Il passato
- Autore: Tessa Hadley
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2017
Parte con lentezza la narrazione che la scrittrice inglese Tessa Hadley affida al romanzo appena pubblicato da Bompiani, dal titolo “Il passato”, diviso nella struttura in tre parti, che la stessa autrice dice di aver mutuato da un celebre romanzo della connazionale Elizabeth Bowen, La casa di Parigi.
Il primo capitolo, il presente, ci introduce i personaggi della storia: quattro fratelli, Alice, Harriet, Roland, Fran, figli di un pastore della chiesa anglicana, decidono di tornare per tre settimane nella casa paterna, nella campagna agricola inglese, a Kington. La vecchia casa è rimasta come era stata lasciata dai genitori, Grantham e Sophy, dopo la loro morte; non ci sono comodità, tutto è un po’ fatiscente, a cominciare dal tetto da cui piove, e dalla mancanza di riscaldamento. La prima ad arrivare è Alice, attrice fallita, che porta con sé il figlio dell’ex compagno, il giovane Kasim, di origine pakistana, l’unico estraneo al gruppo di famiglia. Harriet, la sorella maggiore, single, lavora con i rifugiati ed è una donna solitaria ed inasprita. Fran, la minore, arriva con i due figli, Ivy e Arthur, bambini svegli e fantasiosi, mentre il marito Jeff ha declinato l’invito. Tutti sono in attesa del ritardatario, il fratello Roland, che presenterà la sua nuova moglie, la giovane avvocato argentina Pilar; arrivano al volante di una fiammante Jaguar, e con loro c’è la sedicenne Molly, figlia del matrimonio fallito di Roland.
Le dinamiche di famiglia che si innescano nel ritrovarsi tutti insieme nella casa piena di ricordi sono indubbiamente la parte più affascinante di questo romanzo davvero molto “inglese”. Fra Pilar e la scorbutica Harriet si instaura un’insolita vicinanza, una sorta di imprevista complicità; Kasim corteggia, ricambiato, la diafana Molly, i bambini esplorano la campagna fino a trovare un vecchio cottage abbandonato dove scoprono segreti che saranno solo loro e che li faranno confrontare in modo imprevisto con il mondo degli adulti. Ma dopo che abbiamo familiarizzato con i diversi personaggi, ecco che la scrittrice ci trasporta indietro nel tempo, nel secondo capitolo intitolato “Il passato”, ambientato nel 1968, dove incontriamo la generazione precedente. La madre dei quattro fratelli, Jill Fellowes, è riparata a casa dei genitori dopo aver lasciato il marito in seguito al suo tradimento. Harriet ha appena otto anni, Fran non è neppure nata. La giovane Jill, laureata ad Oxford, colta come il pastore suo padre, il severissimo Grantham, ha fallito la sua vita e pensa di potersela ricostruire trasferendosi nella campagna che aveva sdegnosamente abbandonato. Con l’aiuto di un amico d’infanzia ritrovato, l’agente immobiliare Mikey, cerca una sistemazione nelle vicinanze della grande casa dei genitori, anche se le sue velleitarie aspirazioni saranno deluse e non potrà che arrendersi facendo ritorno alla casa coniugale. Ma eccoci di nuovo nel Presente, terzo ed ultimo capitolo, dove la storia tocca il suo acme emotivo e le contraddizioni dei personaggi finalmente sembrano sciogliersi. Ognuno tornerà alla sua vita di sempre, ma l’esperienza delle tre settimane trascorse insieme lasceranno una segno profondo nelle loro esistenze: ad Arthur verranno tagliati i riccioli biondi, e rinascerà come un ragazzino nuovo e più adulto; Kasim e Molly matureranno attraverso una brutta avventura finita bene. Harriet affronterà con dolore i suoi nodi interni irrisolti, le saranno di grande aiuto le sorelle Alice e Fran, con cui accetterà di ristabilire un vero rapporto affettivo.
Rivalità, gelosie, incomprensioni, pregiudizi, su tutto indaga la penna acuminata della scrittrice, capace di accennare, di suggerire, di alludere, senza mai fare esplicite rivelazioni ma lasciando ai lettori una grande libertà di interpretazione delle sfumature che la sua attenta scrittura lascia trapelare. Particolare attenzione l’autrice dedica alle descrizione dei luoghi, delle atmosfere, delle piogge gelate, della brughiera, del mare lontano ma pieno di bagnanti alla ricerca del calore del sole, dei boschi intricati, delle stalle e degli edifici semi abbandonati che sono la location un po’ sinistra nella quale tutta la storia si snoda.
“Il posto era trasandato, segregato nella sua curvatura temporale, con un’offerta eccessiva di caffè e negozi di fish and chips, e anche la folla sulla spiaggia sembrava un avanzo di epoche passate. Harriet penso che fossero bambini eterni, quelli che riempivano di sabbia i loro secchielli di plastica ed esploravano le pozze tra le rocce che la bassa marea si era lasciata dietro…
Nel punto in cui le falesie a una certa distanza della spiaggia finivano dritte a strapiombo nell’acqua, il mare sbatteva con violenza contro di esse in uno sfolgorio di spuma”
La contemporaneità è quasi relegata, lontana, e la possibilità di connettersi ad internet è consentita solo uscendo di casa, raggiungendo il cancello ed arrampicandosi alla sua sommità, come se la ex canonica, la casa di una giovinezza lontana e perduta, ormai inutile, fosse destinata a conservare memorie che ora nessuno dei protagonisti del romanzo vuole più far rivivere: troppo dolorose, troppo inquietanti, meglio allontanarsi per sempre da quel luogo e tentare di ripensare una nuova esistenza.
Il passato
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