William Blake ci invita a vedere il mondo in un granello di sabbia, ovvero l’Infinito nel particolare. Inizia con questa sentenza peculiare, To see a world in a grain of sand, il suo poema più famoso Auguries of Innocence (in italiano Gli auguri dell’innocenza) contenuto in Songs of Innocence and of Experience (1794).
Pare che la poesia fu ritrovata postuma in uno dei quaderni di Blake, ora noto come The Pickering Manuscript, e pubblicata solo nel 1863 grazie al lavoro dello studioso Alexander Gilchrist. Fu composto nel 1783, ma rimase inedito per quasi sessant’anni. Si tratta di un poema epigrammatico, basato sul paradosso e sul contrasto, che ha ispirato anche uno dei più famosi libri di Agatha Christie, Nella fine è il mio principio (1967), il cui titolo originale è Endless Night e si focalizza proprio sulla logica del paradosso.
L’elogio dell’innocenza di William Blake è un’esortazione a prestare attenzione alle piccole cose della vita, poiché da lì derivano tutte le grandi; ma leggere il poema in questo senso risulterebbe riduttivo. In verità il componimento originale è molto lungo e dischiude molteplici chiavi interpretative, il suo significato è complesso e tutt’altro che prevedibile.
L’invito di William Blake è certo spirituale, ma anche concreto, ci sta chiedendo di essere “padroni del nostro tempo”, di divenire un’unità salda di corpo e spirito. Il paradosso iniziale proposto da Blake infine si rovescia in una proposizione matematica perfettamente esatta: pensiamo alla linea retta, intesa come insieme infinito di punti che non ha inizio né una fine.
Il legame tra eternità e istante proposto dal poeta britannico, d’un tratto, non appare più così incomprensibile né fallace.
Vediamo più nel dettaglio analisi e significato del poema di Blake.
“Gli auguri dell’innocenza”: la prima strofa del poema
La prima strofa del poema di Blake, Gli auguri dell’innocenza o Canto dell’innocenza, recita così ed è forse la più famosa dell’intero componimento:
To see a world in a grain of sand
And a heaven in a wild flower,
Hold infinity in the palm of your hand,
And eternity in an hour.
Traduzione:
Vedere un mondo in un granello di sabbia
E un paradiso in un fiore selvatico,
Tenere l’infinito nel palmo della mano,
E l’eternitá in un’ora.
I primi quattro versi hanno dischiuso un intero immaginario e sono i più studiati in letteratura. Blake ci porta a mettere in discussione la nostra percezione delle cose, il modo in cui vediamo, la maniera in cui sentiamo.
L’esortazione è la stessa: vedere l’Infinito nel particolare e il poeta prolunga il suo invito strutturando una climax ascendente: dal concreto all’astratto, dagli oggetti materiali sino al concetto impalpabile, inafferrabile, di tempo. Vedere il mondo in un granello di sabbia; il paradiso in un fiore selvatico; tenere l’Infinito nel palmo di una mano e, infine, sperimentare l’eternità di un istante. I primi versi fanno riferimento esclusivamente alla vista, ma poi i riferimenti si elevano: dal visibile all’invisibile.
William Blake ci sta esortando a sentirci Infinito, ad avvertire tutta l’unicità e la potenzialità del nostro destino. Un concetto che, a ben vedere, si accorda perfettamente con l’American Reinassance (Il Rinascimento americano), anche se qui ci troviamo ad altre latitudini. L’influenza della poesia di Blake su Ralph Waldo Emerson è stata osservata da autorevoli critici; forse l’autore inglese non era consapevole di contribuire, con i suoi scritti, a fondare l’autentica religione americana, ma certo era perfettamente conscio del significato religioso del suo poema.
Ciò che l’autore voleva mettere in evidenza era il dissidio tra esperienza e innocenza, inteso anche nel conflitto tra Fede e Religione, mostrando la corruzione della Chiesa cattolica del proprio tempo. L’innocenza, teorizza Blake, viene progressivamente distrutta: è originaria, non contaminata, nei bambini ma si sgretola e svanisce nell’incedere verso l’età adulta.
