Il nome completo di Tacito era Publio Cornelio Tacito, a volte chiamato anche Gaio Cornelio Tacito. Fu un grandissimo oratore nell’antica Roma, autore di numerose opere storiche ed etnografiche riguardanti anche altri popoli, tra cui le più note e tradotte sono le Historiae e gli Annales.
Sulla vita e sui luoghi in cui visse Tacito si hanno poche informazioni, date principalmente dagli indizi che si possono ricavare dalle sue opere, dalle lettere del suo ammiratore e amico Plinio il Giovane. Da un’iscrizione trovata nell’attuale Turchia si possono poi ottenere altre info oltre che dalle deduzioni storiche che si sono susseguite nel tempo. Molti dei dettagli della sua vita rimangono sconosciuti, ma proviamo a inquadrare vita di Tacito, le sue opere e soprattutto il suo stile.
La vita di Tacito
Storico, oratore e senatore romani, Tacito nasce tra il 56 e il 58 d.C., in Italia. Come già accennato, ci sono pochissime informazioni biografiche precise riguardo la sua vita; per questa ragione non è possibile stabilire anno e luogo di nascita e morte ma si può solo tener conto dell’ipotesi più accreditata in merito, che lo vede originario della Gallia Narbonense.
Tacito era probabilmente di nobili origini, nato in una famiglia di rango equestre o senatorio. La giovinezza la passa a Roma, dove studia retorica sognando una carriera in magistratura o in politica.
Tacito si sposa nel 77/78 d.C. con Giulia Agricola, figlia del generale Gneo Giulio Agricola, quando lei ha solo 13 anni. Della loro vita come coppia non si sa nulla, solo che Tacito era legato al padre di lei poiché aveva partecipato a una legione inviata in Bitinia da lui stesso capeggiata.
A contribuire fortemente alla carriera politica di Tacito ci pensa Vespasiano, anche se il vero e proprio ingresso in politica di Tacito avviene con Tito verso l’81/82 come quaestor. Nell’88 Tacito diventa praetor.
La carriera di Tacito è brillante, quindi, essendo lui sia un abile avvocato che un abile oratore. Nella sua vita ricopre una serie di funzioni pubbliche, forse in ambito civile, forse a capo di una legione. Sopravvive anche senza particolari difficoltà al regno del terrore, quello di Domiziano, mantenendo intatte le sue proprietà e fomentando il suo odio per la tirannia.
Tacito diventa anche consul suffectus del principato di Nerva ed è in questo periodo che, grazie al discorso funebre per il soldato Virginio Rufo, la sua fama come oratore arriva alle stelle.
Del 98 è l’”Agricola”, la prima opera che segna la sua attività letteraria fino alla morte. Dopo questa pubblica “Germania”, una celebre opera etnografica in cui fa un vero e proprio studio delineando molti degli aspetti delle tribù germaniche che all’epoca vivevano oltre i confini dell’Impero Romano.
Tacito lascia la scena pubblica per qualche anno tornando alla ribalta solo col regno di Traiano, quando con Plinio il giovane persegue il governatore d’Africa Mario Prisco per corruzione; grazie all’arte oratoria di Tacito l’uomo viene giudicato colpevole ed esiliato. Dopo questo grandissimo successo Tacito si ritira ancora a lungo sia dal mondo della politica che da quello della magistratura per dedicarsi anima e corpo alla scrittura. In questi anni nascono le sue più celebri opere, le "Historiae" e gli "Annales".
Gli “Annales” sono incentrati in maniera particolare sulla corruzione dell’impero con un netto contrasto tra il senato, vero rappresentante della repubblica ma privo di un reale potere politico, e i singoli imperatori.
In quest’opera è notevole l’indagine psicologica profonda che Tacito effettua sui suoi personaggi: Tiberio il falso e traditore, Claudio l’inetto, Nerone il tiranno privo di scrupoli in grado di far del male alla sua stessa madre e a Seneca, suo fido consigliere.
Tra il 112 il 113 Tacito è in carica come governatore della provincia romana dell’Asia, continuando a scrivere le sue opere.
Muore tra il 120 e il 125 approssimativamente. Non si ha una precisa idea del luogo.
Le opere di Tacito
Ecco la lista delle più importanti opere di Tacito in ordine alfabetico:
- Annales
- Codex Aesinas
- De origine et situ Germanorum
- De vita et moribus Iulii Agricolae
- Dialogus de oratoribus
- Historiae
Stile e caratteristiche di Tacito
In Tacito sono riscontrabili 3 caratteristiche principali dello stile, che mostrano una prosa mai sciatta e sempre curata in ogni minimo dettaglio. Le caratteristiche in questione sono le seguenti
- variatio: Tacito ha uno stile molto diverso da quello di Cicerone, la sua prosa ha una grande variazione di nomi, verbi e utilizzi di sostantivi;
- brevitas: una delle sue peculiarità che porta ad avere testi difficoltosi, dal momento che spesso si trova l’ellissi di un sostantivo o di un predicato;
- sfumatura poetica: nella prosa di Tacito vi sono delle componenti che richiamano figure retoriche e termini strettamente legati alla poesia, una caratteristica che ne contraddistingue lo stile in ogni dettaglio.
Tra le difficoltà dello stile di Tacito ci sono i tanti arcaismi che spesso inserisce all’interno dei suoi testi. Proprio questa sua caratteristica rende i testi degli Annales e delle Historiae piuttosto complessi da tradurre per i ragazzi del liceo che spesso si confrontano con questo genere di versione.
Tacito: pensiero politico
Tacito analizza l’essere umano e i suoi comportamenti più che da un punto di vista filosofico da un punto di vista politico. In ciò che l’uomo fa o non fa non c’entrano nulla le divinità poiché l’uomo ha responsabilità diretta sul suo operato.
Lo scetticismo dell’autore lo spinge ad analizzare la politica a lui contemporanea, quella dell’impero, come un’ingiusta cessione della libertà in cambio di pace e tranquillità. Al di là di questo, comunque, Tacito rimane convinto che l’impero sia necessario nonostante la corruzione della società.
In quasi tutte le opere di Tacito si evidenzia apertamente la distinzione tra politica e morale ponendo l’accento sul fatto che anche il senato, non solo gli imperatori, fosse corrotto.
In linea di massima Tacito dichiara che, nello scrivere, non di fa mai coinvolgere dal suo vissuto personale e, proprio per questo, tende a ricavare i temi dei suoi scritti da fonti reali esterne a lui.
Proprio da qui nasce la storiografia pragmatica di Tacito, che consiste nel conoscere gli eventi in modo obiettivo ricostruendone passo dopo passo le cause. In particolare, Tacito si interessava principalmente di eventi politici.
Tacito ha una concezione pessimistica della natura umana e, dal punto di vista morale, rivendica sia il diritto che il dovere di giudicare.
Le opere di Tacito possono essere classificate come drammi a sfondo politico, scritte basandosi su atti ufficiali del senato, per esempio, o ancora su notizie tramandate oralmente.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tacito: vita, opere e stile dell’oratore delle Historiae
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