita” che “non era stata cresciuta per essere timida”, si accingeva a combattere la sua guerra personale osservata con curiosità e diffidenza dalla sonnolenta ma non troppo, comunità di Rye.
Nelle note finali del testo l’autrice rivela che la lettura di “La mia vita” di Agatha Christie e “Generazione perduta” di Vera Brittain le hanno permesso di entrare nella vita di giovani donne cresciute durante un periodo tumultuoso, in cui la loro rigida educazione era stata spazzata via dal caos della Grande Guerra.
“Voglio insegnare, studiare e scrivere come faceva mio padre, e non voglio che i miei sforzi vengano presi meno seriamente soltanto perché sono una donna”.
L'estate prima della guerra
Amazon.it: 9,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’estate prima della guerra
Lascia il tuo commento
“È guerra: e adesso scende su di noi l’inverno
del mondo, con il suo buio di morte.”
Wilfred Owen, 1914
Da questi versi prendo l’incipit per descrivere il bel romanzo di Helen Simonson "L’estate prima della guerra" (Neri Pozza, 2016).
“Rye emergeva dalle paludi piatte come un’isola, una piramide disordinata di tetti di tegole rosse illuminati dai raggi obliqui del sole che scendeva all’orizzonte.”
In questa piccola e provinciale cittadina inglese, all’alba della Grande Guerra, arriva Beatrice Nash, nuova insegnante di latino nella scuola locale: da poco orfana di padre, con cui ha condiviso una vita di cultura e viaggi, deve provvedere a sé, in quanto non maritata, e per sfuggire al controllo severo e acido della zia, accetta di intraprendere una nuova vita nel Sussex.
Ad accoglierla Lady Agatha Kent, dama del paese, progressista e con grande influenza nel consiglio scolastico, la quale la inserisce subito, non solo nell’organico studentesco, ma anche nella cerchia familiare, composta da suo marito John e dai suoi due nipoti, Hugh Grange, medico specializzando, e Daniel Bookham, giovane poeta.
L’estate che prelude all’inferno del mondo, trascorre tra feste, pettegolezzi, frenesia ed energia votate a rendersi utili, ma senza comprendere appieno la portata della guerra e la sua forza distruttiva.
Tra siparietti piacevoli e leggeri ci si avvicina all’attentato di Sarajevo; a quel punto lo stile del racconto cambia, diventa più incisivo, più profondo e penetrante, e trasmette tutto il senso della vita, e della morte, delle gioie, e delle tragedie, in un flusso di lettura scorrevole e coinvolgente, che appassiona anche di più rispetto alla prima parte.
Un libro che descrive molto bene anche il paesaggio del Sussex di cui è originaria la stessa autrice, che si è ispirata a “Generazione perduta" di Vera Brittain e al ritratto “Henry James al lavoro” del famoso scrittore.