La misericordia ha un cuore umano,
mentre la pietà si rivela nel volto dell’uomo.
Le parti più importanti del poema sono la strofa iniziale e quella finale. Nella conclusione troviamo una professione di fede che si esplicita nell’affermazione: “Dio appare e Dio è luce”.
Dio appare e Dio è luce
Per quelle povere anime che abitano la notte
Ma mostra una forma umana
A coloro che dimorano nei regni del giorno.
Torna il contrasto tra concreto e astratto, tra visibile e invisibile. Viene a comporsi, verso dopo verso, una sorta di profezia, di giudizio universale. L’autore unisce i poveri con i ricchi, i puri di cuore con i malfattori, come se fossero al cospetto di Dio e, nella conclusione, lo rende manifesto. Dalla dimensione propriamente umana - nella parte centrale Blake fa riferimento ai vizi che, a suo giudizio, stanno rovinando gli inglesi, quali la prostituzione e il gioco d’azzardo - per poi giungere a una dimensione trascendente, quasi oltreumana.
Secondo il poeta T.S. Eliot la poesia di Blake ha la funzione di mostrarci l’onestà in un mondo disonesto.
Il significato di “Canto dell’innocenza” di Blake
In realtà l’intento di William Blake, attraverso la continua contrapposizione tra innocenza ed esperienza, era quello di mostrare il caos insito nella vita. Nulla è lineare in questo poema, ogni cosa comprende il suo opposto. Attraverso questo continuo e insistito paradosso Blake vuole mettere in luce la contrapposizione tra l’umanità corrotta e la natura incontaminata, tra il mortale e l’eterno, sino a giungere a una sorta di sublimazione, di apoteosi del divino. Il fine della poesia è la ricerca di una sorta di verità cosmica, universale che si rivela proprio attraverso i mondi nascosti in un granello di sabbia. Per l’intero poema Blake adotta lo stesso procedimento: ogni cosa nominata nasconde qualcos’altro in un processo di continuo e progressivo disvelamento: il pettirosso in gabbia rappresenta la libertà schiacciata dalla tirannia e così via, ogni oggetto, animale, sensazione nominata nei versi si fa specchio riflesso di qualcosa di più astratto, di una condizione universale.
Gioia e dolore sono tessuti con cura
Un vestito per l’anima divina
L’innocenza del mondo si rinnova ogni giorno, ma l’essere umano non è più in grado di guardarla, né di coglierla. Allora Blake si serve degli strumenti della poesia come profeta con l’arte della retorica: sfrutta metafore, metonimie, inversioni sintattiche e allitterazioni per rafforzare il suo significato.
La bellezza si trova nelle cose comuni, quotidiane, non va ricercata altrove e, secondo la visione puritana di Blake, è proprio la bellezza intesa nel suo senso trascendente a connetterci a Dio.
L’estate è, in fondo, la stagione dell’innocenza che forse trova il suo significato più estremo e più puro nell’infanzia. C’è stato un momento in cui davvero sapevamo riconoscere “il mondo in un granello di sabbia”: forse dovremmo cercare di recuperare quel momento, quella purezza di sguardo, quell’innocenza perduta.
