A volte ritornano. Storie di fantasmi
- Autore: Non disponibile
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Orecchio Acerbo
- Anno di pubblicazione: 2019
Otto classici della letteratura fantastica, notissimi ai lettori italiani alcuni, sconosciuti altri, compongono questa sorta di deliziosa antologia di racconti di fantasmi, curati da Serenella Quarello in questo volume raffinato e prezioso, A volte ritornano. Storie di fantasmi, come tutti i libri editi da Orecchio Acerbo.
La parte del leone va all’illustratore, Maurizio Quarello, capace di conferire all’albo quel tono di mistero che si confonde però con una velata ironia: quei fantasmi, che ricorrono nelle storie raccontate da grandi scrittori, non sono forse il portato della nostra inguaribile fantasia?
Guy de Maupassant mette al servizio del suo racconto l’ipocrisia delle lapidi nei cimiteri, e in questo caso si serve dei fantasmi per svelare verità scomode e sottaciute. C’è poi un racconto di Le Fanu, dal titolo emblematico, “Il fantasma e il conciaossa”, storia di castelli, maggiordomi, ossa da tirare, fantasmi che escono da un quadro. Non possono mancare all’appello altri due campioni del fantastico, Oscar Wilde e Edgar Allan Poe. Il fantasma di Canterville è quasi un buon uomo, abituato a vivere nel castello da secoli... fin quando non “Otterrà una bionda fanciulla… e una giovane innocente verserà le sue lacrime / allora tutta la casa sarà quieta / E la pace tornerà a Canterville”: la pragmatica famiglia americana che compra l’antica dimora vuole sbarazzarsi del fantasma e la giovane Virginia, depositaria di un segreto, arrossisce quando le chiedono dove si fosse cacciata in compagnia del fantasma.
L’ultimo racconto, quello firmato dalla fantasia barocca di Poe, è intitolato “Re Peste”: ottimamente tradotto con un gioco di parole, due marinai bruttissimi si ritrovano a Londra all’epoca del re Edoardo III. I due ubriaconi finiscono in un sinistro edificio dove trovano una tavolata grottesca: di fronte ad una tinozza colma di punch, siedono sei spaventosi individui che l’arte dell’illustratore ci rende con un’efficace evidenza. L’albo è dunque illustrato in modo magistrale: la carta lucida, patinata, conferisce una sorta di torbida luminescenza ai grigi che prevalgono nelle pagine, agli sfumati, ai colori soffusi anche quando compare il colore. Inoltre la grafica sottolinea le parti più significative dei testi con un cambio di dimensione delle lettere, come se alcune parole chiave avessero bisogno di essere ingrandite in modo iperbolico: Tira più forte, informe, tradimento.
Amore e morte, cimiteri, tombe, cadaveri, fantasia e realtà, verità e bugie, tutto si mescola nelle storie della grande letteratura, rese ancora più paurose da illustrazioni che non sono realistiche, non mimano il cinema, ma conservano una forte carica allusiva, una notevole componente simbolica.
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