Un video anonimo su YouTube è la chiave di volta per uno dei più importanti ritrovamenti dell’archeologia ferroviaria dei tempi moderni. Come raccontato dalla CNN, la soluzione del mistero, in questo caso, si deve ad un Hercule Poirot contemporaneo: lo storico Arthur Mettetal. Internet, si sa, è un mare magnum di informazioni per chi le sa interpretare: la rete è stata il suo primo contatto con i vagoni dell’Orient Express abbandonati e il punto di partenza per un’avventura che, per la gioia dei sognatori di tutti i tempi, riporterà il leggendario treno sui binari lungo la tratta originale, riprendendo una storia interrotta nel 1977.
Lungo i 3186 chilometri del percorso dell’Orient Express poteva accadere di tutto: intrighi, accordi commerciali, relazioni diplomatiche e sentimentali. Da Parigi a Istanbul esponenti del bel mondo, spie, ricchi uomini d’affari, intellettuali convivevano in un mondo di lusso rarefatto e raffinatezza estrema, parte integrante della leggenda dell’Orient Express.
Quando tornerà attivo l’Orient Express?
I media hanno dato gran rilievo alla notizia del ripristino, complice forse la suggestione legata al treno che ebbe il merito di unificare l’Europa da ovest a est, avvicinando i popoli, superando i confini. Gli annunci di un ritorno in grande stile in realtà si succedono da qualche anno, in linea con una sagace campagna di marketing basata su rivelazioni successive: nel 2019 la prima anticipazione del ritorno dell’Orient Express trattata in un articolo pubblicato da Sololibri.
Oggi il gruppo alberghiero Accor rivela il progetto di ripristino del percorso storico in voga dal 1883: la scelta dei tempi non è di certo un caso, visto che proprio al mese di ottobre risale il viaggio inaugurale, ormai oltre un secolo fa. E per il ritorno c’è una data: l’inizio del 2025 (con un’anteprima in occasione dalle Olimpiadi di Parigi del 2024).
Come sarà fatto il treno dell’Orient Express?
Siamo di fronte alla terza versione dell’Orient Express, dopo quella fin de siècle del 1880 e la successiva, ispirata all’art dèco, del 1920. La prima notizia è che, pur dotato di tutti i confort, per la tranquillità dei puristi, il treno rispetterà il passato, grazie alla possibilità di restaurare alcune vetture d’epoca, appartenenti agli anni ‘20, in stato di abbandono. Le hanno ritrovate allineate a Malaszewicze, snodo ferroviario al confine tra Bielorussia e Polonia. Dimenticate, ma miracolosamente conservate: come una capsula del tempo, i vagoni dall’inconfondibile colore blu custodivano vetri di Lalique, intarsi Morrison e Nelson, velluti, arredi originali. Un vero e proprio tesoro dell’archeologia su rotaia nascosto in una piega del tempo.
Così nei mesi scorsi un lungo convoglio composto da carrozze notte, vagone ristorante e lounge ha intrapreso la strada per Parigi, dove un team di esperti, tra consulenti di maison di lusso e artigiani francesi, è al lavoro per rispettare la scadenza. Resta invariata la filosofia del viaggio, ispirata alla massima comodità dei passeggeri. Marmo, palissandro, madreperla, bronzo, velluti saranno di rigore, ma anche il mito necessita di qualche ritocco. Cambia così la geografia interna con 32 suite, l’immancabile carrozza ristorante e vagoni dedicati a salotti privati, suite presidenziali e un attesissimo giardino d’inverno che ospiterà un teatro viaggiante.
Nell’attesa è possibile consolarsi con le tratte più brevi: ad oggi è attivo il Venice-Simplon, cui si aggiungerà dal 2024 l’Orient Express La Dolce Vita che viaggerà in giro per il nostro paese grazie al recupero di vagoni Trenitalia degli anni ‘70 trasformati in alberghi itineranti.
