Il 23 febbraio torna in libreria, edito da Fazi, il noir di Pierre Lemaitre “Lavoro a mano armata”, la vicenda di Alain Delambre, un impiegato, un “quadro” cinquantasettenne fino a pochi anni prima responsabile delle risorse umane per una grande azienda che, però, improvvisamente lo licenzia. Perso l’incarico cui teneva tanto, il protagonista si vede costretto ad accettare lavoretti per lui mortificanti e, nel momento in cui il suo “capo” lo umilia, Alain reagisce, perde nuovamente il lavoro e da lì hanno inizio i suoi guai.
“Il difficile non è essere disoccupato, è continuare a vivere in una società fondata sull’economia del lavoro. Dovunque ti giri, tutto ruota intorno a quello che non hai”
In questo noir le vicende si susseguono a ritmo incalzante e il lettore non può che seguirle con vero interesse: ecco il protagonista, seppur sempre più al tappeto, deciso a risalire la china, a cercare una sorta di riscatto attraverso una nuova attività. Quando legge che una grande azienda cerca un assistente alle risorse umane per valutare, attraverso un rischioso gioco di ruolo, i propri dipendenti, pensa che quella sia l’occasione giusta per lui che ha sempre mostrato grande spirito d’iniziativa e ora vuol tornare ad una vita normale, serena, non priva di agi per la moglie Nicole e per le due figlie ormai adulte. Ma le vicende si faranno ogni giorno più pericolose e Alain si troverà coinvolto in “un disegno” che va molto al di là di qualsiasi aspettativa.
“Lavoro a mano armata”, pubblicato da Fazi già nel 2013, viene riproposto sia per le dinamiche del romanzo, sia per l’attualità delle vicende e per lo sguardo introspettivo che l’autore rivolge al protagonista e a chi gli è vicino. Mai come oggi si parla di crisi nel mondo del lavoro, di disoccupazione, di cassa integrazione. Lemaitre prova ad identificarsi con un uomo disperato perché con la perdita del lavoro ha dovuto rinunciare al suo status sociale ma a ciò, giustamente, non si rassegna. Nel lavoro Alain riconosceva se stesso, il proprio ruolo di capofamiglia e rinunciare a questo è per lui troppo umiliante.
Nel prosieguo delle vicende Alain diviene vittima, carnefice ma anche responsabile del suo futuro ed è costretto a far ciò attraverso gesti forti, determinati, che lo costringeranno a mettere in gioco anche ciò a cui tiene di più: gli affetti familiari.
Al problema della mancanza di lavoro si aggiunge la crudeltà cui si è sottoposti per ottenerlo: l’autore, seppur senza dare giudizi, denuncia le infamie e la mancanza di scrupoli ormai presenti in tanti luoghi lavorativi che somigliano più a una giungla in cui si lotta per la sopravvivenza che non ad una società evoluta.
Pierre Lemaitre, definito da giornalisti e critici come “grande narratore con un formidabile senso del ritmo e della suspense” e “autore di una trama fenomenale dai sapori hitchcockiani”, merita a pieno titolo la riedizione del suo romanzo che ci riserba emozioni, colpi di scena e soprattutto ci mette di fronte ad un’infame realtà.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Torna in libreria “Lavoro a mano armata” di Pierre Lemaitre
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