La promessa sposa del mercante di tè di Janet MacLeod Trotter

“Questo romanzo è dedicato al dolce ricordo dei miei nonni, Bob Gorrie (noto come "jungli Gorrie") e Sydney Easterbrook, che si trasferirono per vivee elavorare in India negli anni Venti; e alla mia adorata madre, Sheila, che visse lì fino all’età di otto anni”

“La promessa sposa del mercante di tè” (Newton Compton Editore, 2015) di Janet MacLeod Trotter, scrittrice inglese di bestsellers internazionali, è il secondo romanzo di una saga famigliare che ha come protagoniste due cugine, Sophie e Tilly.

Sophie è orfana dall’età di sei anni, da quando i suoi genitori, mercanti di tè, morirono misteriosamente in India. Da allora è stata cresciuta da un’eccentrica zia ad Edimburgo, zia Amy.
Tilly invece ha vissuto una vita tranquilla a Newcastle. Per questo il suo matrimonio a sorpresa con James Robson, ricco mercante di tè, e la sua decisione di seguirlo in India, sorprende tutti.
Nel frattempo Sophie conosce Tam che sta studiando per diventare ufficiale delle guardie forestali in India. I due s’innamorano. Anche Sophie quindi partirà alla volta dell’India, per raggiungere Tam e sposarlo; inoltre una volta giunta in India cercherà con l’aiuto della cugina Tilly di scoprire qualcosa sulla misteriosa vita dei suoi genitori e sulla sua infanzia trascorsa nella regione dell’Assam.
Ma la realtà dell’India coloniale degli anni Venti è lontana dal loro sogno: la diversità sociale, culturale, politica e religiosa tra gli inglesi colonizzatori e gli indiani colonizzati è troppo netta; a questo si aggiunge poi un clima troppo umido che deprime le due giovani ragazze. L’entusiasmo di Sophie inoltre viene meno quando Tam si ammala e quello di Tilly, invece, perché deve affrontare la sua gravidanza sola in un bungalow isolato, in una piantagione di tè.

“La promessa sposa del mercante di tè” è una storia tragica, appassionata, sulla lealtà e l’indistruttibilità dell’amore ma anche e soprattutto, come già fatto dal più noto romanzo “Passaggio in India” di Edward Morgan Forster, è un ritratto ben delineato del colonialismo e imperialismo britannico in India. Ho apprezzato molto la lettura di questo romanzo, scritto molto bene, perché ha molti riferimenti storici e reali che ti conducono da Edimburgo e Newcastle in India e ti fanno conoscere la vita delle giovani donne inglesi degli anni Venti, le maschiette o flappers, di cui Sophie è un esempio.