L’aggiornamento delle graduatorie d’istituto potrebbe essere effettuato permettendo così ai docenti di tirare un sospiro di sollievo. Ad accendere la speranza è la stessa Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che su Facebook spiega che potrebbe trovarsi una soluzione parlamentare a questo disagio.
Difatti, data la situazione attuale di grande emergenza, si è stabilito di non aggiornare le graduatorie d’istituto che saranno quindi lasciate invariate anche per il prossimo anno scolastico.
La decisione non è ovviamente piaciuta agli insegnanti, dal momento che anche per l’anno scolastico 2020/2021 la situazione rimarrà invariata e non apporterà miglioramenti alla loro posizione. La Ministra sembra però al lavoro per trovare una soluzione per l’inconveniente e così propone di battere la via parlamentare.
Aggiornamento graduatorie d’istituto: possibile la via parlamentare?
Nel post Facebook spiega che è impensabile di riversare migliaia di lavoratori nelle scuole per presentare le domande, ma si potrebbe accelerare per quel che riguarda la provincializzazione delle graduatorie con una modalità telematica di presentazione delle richieste.
Scrive poi la Ministra:
Per farlo serve un regolamento che ci consenta, appunto, di organizzare su base provinciale le graduatorie e di gestirle attraverso i nostri uffici territoriali, sgravando le scuole. Lo avevamo inserito nel decreto scuola dello scorso dicembre, lì c’è la norma. Ma per attuare il regolamento, come ho spiegato in altre occasioni, serve una procedura molto lunga che richiede, per legge, una serie di pareri a vari organi di controllo. Col rischio quindi di non poter garantire un regolare avvio del prossimo anno. Anche perché parliamo potenzialmente di un milione di domande.
Proprio per tale lentezza la Ministra pensa ad una norma che permetta di velocizzare la provincializzazione, in modo da permettere di aggiornare le graduatorie per il prossimo anno scolastico.
Come la stessa Ministra ammette però questa sarebbe una "deroga forte" al modo di agire e potrebbe anche non essere accettata. Inoltre i tempi per mettere in pratica una tale nuova modalità di operare potrebbero non essere sufficienti, dal momento che, come scrive la stessa Azzolina nel suo post, sarebbe necessario un primo collaudo.
La via parlamentare è una soluzione praticabile? Dalle stesse parole dell’Azzolina la proposta di cercare un decreto che permetta di velocizzare la provincializzazione è piuttosto complessa. A creare problemi sono non solo i tempi di attuazione di questo progetto, ma anche l’iter davvero fuori dal comune che si dovrebbe intraprendere per attuare una mossa del genere.
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