Il 14 marzo 1879 nasceva a Ulma, nel sud della Germania, Albert Einstein, Premio Nobel per la Fisica nel 1921, padre della teoria della Relatività, considerato il più importante fisico del XX secolo.
Il suo nome e il suo volto sono diventati l’emblema stesso della genialità, ma ci sono anche altre ragioni per le quali Einstein viene ricordato in questo periodo difficile per la politica internazionale: il suo pacifismo e la sua posizione in merito alla bomba atomica.
Einstein fu accusato di aver creato la bomba atomica ed, in effetti, questa visione corrisponde in parte a verità: ma il fisico non lavorò mai attivamente al progetto della bomba. La sua celebre formula E=mc^2 fu indispensabile per sviluppare l’ordigno atomico perché implicava l’equivalenza tra massa ed energia capace di innescare la reazione a catena in grado di generare una bomba a fissione nucleare, dunque un’arma di distruzione di massa.
Il fisico tedesco tuttavia quando creò l’equazione letale non avrebbe mai immaginato che quest’ultima potesse essere utilizzata per scopi militari. Per tutta la vita Albert Einstein si oppose strenuamente all’uso del nucleare per motivi bellici.
In numerose testimonianze condannò le armi nucleari e, in particolar modo, sulla bomba atomica si espresse con parole durissime.
Scopriamo qual è la famosa frase pronunciata da Einstein e il significato che si cela dietro di essa.
La frase di Albert Einstein sulla bomba atomica
L’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi.
Einstein tramite un’efficace metafora espresse nitidamente il suo pensiero: gli animali (in questo caso lo scienziato prende ad esempio quelli utilizzati in modo sperimentale in laboratorio, i topi, Ndr) non si eliminerebbero mai da soli, mentre l’uomo, costruendo un’arma di distruzione di massa, ha messo a repentaglio la sopravvivenza della sua stessa specie.
L’uomo dunque - che dovrebbe essere il mammifero più evoluto e capace di ragione - costruisce da sé la propria trappola, architetta l’arma che potrebbe condurlo all’estinzione.
Tramite il suo paradosso Albert Einstein voleva probabilmente mettere in luce le contraddizioni della complessa mente umana e dell’intelligenza troppo sviluppata. L’estrema lucidità della sua frase tuttavia oggi, alla luce del conflitto Russia-Ucraina, fa tremare.
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In redazione abbiamo a lungo cercato fonte e origine di questa frase da più parti attribuita ad Einstein senza ottenere risultati certi, tuttavia esiste un libro che racchiude nello specifico il pensiero di Einstein sulla guerra.
Nel libro Perché la guerra (Bollati Boringhieri, 1997, Trad. di Cesare L. Musatti, Silvano Daniele, Sandro Candreva ed Ermanno Sagittario) che contiene il carteggio tra Einstein e Sigmund Freud, viene riportata un’altra frase celebre del fisico tedesco:
Sono sempre stato condannato per l’uso della bomba atomica contro il Giappone.
Freud e Einstein concordavano nell’affermare che combattere tra uomini fosse una decisione prima di tutto irrazionale. La guerra non è un comportamento razionale, ma istintivo, che risponde alle pulsioni più basse dell’uomo.
Ma per quale motivo Albert Einstein è ritenuto il padre della bomba atomica? Quali legami sussistono tra il geniale fisico tedesco e la principale arma di distruzione di massa?
Einstein e la bomba atomica
In principio sembra che Einstein fosse favorevole alla realizzazione della bomba atomica da parte degli americani al fine di prevenirne la costruzione da parte di Hitler. Il fisico infatti credeva che gli Stati Uniti, a differenza della Germania, non avrebbero mai utilizzato l’ordigno per scopi bellici.
In una lettera del 2 agosto 1939 storicamente attribuita ad Einstein (ma probabilmente scritta da Leó Szilárd, Ndr) e indirizzata al presidente Roosevelt, si proponeva di iniziare un programma di ricerca scientifico-tecnologica per sfruttare l’energia nucleare a scopi civili.
Si legge nella lettera:
Alcune ricerche svolte recentemente da E. Fermi e L. Szilard mi inducono a ritenere che l’uranio possa essere trasformato nell’immediato futuro in una nuova e importante fonte di energia
Roosevelt rispose affermativamente alla richiesta creando un comitato per studiare la possibilità di usare l’uranio come arma nucleare. Da quel comitato embrionale nacque infine il Progetto Manhattan che avrebbe progettato le bombe nucleari sganciate su Hiroshima e Nagasaki.
Nel distretto Manhattan furono realizzate in totale quattro bombe: un prototipo chiamato The Gadget, la Little Boy sganciata su Hiroshima, la Fat Man sganciata su Nagasaki e infine la Thin Man.
Einstein non aderì mai al Progetto Manhattan e i membri del comitato americano si impegnarono perché al fisico non fossero divulgate ulteriori informazioni, perché temevano potesse intralciare il loro operato.
Albert Einstein si unì ad Albert Schweitzer e Bertrand Russell nel combattere contro i test e le sperimentazioni militari della bomba atomica. Nel 1945 si oppose strenuamente al lancio della bomba sul Giappone, intuendone le drammatiche conseguenze.
Il manifesto Einstein-Russell contro il nucleare
Dopo la guerra, Einstein fece forti pressioni per il disarmo nucleare in tutto il mondo. Non fu mai ascoltato.
Einstein era profondamente cosciente del potere distruttivo delle armi nucleari e cercò, sino alla fine della sua esistenza, di rinnegare quella scoperta che fu, tra le tante, l’origine della sua fama e, al contempo, la sua sventura. Un genio che avrebbe voluto rinnegare la sua genialità, consapevole che spesso l’uomo non è capace di usare l’intelligenza e, soprattutto, la scienza a fin di bene.
Il 9 luglio 1955, due mesi dopo la morte di Einstein, venne reso pubblico il Manifesto Einstein-Russell contro la guerra nucleare durante una cerimonia tenutasi a Caxton Hall a Londra.
Il testo postumo scritto dal fisico in quell’occasione fu letto ad alta voce dal filosofo Bertrand Russell: scienza e filosofia si incontravano su un terreno comune promulgando un messaggio di pace. Le parole di Einstein mettevano in guardia l’umanità e sembravano custodire una sorta di messaggio apocalittico:
In una guerra futura saranno certamente usate armi nucleari e queste armi minacciano la continuazione dell’esistenza umana.
Quelle parole erano il testamento spirituale di Einstein, deceduto a Princeton il precedente 18 aprile. La grande mente della scienza moderna, prima di andarsene, si premurava di lasciare un messaggio di vitale importanza per l’intera umanità.
Il Manifesto, controfirmato da altri nove eminenti studiosi, ebbe conseguenze pratiche immediate. È facendo riferimento a esso che, nel 1957, nacquero le Pugwash Conferences on Science and World Affairs, il cui scopo principale era la costruzione della pace e, in particolare, il disarmo nucleare.
Il messaggio portato dal Manifesto Einstein-Russell è ancora attuale, soprattutto oggi che la guerra nucleare appare come una drammatica possibilità e la minaccia incombe, più oscura che mai, rendendosi manifesta attraverso i discorsi del leader del Cremlino Vladimir Putin.
Le parole di Albert Einstein, che riteneva impossibile che l’umanità potesse creare qualcosa che fosse in grado di distruggerla, oggi appaiono profetiche e, ancora una volta, tragicamente inascoltate.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La frase di Albert Einstein sulla bomba atomica
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