Una specie di felicità
- Autore: Francesco Carofiglio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2016
Sempre più distaccato dal suo fratello famoso, Gianrico, sempre alle prese con un commissario; Francesco Carofiglio scrive un libro su un argomento tabù: la psicanalisi.
I romanzi che la descrivono o sono molto ironici - la psicanalisi è una sciocchezza, sembrano dire - oppure la attraversano per parlare di vera e propria pazzia, come ne “La prima verità” di Simona Vinci, fresco di vittoria al Campiello.
In “Una specie di felicità” Francesco Carofiglio va cauto: la psicanalisi fa bene quando le persone sono ben disposte a raccontarsi.
Addirittura, per lavoro, Giulio, si ritrova a dover intervenire sul suo professore di Psicologia all’Università, che si è rintanato volontariamente in una clinica psichiatrica con l’intenzione di morirci.
Quando il professore riesce a riconoscerlo si ricorda anche del voto dell’esame, non proprio entusiasmante, di quello studente timido e ritroso e della poca fiducia che aveva nei suoi confronti.
In realtà, col tempo, Giulio è diventato un ottimo psicoterapeuta e non teme i pericoli del suo lavoro. Ciò che lo rende depresso è il rapporto inesistente coi figli, soprattutto con Roberta, quasi diciottenne: non le chiede mai niente di essenziale, fa finta sia ancora una bambina, fino a quando viene convocato dalla preside della scuola che gli fa leggere un pezzo di carta dove la figlia ha appuntato il suo amore per Manu, un deejay che sta ripetendo per la terza volta l’ultimo anno scolastico e ha undici piercing. Nel foglietto Roberta scrive che sarà una brava madre con il loro bambino.
Giulio resta impietrito da questa rivelazione e nel weekend successivo chiede in modo fin troppo ansioso alla figlia se sia tutto vero.
Quest’ultima, tra le lacrime gli rivela che è stato solo un ritardo, non è incinta e che comunque Manu non è stato il primo. Ha avuto rapporti sessuali con altre tre persone.
Giulio le dà una schiaffo, che poi diventa rimorso: un pessimo padre, un pessimo amante, non riesce a trovare un amore dopo il matrimonio fallito, un uomo mediocre.
Ma nell’avventurosa casualità della vita, tante cose prendono una piega diversa ed è molto bello leggere come si riscatta Giulio dalla sua esistenza mancata.
Scritto come romanzo ottimista, palpitiamo per questa famiglia a pezzi che riusciamo a seguire senza sforzi, “Una specie di felicità”, infatti, è di facile leggibilità e molto elegante nell’espressività.
Basta scene scabrose e dialoghi infarciti di parolacce, Francesco Carofiglio scommette e vince con un romanzo normale; per assurdo che sia questo aggettivo (per l’espressione romanzo normale sono in debito con lo scrittore Mario Fortunato).
Una specie di felicità
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