L’impero. Un eroe per Roma
- Autore: Anthony Riches
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2016
“Legione, avanti! Per l’impero e per l’onore dei nostri caduti!”
Che ne dite di venticinque volumi, per raccontare le avventure di Marco Valerio Aquila, ufficiale del grande esercito romano sul finire del II secolo? Sì, venticinque titoli: è il grande progetto di Anthony Riches. E pensare che ha tenuto per dieci anni nel cassetto il primo della serie, “Impero. La spada e l’onore”, pubblicato da Newton Compton nel 2012. Da maggio 2016 è in libreria il quinto, “L’impero. Un eroe per Roma”, sempre nella robusta versione cartacea (e relativa edizione digitale) della casa editrice capitolina (pp. 382, euro 9,90).
Riches, nato a Derby nel 1961, vive a Londra, ha tre figli e si considera un consulente di management che occasionalmente si presta alla scrittura. Di certo, lo fa con profonda attenzione ai dettagli e all’attendibilità storica del racconto, per ambientazione e particolari.
Appassionato di storia, in particolare di storia bellica – considerata la laurea conseguita in studi militari – dice di essere stato folgorato da una visita al Vallo di Adriano. Il sopralluogo tra i resti ben conservati di un forte, presidiato dai soldati romani quasi duemila anni fa, ha generato in lui la curiosità costruttiva di capire il modo di pensare di un giovane latino del secondo secolo e di immaginare come potesse affrontare l’ardua quotidianità dell’occupazione in terra britanna. Efficacemente, Anthony Riches fa un paragone con i militari tedeschi della seconda guerra mondiale sul fronte orientale, invasori odiati, circondati da popolazioni ostili, esposti ad attacchi e agguati di irriducibili formazioni nemiche.
Marco è uno di quei guerrieri di Roma, ma i suoi avversari non parlano solo una lingua celta, ne ha di pericolosi anche alle spalle. Ha dovuto abbandonare il nome di famiglia: i Valerio Aquila erano tra i senatori più stimati dell’Urbe. Il padre, Appio, è caduto vittima di un intrigo di palazzo e la famiglia intera è stata sterminata, anche i più piccoli, per scongiurare vendette future. Solo lui è scampato. Marco era centurione nella Guardia Pretoriana. Il genitore era riuscito a corrompere un tribuno perché lo incaricasse di una falsa missione all’estero per conto dell’impero.
L’accusa inventata di tradimento a carico degli Aquila, ha reso impronunciabile il nome della sua gens patrizia. Ha dovuto assumere quello di Tribolo Corvo e comanda un reparto ausiliario di Tungri, guerrieri originari della Germania inferiore. Si sono battuti bene in Britannia e dovunque sono stati inviati al servizio di Roma. Col tempo, però, il figlio del senatore Appio Valerio è stato scoperto dal nemico giurato, l’imperatore Commodo ed è scampato ai sicari solo per la devozione di alcuni nuovi fidati compagni. Hanno affrontato molte prove insieme, stimano il suo coraggio proverbiale e le sue qualità di combattente: ama maneggiare due lame contemporaneamente, è un dimacherio, per questo lo chiamano “Due Spade”.
Marco ha una compagna, Felicia e un bambino, ma è tormentato da sogni e il desiderio di vendetta resta inappagato, nonostante abbia già regolato i conti con qualcuno degli assassini della sua famiglia e anche del padre naturale, un amico degli Aquila che non poteva occuparsi del figlioletto.
Con la sua coorte ora è schierato in Dacia, una provincia collocata all’incirca nell’attuale Romania. Da oriente del Danubio premono i Sarmati, un insieme scompaginato di tribù nomadi che hanno uno stile di vita basato sui cavalli e pur non essendo particolarmente uniti sono indubbiamente bellicosi. E sono numerosissimi, fanno tanti figli, crescono continuamente ed ora cercano pascoli nelle terre sempre più a Occidente.
I romani sono pronti a sferrare un attacco preventivo per ricacciarli e stanno riunendo le forze, ma intanto c’è da difendere il complesso minerario aurifero di Alburnus Maior, che alimenta d’oro tutto l’impero, sebbene il rischio di un attacco dei Sarmati venga considerato remoto. Chi lo afferma, non sa però quanto la considerazione risulti errata.
E non bastano i barbari, bisognerà guardarsi da amici-nemici e da altre minacce, in aggiunta. Quanto basta per seguire Anthony Riches e i suoi straordinari personaggi fino in fondo all’avventura numero cinque di tante altre sul finire del 200 dopo Cristo.
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