In attesa del 20 marzo, l’equinozio di primavera 2022 che segna la fine dell’inverno, iniziamo a pregustare i piaceri della stagione più mite dell’anno.
Il sole si fa più tiepido, spuntano i primi germogli e i fiori sbocciano nei prati ridenti: ogni primavera sembra una nuova nascita, e merita di essere festeggiata come tale.
Sono tanti i poeti e gli artisti che hanno annunciato l’arrivo della primavera nelle loro opere cantando la rinascita della natura con diverse variazioni sul tema. Dal ritorno delle rondini allo sbocciare delle prime margherite, scopriamo tutti i miracoli della primavera attraverso una serie di poesie e filastrocche da leggere e recitare.
Abbiamo selezionato una serie di testi che si prestano in particolar modo per la lettura nelle ore scolastiche, oppure per essere recitati insieme ai più piccoli per festeggiare l’arrivo della stagione più dolce dell’anno.
Ecco 15 filastrocche sulla primavera, per grandi e piccini, da leggere e recitare.
Filastrocca di primavera di Gianni Rodari
Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno,
più dolce la sera.
Domani forse tra l’erbetta
spunterà qualche violetta:
Oh prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.
Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno,
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.
Primavera di Gianni Rodari
Conosco una città
dove la primavera
arriva e se ne va
senza trovare un albero
da rinverdire,
un ramo da far fiorire
di rosa o di lillà:
Per quelle strade murate
come prigioni
la poveretta s’aggira
con le migliori intenzioni:
appende un po’ di verde
ai fili dei tram, ai lampioni,
sparge dei fiori
davanti ai portoni
(e dopo un momentino
se li riprende il netturbino).
Altro da fare
non le rimane,
per settimane e settimane,
che dirigere il traffico
delle rondini, in alto,
dove la gente
non le vede e non le sente.
Di verde in quella città
(e dirvi il suo nome non posso)
ci sono soltanto i semafori
quando non segnano rosso.
Aprile di Dante Dini
Ecco aprile giovinetto
che ha negli occhi le viole.
Con il primo mite sole
vien danzando per le aiuole
un allegro minuetto.Lo salutano i ruscelli,
canticchiando in freschi cori:
lo salutano gli odori
delle mammole e dei fiori
ed il trillo degli uccelli.
Benedetta primavera di Renzo Pezzani
La goccia che cade dal tetto
batte il piede sulla soglia.
C’era una gemma ed or c’è una foglia,
se c’era un’erba ti guarda un fioretto.
Ti guarda un fiore che ieri non c’era.
Benedetta primavera.Favilla d’oro da un fuoco
esce l’ape al suo bel gioco.
I fiori conta per quanti sono,
prima li punge poi chiede perdono.
Al bimbo il miele a Dio la cera.
Benedetta la primavera.Esci tepido il coniglio.
Nasce l’agnello su un ciuffo d’erbetta,
cammina adagio e sua madre l’aspetta.
Lo dice a tutti che quello è suo figlio,
che ha patito, che spera.
Benedetta la primavera.Brilla il grano, capelli fini
del campo, come ai bambini.
Spino di canto un uccello si sente.
Lo cerca l’occhio di un’acqua innocente,
neve sfatta come cera.
Benedetta la primavera.
Risveglio di Renzo Pezzani
La primavera
si desta, si veste,
per prati e foreste.
Guarda un giardino,
ci nasce un fioretto.
Guarda un boschetto,
c’è già l’uccellino.
Guarda la neve,
già corre il ruscello:
viene l’agnello
si china e ne beve.
Guarda il campetto,
già il grano germoglia.
Tocca un rametto
ci spunta una foglia.
Canta l’uccello
nel folto del rovo:
Il mondo è bello
vestito di nuovo.
Canto d’aprile di V. Maselli
Già frondeggia, sfiorito, il biancospino
che primo salutò la primavera:
già il nido i merli, sul leccio e sul pino,
chiassosi fanno: e al giunger della sera
l’usignolo flauteggia innamorato.
Già grida nell’azzurro
il volo delle rondini veloci:
già le garrule voci
dei bambini sul prato
sopraffanno il sussurro
dei fiorellini a schiera,
e il cuore delle mamme, in quelle voci.
È forse primavera di Marzia Cabano
C’è un po’ di primavera questa sera,
forse è il sole o un sogno che si avvera,
forse il canto di un uccellino,
o la corsa di un altro bambino,
forse la gente che esce di più
e si ferma a parlare così, a tu per tu!C’è un po’ di primavera questa sera,
forse è il sole o un’antica chimera,
forse è una camicia nuova di cotone,
forse è più vicina l’idea dell’ombrellone,
forse son le nonne sedute sulla panca,
o forse sarà quella “andatura stanca”.Quando si va a salutare il sole
con in mano un mazzo di viole,
ecco, una gialla farfalla leggera
sembra dare altra luce alla sera.
