La figlia del mercante di tè
- Autore: Janet MacLeod Trotter
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2017
“La figlia del mercante di tè” (Newton Compton, 2017, titolo originale The Tea Planter’s Daughter, traduzione di Anna Ricci) è il romanzo della scrittrice inglese Janet MacLeod Trotter, cresciuta nel Nordest dell’Inghilterra autrice di sedici bestseller, inclusa la popolare Jarrow Trilogy, e di un memoir, “Beatles & Chiefs”, presentato alla BBC Radio Four.
Assam, India, 1904. Jock Belhaven era ormai l’ombra di quel soldato arricchito che anni prima era arrivato tra le colline di Assam dalle terre selvagge della Northumbria convinto di saper gestire una piantagione di tè. Ora Belgooree era oberata di debiti anche perché il mercato sul quale venivano vendute le foglie delicate di tè
“appariva incerto come la foschia del mattino”.
Infatti, “gli insaziabili palati britannici” avevano cominciato a prediligere le varietà robuste che crescevano nelle vallate calde e umide dell’Assam settentrionale. Inoltre Jock Belhaven colpito da frequenti febbri malariche, e sempre più preda dell’alcol e dell’oppio, non si era più ripreso dalla morte della moglie, avvenuta sette anni prima durante un disastroso terremoto. Jane Cooper, figlia di un impiegato inglese e di una tessitrice di seta dell’Assam, abbandonata all’orfanotrofio cattolico, diventata insegnante nella scuola della missione di Shillong prima del matrimonio, era rimasta schiacciata da un albero che si era schiantato su di lei mentre giaceva distesa sul letto, incinta del terzo figlio. Clarissa (Clarrie) la primogenita di Belhaven assomigliava a sua madre, avendone ereditati i grandi occhi castani e la carnagione scura, mentre la quindicenne Olive aveva i capelli ramati e la pelle più delicata dei Belhaven. L’avvenenza di Clarrie era stata notata dall’arrogante Wesley Robson, appartenente ai Robson di Tyneside, una potente famiglia i cui membri, nati come semplici fittavoli come i Belhaven, si erano arricchiti nel ramo delle caldaie investendo in seguito nel tè. I Robson e i Belhaven avevano avuto uno screzio molti anni prima in Inghilterra per via di alcuni attrezzi agricoli e da allora era nata tra loro una grande rivalità. La spregiudicatezza di Robson si era spinta al punto di offrirsi di salvare Belgooree in cambio della mano di Clarissa, ma Jock aveva rifiutato sdegnato. Clarissa non avrebbe ammesso nemmeno di fronte a se stessa che era attratta dal suo pretendente.
“Una parte di lei era offesa dalla sua sfacciataggine, ma un’altra desiderava ricominciare. Una sensazione che la scosse fin dentro l’anima”.
La situazione era precipitata quando Jock era morto, le figlie avevano messo in vendita la tenuta e a malincuore avevano accettato di recarsi in Inghilterra a Newcastle dove viveva il cugino del padre, Jared. Dall’esotica India dove prima dell’alba si poteva osservare il sole levarsi e sfiorare i picchi dell’Himalaya, fino alla pragmatica Inghilterra. Le orgogliose giovani Belhaven avrebbero dovuto lavorare presso il Cherry Tree Hotel, una delle locande più malfamate della zona orientale di Newcastle, il locale di Jared e di Lily, la sua arcigna e dispotica consorte. Questa era la poco allettante prospettiva che attendeva Clarrie e Olive. Ma Clarissa avrebbe trovato dentro se stessa la forza e la determinazione per dare una svolta alla vita di entrambe.
“Sono orgogliosa di chi siamo”.
In questo romanzo denso di azione e di emozioni, finalista al Romantic Novel Award, l’autrice tratteggia una coinvolgente saga familiare ambientata nell’India del commercio del tè da leggere tutta di un fiato dalla prima all’ultima pagina.
“Sei la Belhaven più schietta e ostinata che sia mai esistita”.
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