Franz Kafka, nato a Praga nel 1883 e scomparso nel 1924, è tra gli scrittori praghesi uno dei più famosi: la sua biografia, i suoi libri e il suo pensiero che vedremo di seguito raccontano di un autore capace di incantare il suo pubblico fin dagli esordi della sua attività letteraria.
Scrittore in lingua tedesca, Kafka nacque sotto l’Impero austro-ungarico: solo successivamente i territori che abitava passarono alla Repubblica cecoslovacca. Nato da una famiglia ebraica della classe media che viveva nella città di Praga e parlava tedesco, conobbe fin da subito la diversità tra quella che era la popolazione cittadina che parlava il ceco e coloro che mantenevano ben salde le radici tedesche. La comunità ebraica, però, si trovava tra le due correnti e si poneva continue domande: Kafka, al contrario, parlava entrambe le lingue pur considerando il tedesco come lingua madre.
Considerato tra gli esponenti fondamentali del modernismo e del realismo magico, la sua produzione scritta gli è valsa il titolo di figura di spicco della letteratura del XX secolo.
Gli scritti di Kafka, infatti, si distinguono principalmente per la coerenza dei temi trattati: a fare da sfondo alle sue opere sono senza dubbio l’alienazione, la brutalità fisica, il dilemma psicologico, la conflittualità tra genitori e figli, l’angoscia esistenziale.
Le opere di Kakfa, infatti, veicolano sensazioni quali senso di smarrimento, angoscia di fronte all’esistenza, dubbi e crisi psicologica: si tratta di storie in cui l’autore trasporta il lettore in una sorta di analisi introspettiva dalla quale è impossibile sottrarsi.
Non è un caso che gli scrittori che hanno influenzato maggiormente la sua attività letteraria siano Albert Camus, Gabriel García Márquez e Jean-Paul Sartre.
Di seguito i principali libri scritti da Kafka che hanno reso lo scrittore famoso, nonché un approfondimento su quello è stato il suo pensiero letterario.
I libri più famosi di Franz Kafka e il pensiero dell’autore
Tra i libri più famosi di Franz Kafka tutti ricorderanno La metamorfosi, in lingua originale Die Verwandlung, dove mette in scena quella che è forse la sua creatura più celebre, ovvero lo scarafaggio Gregor Samsa. Una vera e propria metafora dell’alienazione umana che lo scrittore racconta utilizzando un linguaggio schietto e poetico al tempo stesso.
Il suo primo romanzo, però, fu Der Verschollene , ovvero Il disperso, iniziato nel 1912 e rimasto incompiuto fino a quando fu pubblicato nel 1927 in seguito alla morte dell’autore con il titolo di America.
Nel 1914, invece, Kafka diede vita ad un nuovo romanzo dal titolo Il processo, in cui racconta la storia di un uomo arrestato e processato per un crimine del quale è accusato ma che non viene rivelato né a lui né al lettore. Anche questo lavoro rimase incompiuto nonostante l’ultimo capitolo fosse stato portato a termine.
Nel 1922 è la volta di un nuovo inizio: si tratta del romanzo Il castello , in lingua originale Das Schloss, in cui il protagonista è un agrimensore che per motivi che non si conoscono vuole accedere a tutti i costi alle autorità di un castello che governano il paese. Anche questa volta Kafka interruppe il lavoro prima di arrivare al finale dichiarando, però, che l’interruzione fu volontaria.
Ad ogni modo tutti e tre i romanzi hanno portato alla luce i temi caldi del pensiero kafkiano: alienazione, perdita, turbamento psicologico, impossibilità di raggiungere ciò che si desidera, frustrazione e così via.
Inoltre ciò che è interessante sapere è che poche opere di Kafka furono pubblicate prima della sua morte: nello specifico troviamo le raccolte di racconti Betrachtung (Contemplazione), Ein Landarzt (Un medico di campagna) e qualche opera singola (ad esempio La Metamorfosi) che ritroviamo in alcune riviste letterarie.
