Il suo vero nome, Amantine Aurore Lucile Dupin, era dolce e nobiliare, ricordava la marca di un profumo francese. Lei lo cancellò con un colpo di penna ribattezzandosi con il suo pseudonimo da scrittrice, George Sand, con il quale sarebbe passata alla storia.
Le cronache del tempo la descrivono come un personaggio singolare: era piuttosto bassa di statura e vestiva abiti da uomo che indossava con spigliatezza, nonostante non aiutassero a farla apparire più alta. Aveva capelli neri tagliati corti e occhi ancora più scuri. Molte fotografie in bianco e nero la ritraggono mentre fuma un sigaro guardandosi intorno distrattamente, senza vedere davvero.
Ecco dunque un’immagine che ci restituisce l’identità sfuggente di George Sand, una donna che nel 1831 aveva lasciato marito e figli e se n’era andata a Parigi con l’amante ventenne ripromettendosi di guadagnarsi da vivere tramite la scrittura. Per farlo doveva necessariamente camuffarsi e dunque aveva adottato un nome nuovo, maschile, con cui firmò il suo primo romanzo Indiana dato alle stampe nel 1832.
Era nata una scrittrice, o meglio una delle prime donne che riuscirono a vivere esclusivamente di scrittura. Il libro fu un successo, nei salotti di Parigi si iniziò a parlare di quel nuovo “scrittore” e ormai il nome di “George Sand” era sulla bocca di tutti. L’autrice stette al gioco e iniziò a vestirsi in abiti maschili per frequentare i luoghi di ritrovo sociale all’epoca interdetti alle donne: i vestiti che indossava dunque non erano presa di posizione identitaria, ma semplicemente un modo per sfuggire al pregiudizio e rivendicare il proprio anelito alla libertà.
Ma procediamo con ordine ora e scopriamo la vita, come un romanzo, dell’enigmatica Aurore Dupin alias George Sand.
George Sand: la vita
Amantine Aurore Lucile Dupin nacque a Parigi il 30 giugno 1804, figlia di un aristocratico discendente diretto del re di Polonia. La giovane Aurore ricevette un’istruzione ricchissima, leggeva soprattutto Rosseau, e dimostrò un’intelligenza agile e una memoria di ferro. Fu mandata in convento come si conveniva alle ragazze di buona famiglia e, una volta raggiunta l’età da marito, venne data in sposa all’ereditiere Casimir Dudevant.
Ma Aurore aveva un animo troppo ardente per sottostare alle regole. Aveva già rivelato un carattere audace mostrandosi agli inorriditi vicini mentre cavalcava vestita da uomo, ma una volta cresciuta oltrepassò ogni limite. Non si limitò a suscitare sospiri e mugugni di riprovazione, diede apertamente scandalo. Insoddisfatta del matrimonio iniziò ad avere numerosi amanti, di cui non faceva mistero. Addirittura si vociferava che la sua seconda figlia fosse nata da uno di loro.
Nel 1831 senza troppi rimorsi abbandonò marito e figli per recarsi a Parigi insieme al suo giovane amante, il giornalista ventenne Jules Sandeau. I due cominciarono a scrivere articoli a quattro mani che pubblicavano con lo pseudonimo di Jules Sand. Per poter pubblicare il suo primo romanzo Aurore decise di modificare quello stesso nome con un ultimo ritocco, trasformando quindi il francese “Jules” in “George” in omaggio ai suoi studi di letteratura inglese.
George Sand: tra passione e letteratura
Scriveva a un ritmo forsennato, come in preda a un delirio, tanto che neppure il giovane Jules riusciva a tenerle dietro e ben presto la lasciò libera di andare per la sua strada. Nel 1832 venne dato alle stampe Indiana, il suo primo romanzo, in cui la protagonista che vive in campagna prigioniera di un matrimonio borghese sogna un amore che vada oltre le convenzioni e i pregiudizi. Due anni dopo pubblicò il suo secondo romanzo, Leila.
