Nella perfida terra di Dio
- Autore: Omar Di Monopoli
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2017
Pubblicato da Adelphi “Nella perfida terra di Dio” il nuovo romanzo di Omar Di Monopoli che si presenta ai lettori come il classico pugno nello stomaco.
Una scrittura potente, immaginifica, debordante, in cui il lessico, pieno di neologismi e di forme dialettali quasi incomprensibili, si fonde con una lingua alta, colta, ricercata, tutta incentrata su una serie di storie che coinvolgono un piccolo paese sperduto, Rocca Bardata, poco lontano da Taranto, nel quale si aggirano, mescolandosi in modo quasi oltraggioso per il lettore, affiliati della Sacra Corona Unita, piccoli boss di paese, le suore del grande convento orfanotrofio, un santone che si crede inviato da Gesù, Nuzzo, un invasato a cui il popolo credulone affida i malati inguaribili e una terra maledetta, piena di rifiuti tossici, intorno alla quale si giocano i destini drammatici dei tanti personaggi che affollano le pagine del romanzo. La Puglia del turismo colto, delle masserie raffinate, delle città del barocco pugliese celebrate dai dépliants turistici, scompare per lasciare il posto ad una terra arcaica, miserabile, corrotta, violenta, malata.
Gimmo e Michele sono due ragazzini dal destino atroce: il loro padre, Tore Della Cucchiara, complice del boss Carmine, ha compiuto ogni sorta di malefatte, per poi sparire accusato di aver ucciso sua moglie, la bella Antonia, madre dei due ragazzi, abbandonati nelle mani del nonno Nuzzo, il visionario guaritore vittima delle rapaci suore del Martirio; la superiora, la terribile Narcissa, ha molti segreti da farsi perdonare e tiene in pugno lo stesso Nuzzo, certo che le sue terre siano destinate ad aumentare le già cospicue entrate del convento. Malgrado una televisione locale si interessi alle storie assurde del santone che ha lasciato morire sua moglie senza cure mediche, invasato dalle sue presunte suppliche a Dio, tuttavia il paese resta confinato nelle mani della malavita, delle vendette epocali fra i vari gruppi criminali, delle violenza sulle donne, del silenzio che copre i segreti innominabili del convento.
Una religiosità superstiziosa e primordiale domina le coscienze di una popolazione che non sembra essere entrata nella contemporaneità, consentendo alla droga, allo sversamento di materiali altamente tossici, ai delitti quasi del tutto impuniti di regnare indisturbati.
Si fa fatica a leggere le pagine del romanzo di Omar Di Monopoli, illudendosi che sia davvero solo un romanzo. Le vicende che si ingarbugliano nella prosa del libro, le truculente sparatorie, le vendette feroci, le preghiere mescolate a delitti e a segreti antichi, ci raccontano un mondo rimasto immobile e confinato in riti barocchi, violenti ed insensati, che lo scrittore riesce a trasformare in pagine di notevole spessore letterario, il cui luogo d’origine è reale e non troppo distante da quella che definiamo civiltà europea.
“Sembrava che una scalogna più nera della pece si riversasse a ondate cicliche e fatali su quelle terre disordinate. Il più disastroso e irrimediabile di tale fattispecie di marosi, evocati dai vecchi bacucchi indigeni con lo stesso carico di solenne apprensione con cui si parlerebbe di una piaga biblica, aveva interessato quelle latitudini sullo scorcio degli Ottanta, quando il calo produttivo dovuto alla crisi dell’acciaio aveva imposto al polo siderurgico di Taranto, uno fra i più grossi e inquinanti d’Europa, di smantellare parte dei cantieri e licenziare senza misericordia”.
Un romanzo dal fortissimo impatto emotivo, in cui si muovono personaggi ben delineati ed estremamente efficaci: la bella Antonia, che accumula per amore errori su errori, la terribile priora Narcissa, dalle mani nodose e lo sguardo gelido, il povero idiota Agostino, invasato da una sorta di incompresa e incomprensibile religiosità primordiale, il santone Nuzzo, che nasconde dietro ai sermoni biblici e alle guarigioni miracolose un animo di pervertito, Tore, assassino suo malgrado, incapace di affrontare una realtà diversa da quelle criminale di cui è stato nutrito sin dall’infanzia. Su tutto aleggia indisturbata la feroce malavita organizzata, mentre le forze dell’ordine e lo Stato non compaiono, lontane e incapaci di comprendere meccanismi troppo feroci.
Romanzo originale, ben costruito nella successione dei tempi della storia, dalla lingua espressiva e piena di ibridazioni che rendono la lettura talvolta difficile, ma decisamente coinvolgente.
Nella perfida terra di Dio
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