Il 18 gennaio 1936 moriva improvvisamente a Londra all’età di settant’anni Rudyard Kipling, scrittore di fama e il più giovane vincitore del premio Nobel per la Letteratura (lo ricevette nel 1907, a soli 41 anni, Ndr).
La vita di Rudyard Kipling, oggi maggiormente conosciuto per il successo del suo Libro della giungla, è stata avvincente e avventurosa. Tuttavia oggi vogliamo ricordare un lato inedito dell’autore, forse meno conosciuto dal pubblico, ma degno di attenzione: l’amore per il figlio John, cui aveva dedicato diverse opere della sua produzione letteraria, tra cui la celebre poesia If, (Se nella traduzione italiana, Ndr). John figurò tra i dispersi della Prima guerra mondiale. Per la sua morte Rudyard Kipling non si diede mai pace, e dedicò alla memoria del figlio le sue poesie più struggenti.
La scomparsa di John Kipling
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John Kipling scomparve in azione nella battaglia di Loos, nel nord della Francia, il 27 settembre 1915. Il giovane tenente diciottenne fu probabilmente il soldato più ricercato della Prima guerra mondiale. Suo padre era il primo premio Nobel inglese per la Letteratura e il più importante poeta dell’impero britannico.
Rudyard Kipling mobilitò ogni risorsa disponibile per ritrovare il figlio. Chiese aiuto a personaggi rinomati dell’elite aristocratica, tra cui il principe di Galles, la principessa di Svezia e l’ambasciatore americano a Londra.
Il Royal Flying Corps lanciò fogli ciclostilati tra le linee nemiche nel caso in cui "der Sohn des weltberühmten Schriftstellers Rudyard Kipling" fosse stato rapito o fatto prigioniero.
Rudyard e la moglie Caroline visitarono gli ospedali di guerra e chiesero notizie ai soldati del reggimento di John - le “Guardie Irlandesi” - sperando così di raccogliere qualche informazione sul destino del figlio. Tuttavia dalle loro ricerche non emerse nulla di decisivo.
Un testimone oculare raccontò a un loro amico che una granata era esplosa sopra la testa di John, spaccandogli la mascella e lasciandolo a piangere dal dolore. L’amico, però, ritenne troppo crudele riferire questa informazione ai Kipling.
John rimase quindi un “milite ignoto” della Prima guerra mondiale fino al 1992, quando i suoi resti furono presumibilmente trovati a Chalk Pit Wood. La certezza definitiva che quei resti fossero proprio del figlio del grande scrittore inglese si è avuta solo nel 2010, quasi cento anni dopo la sua orribile morte in battaglia.
My Boy Jack, la straziante poesia per il figlio John
Rudyard Kipling riportò la straziante ricerca del figlio nella cupa poesia del 1915, intitolata My Boy Jack, in cui un padre chiede notizie, qualsiasi notizia, di suo figlio marinaio, solo per ricevere sempre l’immutabile risposta: "Avete notizie di mio figlio Jack? Non con questo vento che soffia, e con questa marea".
Have you news of my boy Jack?
Not this tide.
When d’you think that he’ll come back?
Not with this wind blowing, and this tide.
La poesia di Kipling venne trasposta sottoforma di ballata dalla compositrice inglese Betty Roe nel 1993. Nel 2007 dalla drammatica vicenda è stato tratto anche un film, che riprende il titolo della lirica My Boy Jack, con Daniel Radcliffe e David Haig, per la regia di Brian Kirk. La pellicola narra la disperata ricerca di Rudyard Kipling e consorte del figlio dichiarato disperso.
John era il secondo figlio che i Kipling perdevano. La loro bambina di sei anni, Josephine, per la quale furono scritte le storie del celebre Il libro della giungla, morì di polmonite, a New York, nel 1899.
Le poesie di Rudyard Kipling per il figlio John
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Il fantasma di John iniziò a infestare tutti gli scritti di Kipling. A un certo punto l’autore impazzì, bruciandoli con furia.
Nel componimento The Children, Rudyard Kipling pone più volte l’atroce domanda:
“Ma chi ci restituirà i nostri figli?”
Mentre nella poesia Un letto di morte, apertamente sgradevole, Kipling gongola alla notizia che il Kaiser tedesco ha un cancro alla gola; dolore e rabbia macabra convergono nell’unica parola sprezzante che usa per l’uomo che ritiene responsabile della guerra.
Some die shouting in gas or fire;
Some die silent, by shell and shot.
Some die desperate, caught on the wire;
Some die suddenly. This will not.
In memoria di John, Rudyard Kipling, a cinquant’anni, intraprese il compito titanico di scrivere la storia delle Guardie Irlandesi. Fu un lavoro tedioso ed estenuante che lo impegnò per sette anni lasciandolo infine, secondo quanto riporta il diario della moglie Caroline, “giallo e rattrappito”.
Durante gli anni della guerra, Rudyard arrancò stoicamente, tenendosi impegnato con i suoi doveri pubblici: il volontariato in Croce Rossa, le visite ai feriti, i tour al fronte, la scrittura di poesie e racconti.
Se, la poesia di Kipling al figlio John
Lo stoicismo, dopotutto, era la chiave di volta di If (Se nella traduzione italiana, Ndr) manifesto di virilità dedicato a John, oggi ritenuto il poema più amato in Gran Bretagna.
Nel celebre componimento Kipling insegnava al figlio come diventare un uomo, dandogli delle regole di vita e precetti su come comportarsi.
La poesia fu composta nel 1865, quando John aveva quindici anni. Fu pubblicata nella raccolta Rewards and Fairies nel 1910.
Ne riportiamo di seguito la parte finale:
Se per te ogni persona conterà, ma nessuno troppo.
Se saprai riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!
Il poema Se fu scritto per il John quindicenne, tuttavia presenta una simmetria sorprendente con un altro poema Our fathers lied scritto da Kipling dopo la scomparsa del figlio.
In questa poesia ritroviamo l’analoga insistita - e probabilmente voluta - ripetizione della particella controfattuale "If", Se:
If any question why we died,
Tell them, because our fathers lied.
Questa ripetizione racchiude, in realtà, un segreto. Rudyard Kipling in queste righe esprime tutto il proprio devastante senso di colpa.
Era stato lui infatti a insistere perché il figlio John fosse arruolato nell’esercito, mobilitando le proprie conoscenze affinché ciò avvenisse. Il ragazzo infatti era stato respinto alla visita medica effettuata per arruolarsi, a causa di un problema di vista.
Kipling invece si era battuto perché John prendesse parte alla spedizione in Francia, ignaro di mandarlo così dritto nelle fauci della morte. Su quel fronte occidentale, in onore della patria, Rudyard Kipling avrebbe immolato il suo unico figlio.
Dopo il 1916, tutte le opere del più giovane premio Nobel della Letteratura sarebbero state dedicate a quella memoria devastante.
Tramite la scrittura, Rudyard Kipling cercava di lenire il proprio senso di colpa, di riportare in vita John tramite la magia controfattuale dei “se” che mostra un’alternativa alla realtà effettiva. Nell’abisso di quei “se” c’è l’elogio dell’eroismo e della virilità e, al contempo, la celebrazione dell’inutilità di quegli ideali fomentati dalla guerra, la più atroce delle ingiustizie umane.
Recensione del libro
Il libro della giungla
di Rudyard Kipling
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le strazianti poesie di Rudyard Kipling dedicate alla memoria del figlio John
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