Andrea Pravettoni from Mantegazza - Vanzago, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons
Chiado è uno dei quartieri centrali più solari e variopinti di Lisbona; ma è anche il nome di uno dei principali poeti portoghesi, António Ribeiro Chiado.
Non è chiaro se sia stato il quartiere a dare il nome al poeta o viceversa, le opinioni al riguardo si moltiplicano e sono spesso discordi. Quel che è certo è che uno degli scorci più memorabili della città di Lisbona, Largo do Chiado, stretto tra il Bairro Alto e la Baixa, è indissociabile dal suo poeta: un’imponente statua, eretta nel 1925, di António Ribeiro Chiado domina la piazza centrale e sembra osservare le folle turisti che vagano, ora sciolti, ora uniti a frotte già pronti a disperdersi, per le strade assolate della capitale portoghese.
La statua raffigura il poeta portoghese cogliendolo in un’espressione singolare: ha un braccio levato verso l’alto, la fronte aggrottata, la bocca spalancata, sembra in procinto di dire qualcosa, teatrante sul suo personale palcoscenico. Pare un ossimoro, eppure quella di António Ribeiro Chiado è una statua “viva”, non condannata alla perenne immobilità, alla passività quasi sepolcrale delle statue in marmo, in bronzo, in pietra o di qualsiasi altro materiale adatto alla composizione statuaria. António Ribeiro Chiado sembra animarsi al centro della “sua” piazza e a chiunque si avvicini e lo osservi bene si presenta umano come uno dei calchi di Pompei che la lava vulcanica ha trasformato in “morti viventi”, opere d’arte al contempo macabre e prodigiose.
Chiado avrebbe ancora molto da raccontare - e da scrivere: ci piace pensare che osservi ancora la folla della città dalla sua posizione privilegiata. La sua vita del resto, in bilico tra realtà e leggenda, non è meno appassionante delle sue opere.
Chi era António Ribeiro Chiado
Cosa sappiamo di António Ribeiro Chiado? Che fu contemporaneo di un altro grande poeta portoghese, Luís Vaz de Camões, colui che scrisse i versi ora incisi sulla monumentale stele di Cabo da Roca. Anche la vita di Chiado, O Chiado - come era spesso chiamato, sconfina liberamente tra realtà e fantasia, a partire dal suo stesso soprannome: “Chiado” è un nomignolo che gli è stato affibbiato e letteralmente significa “malizioso”, per designare la sua personalissima attitudine allo scandalo.
Il soprannome inventato divenne il suo nome di fatto. Ma forse è proprio nella realtà che supera la fantasia nella vita sempre al limite di questo poeta satirico, giocoso, irriverente, dal passato religioso.
Chiado fu infatti frate nel convento di San Francesco di Évora, poi decise di cambiare vita: fuggì a Lisbona dove, si dice, condusse un’esistenza sregolata, sperimentando tutti i piaceri, abbandonandosi a tutti i peccati. Ce ne dà testimonianza lo scrittore portoghese Alberto Pimentel, quando scrive, a proposito di António Ribeiro Chiado:
Avrebbe così vissuto in piena libertà nella sua casa, abbandonandosi a tutti i piaceri e secondo il suo carattere e temperamento.
La biografia di Chiado è in parte contenuta nel libro di Pimentel dal titolo Obras do Poeta Chiado colligidas, annotadas e prefaciadas, scritto nel 1889.
Nella luminosa capitale portoghese il fuggitivo frate Antonio divenne poeta, componendo versi satirici e, soprattutto, commedie che riscossero un notevole successo di pubblico. Aveva grandi doti di improvvisatore, sapeva lasciarsi ispirare dalle parole e fare giochi virtuosi di retorica, veri e propri prodigi.
La poetica e lo stile di António Ribeiro Chiado
Lo stile di Chiado imitava quello tradizionale di Gil Vicente, ma vi aggiungeva una sfocatura temporale e spaziale che donava alle opere una temporalità sospesa e indefinita. I personaggi delle sue commedie utilizzavano un linguaggio popolare, questo in parte fu il motivo del successo così esteso delle sue opere: erano comprensibili a tutti e fruibili da tutti. Una delle cifre stilistiche di António Ribeiro Chiado era lo “xiar”, ovvero “la maledizione”: nelle sue opere attaccava tutti i vizi, lo flagellava, criticava la corruzione morale del suo tempo. Nonostante il suo vissuto non fosse proprio irreprensibile, ecco che nella scrittura del Chiado poeta emergeva il suo trascorso religioso tradotto nell’imperativo morale. Nella scrittura dell’autore troviamo un’aperta sfida alla corruzione giudiziaria e alle ingiustizie sociali della sua epoca.
Secondo Teófilo Braga, António Ribeiro Chiado fu anche attore di teatro e interpretò diverse commedie alla corte di re João III. Oltre a essere poeta, era un interprete di talento, specializzato nell’arte del mimo e capace di riprodurre la voce e i gesti di qualsiasi persona.
Le sue opere sono indisciplinate come lui: non presentano una regolarità metrica e abbondano di forestierismi di origine castigliana o italiana, come se Chiado improvvisasse scrivendo, proprio come improvvisava recitando.
Il suo genio fu riconosciuto mentre era in vita: si diceva che Chiado non solo sapesse fare della gente una “caricatura”, enfatizzandone vizi e peccati, ma fosse anche in grado - una volta messo in rilievo questo aspetto - di ricucire i suoi personaggi dal punto di vista morale.
La statua di Chiado a Lisbona
António Ribeiro Chiado morì nel 1591. La statua in bronzo, realizzata da Lagoa Henriques, che lo ricorda, fu installata nella parte centrale del quartiere del Chiado il 18 dicembre 1925; presenta una base di pietra di Lioz, un marmo calcareo portoghese denominato “Pietra Reale”, che si estrae nei pressi di Sintra, con cui sono stati edificati i maggiori edifici della Lisbona, dalle chiese al Monastero di Jerónimos.
Oggi Chiado ha un volto di bronzo, ma sembra sempre declamare i suoi versi nel centro di Lisbona: la sua espressività sorprende i turisti che gli si affiancano cercando di imitarne la posa. La statua resta immobile accanto, ma di certo fa tesoro della storia di ciascuno.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era António Ribeiro Chiado, il poeta di Lisbona
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