Il prossimo autunno il Maestro Paolo Poli, classe 1929, grande, straordinario attore e meraviglioso ottantaseienne sempre pronto a rimettersi in gioco, darà la sua voce con una lettura magistrale per fare rivivere I Promessi sposi di Alessandro Manzoni, primo romanzo moderno caposaldo della letteratura italiana.
“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi. E a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte...”.
La voce particolare dalla bella inflessione fiorentina di Paolo Poli racconta attraverso le vicende dei due innamorati, Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, la prepotenza e la prevaricazione della dominazione spagnola borbonica nel Seicento nel nostro Paese. L’elegante ironia del vate del teatro italiano è al servizio di una narrazione che è stata l’incubo di generazioni di studenti e che da adulti viene riscoperta, perché specchio dei vizi e delle virtù di noi italiani.
“Questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai”.
L’estro e l’ironia pungente del Maestro ci accompagnano lungo il racconto di personaggi irresistibili vividamente descritti nella sua opera più celebre, I promessi sposi (edito in una prima versione nel 1827, rivisto in seguito dallo stesso autore, fu ripubblicato nella versione definitiva fra il 1840 e il 1841-42).
Alessandro Manzoni (Milano, 7 marzo 1785 - Milano, 22 maggio 1873) seppe osservare, infatti, nella vita reale le reazioni, il modo di agire e di pensare degli uomini riguardo ai tempi, ai luoghi, alla condizione sociale. Don Abbondio, non nobile, non ricco, ancor meno coraggioso, si era accorto di essere in quella società come un vaso di terra cotta “costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro”. Sta tutta qui la grandiosità di quest’opera, la sua attualità e immortalità.
“Scendeva dalla soglia d’uno di quegli usci, e veniva verso il convoglio, una donna, il cui aspetto annunciava una giovinezza avanzata, ma non trascorsa...”.
Commuove la lettura di Poli nell’addio della madre a Cecilia, piccola, ennesima vittima dell’epidemia di peste che miete vittime in una Milano desolata, dove i monatti sono gli angeli neri della morte, protagonista del XXXIV capitolo del romanzo.
“Addio Cecilia! Riposa in pace! Stasera verremo anche noi, per restare sempre insieme. Prega intanto per noi; ch’io pregherò per te e per gli altri”.
Una vita dedicata all’arte quella di Poli, dagli anni Cinquanta tra palcoscenici di tutta Italia, programmi radio e tv, letture e poesie. Sempre con quel suo modo inconfondibile di essere e fare teatro, l’ironia pungente, il garbato istrionismo, la vena surreale, i momenti comici e gli splendidi giochi linguistici.
Oggi Paolo Poli, dopo quarant’anni di assenza dal piccolo schermo, torna in tv con il programma E lasciatemi divertire , in onda da sabato 20 giugno su RaiTre, per parlare di storia partendo dai sette peccati capitali. Una delle otto puntate sarà dedicata al vizio della gola e il pensiero va dritto alla lettura vivace di Poli nell’audiolibro La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi, grande successo Emons di critica e pubblico.
“Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!”
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Anteprima Emons: la superstar Paolo Poli legge I Promessi sposi
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