Mentre la sua carriera letteraria si avviava George Sand iniziò a intrecciare numerose - e chiacchierate - relazioni amorose. Si legò tra gli altri anche allo scrittore Alphred de Musset, storia che documentò nel romanzo passionale Elle et lui (1859). Le fu attribuito anche un flirt con l’attrice Marie Dorval, amata da Alfred de Vigny, che provocò scandalo e l’irreparabile gelosia di Alfred.
Nel frattempo la scrittura di Sand si orientava sempre più verso l’impegno politico. Conobbe Pierre Leroux che le mostrò l’importanza del socialismo umanitario. La scrittrice allora fece delle sue opere degli strumenti di rivendicazione per tutti i soggetti subalterni, non solo per le donne. La sua scrittura assunse quindi una prospettiva più ampia, generazionale; si rifiutò di scrivere solo per se stessa, voleva che la scrittura diventasse uno strumento sociale.
In questo periodo fondò anche un suo giornale chiamato La révue indépendante (La rivista indipendente, Ndr), in cui dava finalmente voce ai suoi ideali. Partecipò in modo attivo alla Rivoluzione del 1848 redigendo il “Bollettino della Repubblica” nel quale inseriva quotidianamente degli inviti alla rivolta.
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Nel 1849 pubblicò uno dei suoi romanzi più celebri La petite Fadette (La piccola Fadette, Ndr), in cui ricordava le esperienze d’infanzia vissute nella campagna di Nohant. Nel personaggio di Fanchon Fadet, un’emarginata, dai comportamenti molto liberi e anticonformisti, non è difficile cogliere un riflesso della giovane Aurore Dupin che aveva abdicato al suo nome.
Scrittrice affermata, ormai considerata una celebrità, George Sand intrecciò una turbolenta relazione con Fryderyk Chopin. Il compositore la ricorda in una lettera datata 10 ottobre 1838 in cui descrive il loro primo incontro quando gli occhi neri di George Sand “si posarono come brace su di me”. La liason tra i due durò molti anni, si interruppe a causa dell’inimicizia nata tra il musicista e il figlio di lei, Maurice. In questo stesso periodo, all’età di quarant’anni, George Sand iniziò a redigere l’autobiografia L’histoire de ma vie (Storia della mia vita, Ndr). Nell’introduzione affermava che raccontarsi era un “dovere doloroso” che si trovava ad adempiere per poter portare perfettamente alla luce la natura del soggetto scrivente. Credeva nell’autobiografia come rimedio per lo spirito; la scrittura diventava così una forma di cura.
Del resto la sua vita era come un romanzo, non era necessario aggiungere alcun colpo di scena a quel L’histoire de ma vie, era come un copione già scritto.
L’eredità di George Sand
Terminata la rivoluzione, ormai anziana, George Sand si ritirò nella tenuta di famiglia di Nohant. Non smise mai di scrivere, una delle sue ultime opere fu dedicata alle nipoti e recava il titolo di Racconti di una nonna.
Il suo successo era consolidato già in vita, aveva scritto più settanta romanzi. Negli ultimi anni Sand strinse forte amicizia con Alexander Dumas figlio, con il quale scrisse un libro a quattro mani, e con Gustave Flaubert che al funerale la pianse come si piange una madre.
George Sand si spense l’8 giugno 1876, nella sua tenuta di Nohant. Al suo funerale Victor Hugo disse che “salutava un’immortale”, lasciando intendere che la sua eredità non si sarebbe mai spenta.
Era stata la prima scrittrice della storia ad affermarsi in quanto tale, tramite quell’identificazione unica e rivoluzionaria tra testo e autore che fondeva il romanzo all’autobiografia. Lo pseudonimo di George Sand - che, si guardi bene, non è propriamente maschile - le aveva permesso di reinventarsi sulla pagina bianca rinascendo nuova a se stessa, scoprendo di avere una voce.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: George Sand: la vita come un romanzo
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