In Ucraina la primavera è la stagione della migrazione delle cicogne e delle gru. In aprile, gli alberi e i tetti, dalle montagne dei Carpazi sino alla steppa di Zaporozhian, diventano terreno di nidificazione di queste specie di uccelli.
Persino in una primavera di guerra, in cui ogni cosa sembra essere cambiata per sempre, la natura fa il suo corso: “Zefiro torna e il bel tempo rimena”, direbbe il nostro Petrarca.
Alla fine di aprile ecco che le gru e le cicogne ricominciano a sorvolare i cieli ucraini, come messaggere della bella stagione che ritorna.
A suo modo - servendosi dei propri ambasciatori alati - la persistenza della natura ci ricorda che non si può arrestare il corso della vita: il volo di questi uccelli migratori dunque acquisisce un potente significato simbolico.
La poetessa ucraina contemporanea Natalia Beltchenko ha postato sulla propria pagina Facebook le immagini della ritrovata primavera Ucraina: una serie di istantanee che ritraggono uccelli e fiori in boccio.
Le fotografie rivelano al mondo intero la bellezza ancora intatta dei parchi, dei fiumi e delle foreste di steppa dell’Ucraina. A questi scatti idilliaci, che a un primo inconsapevole sguardo appaiono ben lontani da uno scenario di guerra, Beltchenko ha allegato una nuova poesia che celebra la primavera di Kiev.
Nei suoi versi Natalia Beltchenko osserva che neppure i razzi di guerra e gli incendi che sembrano divorare i cieli ucraini sono riusciti ad arrestare il ciclo sempiterno della vita che, ineluttabilmente, fa il suo corso stagione dopo stagione.
Scopriamo il testo della nuova poesia composta dall’autrice ucraina.
La primavera di Kiev di Natalia Beltchenko: testo originale
And as the world vomits up war
And retreats into emptiness,
Spring’s begun dividingher storks and cranes among us
There’s a power in this northern migration,Edging out fear and assent,
While out on the spring ice
A primordial evil lands in your handsThe future tense and past tense
Got stuck in the muck of grammar
The storks fell asleep in their nests
Not yet having arrivedOnly the Ukrainian Army and its volunteers
are awake. In this countdown to a new era—
a baby born in a basement
will receive the holy tablets.
La primavera di Kiev di Natalia Beltchenko: traduzione
E mentre il mondo vomita la guerra
e si ritira nel vuoto,
La primavera ha iniziato a spartirele sue cicogne e le sue gru con noi
C’è un potere assoluto in questa migrazione che viene dal nord,che esclude la paura e l’assenso,
Mentre fuori sul ghiaccio primaverile
Un male primordiale atterra nelle vostre maniIl tempo futuro e il tempo passato
Sono rimasti bloccati nel fango della grammatica
Le cicogne si addormentarono nei loro nidi
Non essendo ancora arrivateSolo l’esercito ucraino e i suoi volontari
sono svegli. In questo conto alla rovescia verso una nuova era
un bambino nato in uno scantinato
riceverà le sacre tavole.
La primavera di Kiev di Natalia Beltchenko: analisi
Natalia Beltchenko, poetessa e traduttrice nata a Kiev nel 1961, in questa nuova opera riprende alcuni temi classici della letteratura rifacendosi in particolare al suo maestro, lo scrittore polacco Jarosław Iwaszkiewicz. Proprio come Iwaszkiewicz, anche Natalia Beltchenko giunge a identificarsi con la natura primordiale, eterna, cui affida la propria voce.
La poetessa sembra intravedere nella natura stessa una possibilità di sopravvivenza. In questo suo componimento si può cogliere un’eco di un suo precedente lavoro Ver Sacrum, una raccolta del 2019 dedicata a Chernobyl, in cui Beltchenko descriveva l’inizio di una nuova vita dopo l’olocausto nucleare.
Il mondo può essere bruciato, ma qualcosa è rimasto, osservava la poetessa, che nelle liriche evocava la vita, i germogli della natura che rifiorivano nonostante il disastro.
Oggi la sua considerazione appare più attuale che mai - e ancora più vera.
Nel mezzo della guerra Natalia Beltchenko compone versi carichi di speranza: che ci parlano di ciò che resiste e, ancora una volta ci dicono, che la vita vince sempre.
Nell’ultima strofa la poetessa fa riferimento alla resistenza ucraina destinata a dare nuova vita alla nazione, proprio come la primavera che fa rifiorire i ciliegi. La nuova vita dell’Ucraina è simboleggiata, metaforicamente, da quel bambino nato nello scantinato di una casa bombardata che appare come il nuovo Messia.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La primavera di Kiev nelle parole della poetessa ucraina Natalia Beltchenko
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