Sarà tutto questo, o molto di più
Ma… è primavera, dai, scendi giù!
Il vento di marzo
È il vento
come un monello contento,
che fa capriole
tra l’erbe nuove,
che va in altalena
fischiando stornelli
tra gli alberi verdi
di primavera,
che gioca alla guerra,
prendendo d’assalto
un intero paese.
Nell’attimo che libera di Roberto Piumini
Nell’attimo che libera
la farfalla si leva
il fiore l’ama
e svelto
batte nell’aria i petali
per volare con lei.Ma duro stelo
alla terra lo tiene.
Il fiore è un aquilone
col filo breve.Là e lassù lei vola
con ali rosse e gialle
alta e lontana.
Qui e quaggiù lui solo
legato nella valle
muto chiama.
Ascolta la natura di Tiziano Terzani
Guarda la natura da questo prato,
guardala bene e ascoltala.Là, il cuculo;
negli alberi tanti uccellini
– chi sa chi sono? –
coi loro gridi e il loro pigolio,
i grilli nell’erba,
il vento che passa tra le foglie.Un grande concerto che vive di vita sua,
completamente indifferente,
distaccato da quel che mi succede,
dalla morte che aspetto.Le formicole continuano a camminare,
gli uccelli cantano al loro Dio,
il vento soffia.
Acque di primavera di Giuseppe Fanciulli
Che avviene quest’oggi?
Sonora è la grande montagna.
Ieri taceva; oggi intreccia ghirlande
di risa, di scrosci, di voci
che il vento confonde
facendo fuggire i camosci
giù per le valli profonde.I rami dei boschi fan festa.
Hanno in bocca due viole
e scendono a valle sul corso
dei rivi, tra candide gemme,
tra limpide gocce,
e saltan le rocce
sugli aghi aguzzi e fini
dei pini vestiti di luce.… Nell’ampia armonia delle acque,
come per magia,
su l’erbe splendenti
ricami sapienti
intreccia il sole.
Aprile dolce dormire di Ugo Betti
Svegliati, svegliati, campanaro,
la rondine canta, il cielo è chiaro!
Piglia la corda e suona le campane,
chè il fornaio vuol fare il pane,
ogni cuor vuol palpitare.In ogni casa mamma è desta,
e spalanca la finestra,
e fa tutto, ma pianino,
chè ancora dorme il suo bambino.Dorme con le manucce strette
e l’angelo chissà cosa ci mette!E le campane delle chiesuole:
“Ah, che buon’aria! Oh, che buon sole!”.
Fiorito è il monte, lucente il mare,
e tu, perché non ti vuoi svegliare?
È lei di Eduard Mörike
Torna ad ondeggiare al vento
la sciarpa azzurra della primavera;
dolce, impregnata di presentimento
scorre un’aria leggera.
Le violette sognano la vita
già prossima a sbocciare.
Senti, lontano, un’arpa tintinnare?
Primavera, sei tu, ti ho sentita!
La prima margherita di Lina Schwarz
Si risvegliò la prima margherita
tra l’erbe nuove sopra il breve stelo;
ancora tutta chiusa e infreddolita
levò la testa per guardare il cielo.
Vide venir la primavera e allora
gridò: “Fiorite, o sorelline, è l’ora!”.
La rondinella di R. Fumagalli
Torna la rondinella,
torna di là dal mare;
ha l’ali molto stanche
e deve riposare…
Qui, sotto la mia gronda,
c’è un piccol posticino,
il sol tutto lo inonda,
quando si fa mattino.
Vieni, rondine bella,
qui il nido a fabbricar;
qui posa l’ali stanche
dal tuo lungo volar.
Vi sono piaciute le filastrocche di primavera? Ne conoscete altre? Scrivetecele nei commenti! Speriamo di avervi donato un pizzico di allegria nell’attesa della bella stagione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: 15 filastrocche di primavera per bambini: da leggere e recitare
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Ho dimenticato la primavera
Dicevo
Tutto intorno parla di guerra
Di sofferenza di distruzione
Quest’anno non verrà
Dicevo
Non può ostentare I suoi fiori, i suoi colori
Non può mostrare gioia dove c’è morte
Eppure questa mattina eccola qui
Piccole viole tra le foglie
Gialli narcisi nel giardino incolto
Bianchi rami di alberi in fiore
Eccola, cinica e beffarda ritorna ancora
a ricordare un ciclo che si ripete
insensibile al dolore, alla prevaricazione
allo sguardo di bimbi ammutoliti
Eccola a segnare il nuovo anno
a ricordare un tempo lontano
che dovevamo dimenticare
A rinnovare la memoria
di quello che fu e rischia di tornare