Hercule Poirot salì a bordo dell’Orient Express nel 1935 e non scese più
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Quando la suggestione letteraria diventa motore del turismo, allora il binomio risulta inscindibile. È successo a questo treno che ebbe un portavoce d’eccezione nell’investigatore Hercule Poirot, noto per l’abilità delle sue celluline grigie e l’accento inimitabile.
Agatha Christie lo fece salire sul lussuoso convoglio nel 1934 e si può dire che da allora il belga più famoso della letteratura non ne sia più sceso. Il recente successo sul grande schermo di Assassinio sull’Orient Express firmato da Kenneth Branagh (che a breve tornerà a vestire i panni dell’investigatore nella pellicola A Haunting in Venice in preparazione) è l’ultima di una fortunata serie di trasposizioni cinematografiche e lo conferma classico intramontabile. Non importa se conosciamo la soluzione dell’enigma: qui conta il piacere di rivivere atmosfere e incontrare personaggi noti.
Il libro fu scritto in realtà a Istanbul e in Italia giunse nel 1935, edito da Mondadori. La scrittrice si dedicò alla stesura nella camera 411 del Pera Palace Hotel, trasformata oggi in museo in suo onore, mentre attendeva il secondo marito, l’archeologo Max Mallowan impegnato in una campagna di scavi in medio oriente. Ma l’ispirazione le venne proprio da un viaggio sul treno delle celebrità. Le accadde di rimanere bloccata per 24 ore a causa di forti piogge e apprese di abbondanti nevicate che in alcuni casi avevano costretto i vagoni a soste prolungate anche di 6 giorni consecutivi. Ma il treno la affascinava da sempre, come si legge nella sua autobiografia:
Per tutta la vita avevo voluto viaggiare sull’Orient Express. Quelle volte che ero andata in Francia, in Spagna o in Italia, l’Orient Express era spesso fermo a Calais, e avevo desiderato ardentemente di salirci su.
Ci viaggiò in realtà parecchie volte e a bordo trascorse anche la luna di miele.
Non solo Agatha Christie: il treno Orient Express nella letteratura
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Ma la signora del giallo non è stata la sola a subire il fascino dell’Orient Express. Un anno prima di lei fu Graham Green a parlarne ne Il treno per Istanbul (ed. Sellerio, 2019, traduzione di Alessandro Carrera), mentre Ernest Hemingway, da grande viaggiatore, non poteva non citarlo nel racconto Omaggio alla Svizzera (contenuto ne I quarantanove racconti, ed. Mondadori, 2016, tradotto da Vincenzo Mantovani).
Così l’amico John Dos Passos in Orient Express ambientato nel 1921, anno di profondi rivolgimenti politico-sociali (ed. Donzelli, 2011, tradotto da Maurizio Bartocci) e Ian Fleming in Dalla Russia con Amore (ed. Adelphi, 2015, traduzione di Massimo Bocchiola).
Orient Express
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Più di recente continua l’omaggio letterario all’Orient Express: Benjamin Monferat scrive Lo strano mistero dell’Orient Express (Newton Compton Editori, 2014), Edmund De Waal lo cita in Un’eredità di avorio e ambra (ed. Bollati Boringhieri, 2012).
Viaggiatori illustri sull’Orient Express
Tra champagne e caviale, oltre a James Bond è lungo l’elenco dei passeggeri illustri: teste coronate come Edoardo VII d’Inghilterra, l’Imperatore Francesco Giuseppe d’Austria, Ferdinando I di Bulgaria cui fu concesso in alcune occasioni di prendere i comandi, in omaggio alla sua passione per le ferrovie. Ma le cabine ospitarono anche Lawrence d’Arabia, Mata Hari e, più tardi, Marlene Dietrich e Maria Callas.
Di certo anche per il futuro si tratterà di un’esperienza riservata a pochi, considerato il costo del biglietto. Resta un fatto: è consolante sapere che, da qualche parte in Europa, la leggenda è di nuovo in viaggio.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Orient Express: i vagoni originali del treno ritrovati ai confini della Bielorussia
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