La maggior parte dei suoi lavori, al contrario, arrivarono ai lettori solo dopo la sua scomparsa: è il caso, ad esempio, di una raccolta di racconti dal titolo Ein Hungerkünstler (Un digiunatore), pubblicata solo dopo che venne a mancare.
Della pubblicazione dopo la sua morte si occupò un suo carissimo amico, Max Brod, che si preoccupò delle opere rimaste incompiute (come Il Processo, Il Castello e America) nonostante Kakfa da vivo aveva espresso il desiderio di vedere i suoi lavori distrutti una volta deceduto.
Tra le opere di Kafka vi sono, inoltre, una serie di racconti non antologizzati:
- Descrizione di una battaglia (Beschreibung eines Kampfes, 1904-05)
- Preparativi di nozze in campagna (Hochzeitsvorbereitungen auf dem Lande, 1907)
- Colloquio con l’orante (Gespräch mit dem Beter, 1909)
- Colloquio con l’ubriaco (Gespräch mit dem Betrunkenen, 1909)
- Richard e Samuel (Richard und Samuel, 1911), scritto con Max Brod
- Gli aeroplani a Brescia (Die Aeroplane in Brescia, 1911)
- La condanna, oppure Il verdetto (Das Urteil, 1912)
- Strepito (Großer Lärm, 1912)
- Il fochista (Der Heizer, 1913), primo capitolo di Amerika
- La metamorfosi (Die Verwandlung, 1915)
- Nella colonia penale (In der Strafkolonie, 1919)
- L’arruolamento (Die Truppenaushebung)
- Un eroismo quotidiano (Ein alltäglicher Heroismus)
Vi sono, infine, una serie di lettere, che danno vita ad un vero e proprio epistolario, i diari e una produzione cinematografica e teatrale nata proprio dagli scritti di Franz Kafka.
Recensione del libro
Lettere a Milena
di Franz Kafka
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Franz Kafka: biografia, libri e pensiero
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Approfondimenti su libri... e non solo Franz Kafka Storia della letteratura
Franz Kafka era uno degli autori che proponevo ai miei alunni quando insegnavo. In classe leggevamo commentandole alcune novelle come ‘La Metamorfosi’ e ‘Un medico di campagna’, perché mi consentivano di affrontare temi apparentemente assurdi e inquietanti, come l’incubo, per rappresentare la condizione dell’uomo contemporaneo.
Queste novelle tutte giocate sull’assurdo ci inducono a meditare sul senso della vita non diversamente da Cèchov e da Pirandello con i loro racconti più realistici, ma Kafka esprime il suo messaggio in modo meno diretto più ambiguo, il suo modo di comunicare è profondamente allusivo e capace di suggestioni diverse.
Nella novella ‘Un medico di campagna’ l’assurdo regna sovrano, lo scrittore per esprimere i suoi sentimenti e la sua concezione della vita, anziché prendere spunto dalla realtà, preferisce costruire una storia fantastica, fuori da ogni verosimiglianza. Retour ligne automatique
Il racconto dunque non è realistico: eppure ci accorgiamo che ci dice qualcosa di riconoscibile, in quanto richiama sensazioni che anche noi qualche volta abbiamo provato.
Il protagonista è un medico: svolge dunque una professione utile all’umanità che è considerata come una missione e per la quale si richiede una speciale vocazione che il protagonista affronta con spirito di sacrificio.
Se leggiamo l’intera storia come metafora della vita: lo scrittore presenta la vita come governata dal caso, i fatti si succedono senza un rapporto di causa ed effetto, in modo caotico e incomprensibile.
La successione degli avvenimenti è spesso illogica. Inquietante nel racconto è la presenza dei cavalli, l’uso del tempo e la descrizione dello spazio, ci accorgiamo che il racconto irrealistico ci dice qualcosa di riconoscibile, ha l’andamento di un sogno, un brutto sogno. E come sappiamo nei sogni la logica è sospesa o funziona in modo strano. Retour ligne automatique
A questo punto sta a noi decifrarne il significato e scioglierne l’ambiguità.