In questi giorni si celebrano i 150 anni della nascita di Marcel Proust (1871 – 2021), uno dei grossi nomi della letteratura mondiale, autore della monumentale opera Alla ricerca del tempo perduto (sette volumi in 15 tomi), un’opera che tutti conosciamo ma credo in pochi abbiano letto tutta intera.
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Io nei miei lunghi anni di lettrice ho spesso tenuto in mano il primo libro - La strada di Swann (due tomi) - dell’opera, affascinata dalla preziosità del tessuto linguistico e dalla straordinaria capacità di Proust di trattare la memoria della sua infanzia con certosina precisione riuscendo a ricostruire la sua epoca in tutti i risvolti.
In questi giorni ho ripreso in mano la Recherche e ho riletto quelle pagine che mi avevano incuriosito quando mi sono avvicinata a esse, ma che mi avevano respinto perché le sentivo troppo lontane dalla mia sensibilità di allora.
Oggi l’incipit “Per molto tempo mi sono coricato tardi la sera” mi immerge in quella memoria involontaria che mi riporta ai miei di ricordi, al mio rapporto con mia madre, a quel mondo che non esiste più e che pensavo fosse precipitato nell’oblio.
Cambray diventa il luogo della mia infanzia e io sono ancora lì chiusa nella mia stanza a condividere con Marcel i suoi tormenti, le sue inquietudini: mia nonna le sue passeggiate, il suo salotto e i suoi rimbrotti sembrano rivivere nelle parole di un fanciulla innamorata della madre e alla consolazione che l’attesa del suo bacio della buonanotte le avrebbe dato.
Ma è il ricordo di
“uno di quei dolci corti e paffuti, chiamati madeleine, che sembrano lo stampo della valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo... All’improvviso il ricordo è davanti a me. Il gusto era quello del pezzetto di madeleine che a Combray, la domenica mattina, quando andavo a darle il buongiorno in camera sua, zia Leonia mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o di tiglio”.
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È da quel momento che, quel pezzetto di madeleine “
grassamente sensuale” spalanca l’universo dei ricordi, di quei ricordi “così a lungo abbandonati fuori della memoria”.
Anche a me, rifletto, il ricordo di un odore ha riportato in quel fantastico mondo dei ricordi d’infanzia, quando mio nonna affogava con l’aceto salvifico bacche verdi e profumate raccolte sui muretti a secco dei campi della ferrovia del Belice.
Quel libro dove il ricordo di un bambino ritrova con intensità quel mondo di adulti che lo hanno plasmato caratterialmente diviene un vademecum per ricostruire con la stessa intensità i miei ricordi dando un senso alla mia vita di adesso.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: 150 anni della nascita di Marcel Proust: sensazioni rileggendo il primo volume de "La Recherche"
Chi non ricorda odori, sapori, familiari e domestici?
Io ho letto solo tre volumi della Recherche a 35 anni, dopo un operazione delicata, avevo molto tempo libero.ho avuto,confesso , difficoltà oggettive, ma ho perseverato nella lettura xché mi sentivo molto vicino ad una persona, oltre che ad un grande scrittore, ammalata d asma come me! E lo ammiravo tantissimo nelle sue lunghe interminabili nottate dove non c era il ventolin o il bentelan x stare meglio......ciononostante è riuscito a scrivere una cattedrale della letteratura francese La Recherche! Ancora lo ricordo con infinito piacere!