Come per i sostantivi, anche per gli aggettivi la grammatica italiana prevede delle partizioni e delle classificazioni che ci consentono di comprenderne meglio il significato e il modo corretto di utilizzarli: per questo cerchiamo qui di capire le differenze tra aggettivi qualificativi primitivi e derivati, quali sono e qual è il modo più corretto di utilizzarli.
Riguardo agli aggettivi qualificativi, chiamati in tal modo per marcare la distinzione con gli aggettivi dimostrativi (questo, quello...) e gli aggettivi possessivi (mio, tua, vostri...), oltre comprendere quali sono, dovremmo interrogarci sulla loro funzione e sul modo in cui vanno a influire sul sostantivo al quale sono affiancati e sull’intera frase in cui compaiono.
Aggettivi qualificativi: quali sono e che caratteristiche hanno
Possono essere considerati qualificativi la maggior parte degli aggettivi della lingua italiana (ad esclusione, come detto sopra, degli aggettivi dimostrativi e possessivi): fino alla fine dell’Ottocento l’aggettivo qualificativo era considerato una sottoclasse del nome, per questo si distinguevano il nome sostantivo (nome vero e proprio) e il nome aggettivo (l’aggettivo propriamente detto).
Gli aggettivi qualificativi sono tali perché hanno delle proprietà fondamentali, possono, infatti, essere utilizzati con funzione
- di attributo, caso nel quale vanno a specificare il significato del sostantivo al quale sono associati, modificandone il significato; ad esempio:
una pasta salata
- predicativa, caso nel quale modificano il significato dell’intera frase
la pasta è salata
Oltre alla funzione ciò che davvero caratterizza gli aggettivi qualificativi e ci permette di comprenderne il modo migliore per utilizzarli sono le classi semantiche, ovvero le caratteristiche che l’aggettivo attribuisce al referente (al nome al quale è associato), in altri termini le (classi di) qualità che l’aggettivo descrive e specifica:
- Qualità oggettive e inerenti, come
- la dimensione, ad esempio:
rettangolare, ovale, triangolare, grande, piccolo, lungo, alto, corto, profondo;
-
- l’ età, ad esempio:
sedicenne, ottantenne, nuovo, vecchio, giovane;
-
- il colore, ad esempio:
nero, bianco, rosso;
-
- le proprietà fisiche, ad esempio:
duro, morbido, pesante, umido, ruvido, forte, pulito, caldo, aspro;
la collocazione o l’origine geografica, ad esempio:
alpino, meridionale, mediterraneo, ecc.
- Qualità astratte, inerenti o non-inerenti, tra le quali:
- le qualità inerenti, come l’appartenenza etnica, nazionale, geografica, ad esempio:
arabo, curdo, svedese, italiano, europeo;
-
- le qualità non-inerenti, come le qualità intellettuali o morali, gli stati d’animo, le qualità soggettive e i giudizi di valore, ad esempio:
buono, cattivo, orrendo, perfetto, reale, strano, bizzarro, singolare, necessario, cruciale, importante, fortunato, geloso, felice, gentile, intelligente, crudele, fiero, generoso, confuso, entusiasta;
Tra gli aggettivi qualificativi è opportuno segnalare un’importante sottoclasse, quella degli aggettivi che esprimono una relazione che il nome (al quale l’aggettivo è attribuito) intrattiene con un’altra entità, ad esempio:
- una scuola statale, ovvero
- una scuola dello Stato;
Un’ultima caratteristica propria degli aggettivi qualificativi (ma non di altre classe di aggettivi come gli aggettivi dimostrativi e gli aggettivi possessivi) è che costituiscono una classe aperta: esprimono, quindi, una varietà di concetti teoricamente infinita.
Aggettivi qualificativi primitivi e derivati: quali sono e perché si distinguono
Un’ulteriore, importante classificazione che è stata tematizzata dagli studiosi di storia della lingua italiana, a proposito degli aggettivi qualificativi, è quella tra primitivi e derivati. Si tratta di una distinzione e una classificazione che assume come proprio criterio dirimente la struttura morfologica dell’aggettivo.