“Il canto dell’innocenza” di William Blake: testo completo
To see a World in a Grain of Sand
And a Heaven in a Wild Flower
Hold Infinity in the palm of your hand
And Eternity in an hourA Robin Red breast in a Cage
Puts all Heaven in a Rage
A Dove house filld with Doves & Pigeons
Shudders Hell thr’ all its regions
A dog starvd at his Masters Gate
Predicts the ruin of the State
A Horse misusd upon the Road
Calls to Heaven for Human blood
Each outcry of the hunted Hare
A fibre from the Brain does tear
A Skylark wounded in the wing
A Cherubim does cease to sing
The Game Cock clipd & armd for fight
Does the Rising Sun affright
Every Wolfs & Lions howl
Raises from Hell a Human Soul
The wild deer, wandring here & there
Keeps the Human Soul from Care
The Lamb misusd breeds Public Strife
And yet forgives the Butchers knife
The Bat that flits at close of Eve
Has left the Brain that wont BelieveThe Owl that calls upon the Night
Speaks the Unbelievers fright
He who shall hurt the little Wren
Shall never be belovd by Men
He who the Ox to wrath has movd
Shall never be by Woman lovd
The wanton Boy that kills the Fly
Shall feel the Spiders enmity
He who torments the Chafers Sprite
Weaves a Bower in endless Night
The Catterpiller on the Leaf
Repeats to thee thy Mothers grief
Kill not the Moth nor Butterfly
For the Last Judgment draweth nigh
He who shall train the Horse to War
Shall never pass the Polar Bar
The Beggars Dog & Widows Cat
Feed them & thou wilt grow fat
The Gnat that sings his Summers Song
Poison gets from Slanders tongue
The poison of the Snake & Newt
Is the sweat of Envys Foot
The poison of the Honey Bee
Is the Artists JealousyThe Princes Robes & Beggars Rags
Are Toadstools on the Misers Bags
A Truth thats told with bad intent
Beats all the Lies you can invent
It is right it should be so
Man was made for Joy & Woe
And when this we rightly know
Thro the World we safely go
Joy & Woe are woven fine
A Clothing for the soul divine
Under every grief & pine
Runs a joy with silken twineThe Babe is more than swadling Bands
Throughout all these Human Lands
Tools were made & Born were hands
Every Farmer Understands
Every Tear from Every Eye
Becomes a Babe in Eternity
This is caught by Females bright
And returnd to its own delight
The Bleat the Bark Bellow & Roar
Are Waves that Beat on Heavens Shore
The Babe that weeps the Rod beneath
Writes Revenge in realms of Death
The Beggars Rags fluttering in Air
Does to Rags the Heavens tear
The Soldier armd with Sword & Gun
Palsied strikes the Summers Sun
The poor Mans Farthing is worth more
Than all the Gold on Africs Shore
One Mite wrung from the Labrers hands
Shall buy & sell the Misers Lands
Or if protected from on high
Does that whole Nation sell & buy
He who mocks the Infants Faith
Shall be mockd in Age & Death
He who shall teach the Child to Doubt
The rotting Grave shall neer get out
He who respects the Infants faith
Triumphs over Hell & Death
The Childs Toys & the Old Mans Reasons
Are the Fruits of the Two seasons
The Questioner who sits so sly
Shall never know how to Reply
He who replies to words of Doubt
Doth put the Light of Knowledge out
The Strongest Poison ever known
Came from Caesars Laurel Crown
Nought can Deform the Human Race
Like to the Armours iron brace
When Gold & Gems adorn the Plow
To peaceful Arts shall Envy Bow
A Riddle or the Crickets Cry
Is to Doubt a fit Reply
The Emmets Inch & Eagles Mile
Make Lame Philosophy to smile
He who Doubts from what he sees
Will neer Believe do what you Please
If the Sun & Moon should Doubt
Theyd immediately Go out
To be in a Passion you Good may Do
But no Good if a Passion is in you
The Whore & Gambler by the State
Licencd build that Nations Fate
The Harlots cry from Street to Street
Shall weave Old Englands winding Sheet
The Winners Shout the Losers Curse
Dance before dead Englands HearseEvery Night & every Morn
Some to Misery are Born
Every Morn and every Night
Some are Born to sweet delight
Some are Born to sweet delight
Some are Born to Endless Night
We are led to Believe a Lie
When we see not Thro the Eye
Which was Born in a Night to perish in a Night
When the Soul Slept in Beams of Light
God Appears & God is Light
To those poor Souls who dwell in Night
But does a Human Form Display
To those who Dwell in Realms of day.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Vedere un mondo in un granello di sabbia”: gli auguri in poesia di Blake
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