L’Orma nella collana Kreuzville Aleph edita “Gilgi, una di noi”, (2016, pp. 240, euro 16,00, titolo originale Gilgi - eine von uns, traduzione di Annalisa Pelizzola), romanzo d’esordio della scrittrice tedesca Irmgard Keun (Charlottenburg, 6 febbraio 1905 – Colonia, 5 maggio 1982) pubblicato con successo per la prima volta in Germania nel 1931 e in Italia nel 1934 da Mondadori, minato però da tagli e mutilazioni.
Nel 1933 la storia della ventunenne Gilgi, donna moderna infatuata dello scrittore bohémien Martin Bruck, finì insieme all’altro romanzo di Keun “La ragazza di seta artificiale” (1932) nella lista della letteratura “nociva e inopportuna” stilata dal partito nazionalsocialista. La protesta dell’autrice le costò l’arresto, Irmgard Keun sarebbe stata rilasciata solo dietro la cauzione di 200.000 marchi pagata dal padre Eduard. A causa del regime nazista Keun, già attrice negli anni Venti, fu costretta all’esilio nel 1935 riuscendo a tornare in Germania nel ’38 con documenti falsi. Compagna di Joseph Roth, pupilla di Alfred Döblin, la scrittrice conobbe un momento di gloria nel 1970, quando la ristampa di “Gilgi, una di noi” lo riconfermò un bestseller soprattutto per il pubblico femminile.
“Non bisogna confondere la confidenza con la familiarità. Rimanere in confidenza senza diventare intimi, questo si che è un bel lavoro. Un lavoro difficile, le parole sono sinonimi, ma i concetti sono da sempre opposti. La confidenza non la si crea, in confidenza lo si è fin dal primo momento”.
Sorprende la straordinaria attualità del testo, grazie anche allo stile di Keun che mescola pathos e commedia. Inoltre la storia di “amour fou” ingloba concetti attuali per il Terzo Millennio ma modernissimi per quell’epoca quali la convivenza fuori dal matrimonio, l’aborto, l’indipendenza e l’autonomia della donna, la possibilità di emanciparsi e divertirsi, la crisi del lavoro. Dunque possiamo considerare il volume come un romanzo figlio della Germania dei primi anni Trenta.
La trama del romanzo
Gisela, detta Gilgi, ha 21 anni, vive con la madre e il padre, ed è una ragazza dedita al lavoro, con uno spiccato e apparentemente inattaccabile senso del dovere e dell’ordine. Finché non scopre di essere stata adottata. Basta poco per intaccare una vita perfetta e mandarla in frantumi come un calice di cristallo: Gilgi inizia una spasmodica ricerca della vera madre, si allontana dalla famiglia adottiva, e “Aufwiedersehen” ai vecchi principi. Soprattutto perché nella sua vita arriva Martin Bruck, e spinta dall’amore folle per questo perdigiorno, un amore ingombrante, invasivo, totalizzante, Gilgi tocca un punto dal quale sembrerà impossibile tornare indietro. Una vicenda allucinata e straniante, secondo i modi e i tempi dell’espressionismo tedesco, raccontata da una voce originale, padrona di diversi registri linguistici, in grado di tenere la tensione fino all’ultima pagina.
“Non ho più nessun limite e nessuna volontà, all’improvviso non posso più garantire per me stessa. Non c’è più niente di chiaro e pulito, di semplice, non è rimasto niente della mia vita di prima. Forse, tutto quello che facevo prima e che volevo era solo un modo per fuggire dai miei stessi desideri”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Per la prima volta in Italia senza censure “Gilgi, una di noi” di Irmgard Keun
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