Nella collana Supercoralli, Einaudi pubblica Olive, ancora lei (2020, titolo originale Olive, Again, traduzione di Susanna Basso), “romanzo in racconti” di Elizabeth Strout destinato a segnare la storia della letteratura mondiale.
Nel 2009 Elizabeth Strout, grande scrittrice statunitense, nata a Portland nel Maine nel 1956 e residente da molti anni a New York, vinse il Premio Pulitzer con la raccolta di racconti strutturata in forma di romanzo Olive Kitteridge (2008), pubblicata in Italia nello stesso anno da Fazi (traduzione di Silvia Castoldi).
Nel nostro paese il volume si era aggiudicato il Premio Bancarella (2010) e il Premio Mondello (2012). Dalla stessa raccolta di racconti è stata tratta nel 2014 una serie tv, prodotta dalla HBO.
Il successo di critica e dei lettori fu unanime: la prosa evocativa, cristallina e limpida di Elizabeth Strout rappresentava una vera e propria rivelazione. Indimenticabili le umane vicende di Olive (coniugata con il farmacista Henry Kitteridge e con un figlio, Christopher), ritratta tra i 45 e i 70 anni di età, ex insegnante di matematica dal carattere difficile e irascibile, maniere spicce e lingua tagliente, che soffre di una latente depressione e ha il terrore di finire morta suicida come il padre.
Tutto avviene sullo sfondo del suggestivo piccolo villaggio di Crosby nel Maine, un angolo immaginario del continente americano. Una figura femminile vivida e carismatica come Olive Kitteridge, personaggio straordinario colto nella sua semplice vita quotidiana con le sue speranze e inevitabili delusioni, aveva ancora molte cose da dire e da raccontare.
Ecco dunque che a distanza di più di dieci anni Elizabeth Strout, per la gioia dei suoi estimatori, ha pubblicato nel 2019 il seguito ideale del suo libro capolavoro, che ha catturato l’immaginazione di milioni di lettori. Tredici racconti, dodici perle che descrivono l’estrema maturità di Olive (ha più di ottant’anni), che si sente come una “vecchia ciabatta” vedova, sempre senza peli sulla lingua, il figlio lontano, podologo a New York. Una splendida Olive che in fondo all’anima non si arrende visto che trova anche il tempo per innamorarsi di Jack Kennison docente di Harvard in pensione dotato di una Spider, vedovo come Mrs Kitteridge.
Sono tanti i personaggi che animano il libro, ambientato nella provincia americana.
Ha dichiarato Elizabeth Strout in una recente intervista:
“In provincia tutti hanno l’impressione di conoscere tutti, ma non è mai così. Ognuno ha un punto di vista e conosce solo un pezzettino”.
Di Edward Hopper è stato detto che sapeva dipingere il silenzio, spesso protagonista delle atmosfere dei romanzi della Strout. Infatti Hopper, il più narrativo dei pittori, viene spesso accostato allo stile di scrittura essenziale ed elegante dell’autrice.
“Nel primo pomeriggio di un sabato di giugno, Jack Kennison inforcò gli occhiali da sole, salì sulla sua decapottabile aperta, si fece passare la cintura di sicurezza sulla grossa pancia e partì alla volta di Portland, a quasi un’ora di macchina, pur di non incontrare Olive Kitteridge lì nell’alimentari di Crosby nel Maine”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Olive, ancora lei”: il gradito ritorno del personaggio di Elizabeth Strout
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