Sono, infatti, considerati aggettivi qualificativi primitivi quelli formati dalla sola radice e dalla desinenza o flessione e che, pertanto, non derivano da nessun’altra parola, ad esempio:
- felic-e;
- bianc-o;
- alt-o;
Gli aggettivi qualificativi derivati sono così chiamati perché sono formati da altre parole, in questo caso si aggiungono, infatti, alla radice dei prefissi o dei suffissi che vengono posti rispettivamente prima o dopo la radice e che possono anche coesistere. Gli aggettivi derivati prevedono comunque la presenza della desinenza o flessione per declinare l’aggettivo in base al genere e al numero (maschile, femminile, singolare, plurale).
Aggettivi qualificativi derivati: quali sono e come si distinguono
Come abbiamo notato nel paragrafo precedente possiamo comprendere quali sono gli aggettivi qualificativi derivati considerando la loro struttura morfologica, in essi, infatti, è sono presenti dei prefissi e/o dei suffissi che vanno a modificarne il significato, di volta in volta diverso, secondo lo specifico prefisso o suffisso che viene accostato alla radice dell’aggettivo. Vediamo ora quali sono i casi più comuni:
- i prefissi in-, dis- e s- rovesciano l’originario significato dell’aggettivo attribuendogli una valenza negativa, ad esempio:
capace → in-capace;
abile → dis-abile;
leale → s-leale;
- il suffisso -ut- indica il possesso di una qualità o di un elemento, fisico o figurato, ad esempio:
baff-o → baff-ut-o;
corn-a → corn-ut-o;
nerb-o → nerbor-ut-o;
- il suffisso -abil- (o in casi meno frequenti -ibil-) indica l’attitudine, la possibilità, la capacità di, ad esempio:
rispondere → respons-abil-e;
amare → am-abil-e;
comprendere → comprens-ibil-e;
- i suffissi -esc-, -astic-, -istic-, che indica inerenza e significa che si riferisce a, ad esempio:
novencent-esc-o;
donchisciott-esc-o;
camerat-esc-o;scol-astico;
fant-astico;
futur-istico;
Gli aggettivi qualificativi derivati possono derivare non solo da un aggettivo (caso nel quale si utilizza, nella maggior parte dei casi un prefisso o, anche, un suffisso, soprattutto per alterare il significato originale) ma anche da un nome (vedi sopra, gli aggettivi qualificativi derivati composti con i suffissi -esc-, -astic-, -istic-) o da un verbo (vedi sopra, gli aggettivi qualificativi derivati composti con i suffissi -abil-, -ibil-).
Aggettivi qualificativi alterati e composti
Anche se non sono oggetto di questo articolo, segnaliamo per completezza che oltre agli aggettivi qualificativi primitivi e derivati, si distinguono anche gli aggettivi qualificativi alterati e gli aggettivi qualificativi composti.
Gli aggettivi qualificativi alterati sono quelli che, attraverso un suffisso, esprimono particolari sfumature di significato: a questa classe afferiscono:
- i diminutivi;
- i vezzeggiativi;
- i dispregiativi;
- gli accrescitivi;
Gli aggettivi qualificativi composti sono, invece, quelli ottenuti:
- dall’unione di due aggettivi (ad esempio: agro-dolce, bianco-nero);
- dall’unione di un aggettivo e di un nome (ad esempio: multi-lingue, verde-rame);
- dall’unione di un prefisso e di un aggettivo (ad esempio: inter-nazionale, trans-oceanico, auto-sufficiente);
- dall’unione di un prefisso e di un nome (anti-uomo, anti-carro, anti-rigetto);
In quest’ultimo caso è opportuno ricordare che l’aggettivo è privo di flessione, ovvero non si declina e, quindi, rimane invariato anche se variano il genere e il numero del nome a cui si riferisce (ad esempio: la terapia anti-rigetto e le terapie anti-rigetto) mentre, invece, quando l’aggettivo qualificativo è composto da un prefisso e da un aggettivo, è provvisto di flessione e, quindi, varia in base al genere e al numero (ad esempio: la luce antiabbagliante e le luci antiabbaglianti).
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Aggettivi qualificativi primitivi e derivati: quali sono?
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