Credits Foto: Aubrey, CC BY-SA 1.0, via Wikimedia Commons
Camminare nella biblioteca di un grande autore non deve essere molto diverso dal camminare nella sua testa. Si possono posare gli occhi proprio sui libri che lo hanno intrattenuto, affascinato, nutrito e magari scovare pagine consumate da molteplici riletture, sottolineature, appunti, note a margine. Attraverso i libri si può tracciare una mappa di quell’universo inconoscibile che è la mente quando è avviluppata nel mistero insondabile del processo creativo.
A Milano dal 5 maggio apre la ricostruzione della biblioteca privata di Umberto Eco che contiene le copie originali di tutti i suoi libri, un immenso patrimonio librario accumulato con costanza e passione negli anni che ora viene messo a disposizione di studiosi e bibliofili.
All’interno della Biblioteca Braidense è possibile ritrovare i circa 1300 libri antichi appartenuti allo scrittore e filosofo. I volumi moderni (oltre 35 mila, Ndr) e l’archivio Eco sono andati invece all’università di Bologna.
La Bibliotheca semiologica, curiosa e lunatica di Eco
Si tratta di un autentico tesoro librario costituito da un totale di 1328 volumi antichi, di cui 36 incunaboli tra cui vi sono opere pregiate come Atalanta Fugiens di Michael Maier, Malleus maleficarum, Etimologie di Isidoro di Siviglia e De Umbris Idearum di Giordano Bruno.
Eco era solito chiamare quel suo spazio privato con un nome singolare: Bibliotheca semiologica, curiosa, lunatica, magica et pneumatica. E non è difficile immaginarlo lì, mentre vaga ancora tra i suoi libri, che sono stati disposti esattamente nell’ordine originale prestabilito dallo studioso, secondo la regola del “buon vicino” da lui stesso teorizzata secondo cui:
Il libro di cui ha bisogno chi cerca non è quello che ha in mente, ma quello che gli sta accanto.
La biblioteca è stata arricchita dagli oggetti personali appartenuti a Umberto Eco, donati dalla moglie Renate alla fondazione. Flauti, spartiti, statuette dei Peanuts di Schulz, bastoni da passeggio, pipe e specchi stregati scaldano così un ambiente altrimenti asettico e formale. Sono i dettagli che riportano nel luogo l’essenza dello studioso, il suo spirito giocoso oltre che intellettuale.
I libri per Eco non erano oggetto di puro collezionismo, ma un’avventura intellettuale che gli permetteva di comprendere meglio il mondo e i suoi significati reconditi. Oggi questi volumi, disposti accuratamente sugli scaffali o nelle teche, assumono un potere quasi talismanico facendo rivivere la mente labirintica e in perenne movimento del grande studioso e semiologo. Il patrimonio librario accumulato dallo scrittore e filosofo negli anni ci restituisce tutta la sua fame inesausta e insaziabile di conoscenza.
Accanto ai libri che Eco ha letto vi sono anche quelli che l’autore ha scritto di suo pugno, disposti in uno scaffale dedicato e nelle teche espositive, dedicate ognuna a un’opera letteraria diversa.
La stanza degli antichi di Umberto Eco
La stanza allestita all’interno della Biblioteca Braidense di Milano ricostruisce fedelmente lo studio che Umberto Eco possedeva nella sua casa di piazza Castello. La cosiddetta “stanza degli antichi”, l’inizio di un lungo corridoio che conduceva al suo studio. Era un luogo di libri in cui Umberto Eco era solito rifugiarsi e trovare riparo ogni giorno: era capace di restarvi per ore, in perfetta solitudine, “senza telefono né computer” raccontano i figli Carlotta e Stefano. Qui amava suonare il flauto e leggere ininterrottamente, senza tregua né riposo.
Negli anni vi aveva accumulato il prezioso bottino librario, frutto di una ricerca costante condotta fra gli antiquari di Londra, Parigi e New York.
La mostra dedicata a Umberto Eco: orari e aperture
La biblioteca milanese inaugura oggi la mostra "L’idea della biblioteca. La collezione di libri antichi di Umberto Eco alla Biblioteca Nazionale Braidense", aperta ai visitatori fino al 2 luglio: visitabile su prenotazione dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 18.00, mentre il sabato dalle 9.30 alle 13.00.
L’allestimento è stato curato da sei studiosi, tra cui Anna Maria Lorusso, ex allieva del grande accademico. Nelle teche, allestite in sala Maria Teresa, sono raccolti oltre 82 volumi che si propongono di spiegare “la vita che questi libri avevano nel lavoro di Eco”.
Il percorso espositivo si apre con due teche dedicate al Warburg Institute, in riferimento a Aby Warburg, storico dell’arte e del Rinascimento italiano (1866-1929) considerato un maestro di Eco. Proseguendo lungo il percorso, ogni teca porta il nome di un capolavoro dello scrittore, da Il Nome della Rosa a Il Pendolo di Foucault, in un viaggio alla scoperta dei testi antichi cui attinse lo scrittore per nutrire la sua fertile creatività.
I libri sono come talismani che riportano, a chiunque li tocchi o semplicemente li osservi, la vastità sconfinata e avventurosa della mente di Umberto Eco.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lo “studio-rifugio” di Umberto Eco apre per la prima volta al pubblico a Milano
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