Si tiene fino all’11 Gennaio 2017 presso Palazzo Sant’Elia a Palermo, la mostra Una vita per l’arte, Topazia Alliata, apertasi lo scorso 11 novembre 2016 e allestita in occasione del primo anniversario della morte dell’artista.
Il percorso della mostra si articola mostrando sia le opere di Topazia Alliata che dei suoi amici pittori e dei maestri che le furono vicini durante la sua carriera, ripercorsa da Anna Maria Ruta, già autrice del libro “Topazia Alliata. Una vita nel segno dell’arte” (Edizioni d’arte Kalós, 2010).
Tra questi artisti si ricordano Renato Guttuso, Pupino Samonà, Nino Franchina, Ezio Buscio, Piera Lombardo, Lia Pasqualino Noto, Giovanni Rosone e i maestri Pippo Rizzo, Archimede Campini, Ettore De Maria Bergler e Mario Mirabella.
Il rapporto con i maestri è stato, per la pittrice siciliana, una costante nella sua vita e nella sua crescita culturale; un rapporto realizzatosi anche nell’ambito familiare dove in molti erano dediti alle arti. Tra i maestri di Felicita, la madre di Topazia, vi furono infatti Ettore Ximenes e Mario Rutelli ma Topazia Alliata, tra le prime donne a emergere in questa disciplina, frequentò nel 1932 la Scuola Libera del nudo dell’Accademia di Belle Arti. Una celebre foto esposta in una bacheca della mostra dedicatale, ritrae il gruppo di artisti che ne facevano parte tra cui anche Renato Guttuso.
Nel percorso espositivo sono presenti alcuni quadri di pittori di questo eccelso gruppo che hanno caratteristiche peculiari, accanto alle opere di Topazia Alliata la cui cospicua produzione artistica sfortunatamente è andata in gran parte perduta per diversi motivi.
L’artista aveva partecipato in epoca fascista a tutte le “Sindacali”, esposizioni d’arte del Ventennio, che periodicamente venivano effettuate per mettere in luce gli artisti più promettenti.
Nelle bacheche è esposto anche il libro-diario pieno di aneddoti e disegni titolato: “Love Holidays. Quaderni d’amore e di viaggi” di Fosco Maraini e Topazia Alliata (Rizzoli, 2014) che narra di due anni di viaggi, di epiche scalate, di scoperte e soprattutto dell’amore di Alliata e Maraini, tra 1934 e il 1935, allora innamoratissimi sposi.
Sono esposte anche le loro foto del periodo trascorso in Giappone con l’infelice esperienza vissuta in un campo di concentramento. I quadri più belli, tra quelli in mostra, ritraggono Fosco e Topazia vestiti da scalatori negli anni Trenta, la prima occasione che li vede insieme.
L’ultimo capitolo della sua esistenza, Topazia Alliata la dedicò all’attività espositiva e di promozione artistica aprendo in piazza in Piscinula, a Roma, la Galleria Trastevere, nell’omonimo quartiere. Al fine di agevolare quanto più possibile gli artisti che erano in difficoltà economiche, acquistò, a dimostrazione della sua generosità, un piccolo appartamento che metteva a loro disposizione.
L’ultimo libro di Concita De Gregorio, intitolato “Non Chiedermi quando. Romanzo per Dacia” (Rizzoli, 2016), scritto raccogliendo i ricordi e gli aneddoti di Dacia Maraini, figlia di Topazia Alliata e di Fosco Maraini, contiene rimandi a questo periodo. È un libro lirico ed attraente, che narra dei rapporti con Moravia, Pasolini, la Callas e dei numerosi viaggi, oltre che, chiaramente, di letteratura, emergendo la drammaticità ed eclettismo delle loro vite e della sua infanzia quando pestava il mosto in campagna nell’azienda agricola di famiglia.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Topazia Alliata, la vita tra arte e letteratura in una mostra
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