Il pellegrinaggio in Oriente
- Autore: Hermann Hesse
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
Nell’agosto del 1962 morì Hermann Hesse, scrittore tedesco, premio Nobel nel 1945. Hesse era nato nel 1877 da padre baltico e madre della Svizzera francese; i genitori erano stati missionari in India. Soggetto a depressioni ricorrenti, fece sedute psicanalitiche con Carl Gustav Jung e fu uno scrittore tormentato, caratterizzato da quell’ansia di rinnovamento che aveva caratterizzato l’Europa a cavallo delle due guerre mondiali. È proprio così che si spiega la ricerca di Hermann Hesse di una via di fuga dalla decadenza dell’Occidente, anelito espresso nel libro “Il pellegrinaggio in Oriente”.
Scritto nel 1932, questo romanzo breve rappresenta il desiderio di evasione che lo porta a forme narrative surreali. L’io narrante fa parte di una misteriosa Lega che va verso Oriente, viaggiando nel tempo nello spazio, andando verso la luce e verso la ricerca del sé:
“Seguendo le istruzioni dei Superiori mi ero appena aggregato a una delle decurie che in tutto il paese si erano incamminate per raggiungere la colonna degli affiliati in marcia, allorché afferrai con molta chiarezza uno dei misteri del nostro viaggio. Compresi che mi ero bensì associato a un pellegrinaggio in Oriente, a un determinato e, a quanto pareva, unico pellegrinaggio, ma in realtà, in un significato più alto e più proprio, quel viaggio non era solo il mio e del mio tempo; quella colonna di fedeli e devoti in cammino verso l’Oriente, patria della luce, fluiva senza posa e in perpetuo, era sempre in marcia attraverso tutti i secoli, incontro alla luce e al prodigio, e ciascuno di noi fratelli, ciascuno dei nostri gruppi, anzi l’intera colonna e il suo grande viaggio non erano che un’onda nella perpetua corrente delle anime, nella perpetua tendenza degli spiriti verso il mattino, verso la patria. Questa intuizione mi attraversò come un baleno e nello stesso tempo sentii destarsi nel mio cuore una frase che avevo imparata durante l’anno di noviziato e mi era sempre piaciuta immensamente, pur senza comprenderla nell’intimo, la frase del poeta Novalis: «Dove mai andiamo? Sempre a casa»”.
La Lega è composta da personaggi più disparati lontani nel tempo e nello spazio e ne fanno parte artisti, pensatori, personaggi di fantasia e di realtà, come per esempio Pitagora e i suoi amici: il pittore Klee e Klingsor.
Nel libro è presente il tema del viaggio e il richiamo, proprio dell’Oriente, alla luce, vera meta di ogni ricerca spirituale. Se si cerca di rappresentare la realtà essa sfugge, i suoi particolari si dilatano e diventano inafferrabili, così come non si può afferrare il mito dell’Oriente. La ricerca di Leo diventa più nitida solo quando la sua essenza si rivela:
“Qualche cosa stava succedendo, come un fluire, uno sciogliersi lentissimo ma ininterrotto: dal mio ritratto qualcosa si scioglieva o fluiva passando nel ritratto di Leo, e così potei notare che la mia immagine stava per donarsi sempre più a Leo e per effondersi, per alimentarlo, e rafforzarlo. Col tempo l’intera sostanza sarebbe probabilmente passata da una delle immagini nell’altra e ne sarebbe rimasta una sola: Leo. Egli doveva crescere, io dovevo diminuire”.
Il pellegrinaggio in Oriente
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