Manca un miliardo all’appello delle risorse per la scuola che dovevano essere stanziate in questa Legge di Bilancio. I soldi per il prossimo anno si fermano a 2 miliardi invece dei 3 richiesti in precedenza dal Ministro. Anche l’aumento degli stipendi dei docenti si rimane ad un incremento di sole due cifre con una maggiorazione che dovrebbe essere di 40€ lordi, irrisorio quindi se si pensa alle promesse fatte.
A destare grande polemica c’è l’assenza di nuovi finanziamenti per la ricerca e l’università che tra le voci della Finanziaria sono le grandi assenti di questo 2020.
I ricercatori in questa manovra sembrano essere i grandi penalizzati, dal momento che non sono stati stanziati dei veri e proprio fondi per la stabilizzazione dei loro posti. Tra le voci della Finanziaria sono presenti solo 2,5 milioni per la stabilizzazione dei ricercatori di Crea, ma nulla vi è per gli altri 21 enti di ricerca che non vengono neanche menzionati. Si deve ammettere che si sono fatti dei piccoli passi avanti, dato che si sono stanziati 16 milioni per gli idonei di atenei, sono state create 1.200 nuove borse di studio per la specializzazione in medicina e con 25,3 milioni è stata fondata l’Agenzia nazionale per la ricerca, ma nessun passo avanti si è fatto per moltissimi altri punti.
Se la manovra non cambierà, incrementando i fondi stanziati, per la situazione disastrosa dei ricercatori universitari del nostro Paese non si vedono grandi miglioramenti. Diverso invece il discorso per il settore scuola, dove la cifra richiesta sarebbe quasi stata raggiunta, ma comunque non risulterebbe idonea per rispettare le promesse.
Gli aumenti degli stipendi dei docenti non saranno però quelli che si era a lungo promesso e che avrebbero previsto incrementi di ben tre cifre, ma si scongiura il pericolo di una decurtazione del salario. Per il 2020 però, in base alle proiezioni della Cigl, l’aumento di stipendio sarà di soli 40€ lordi mentre si passerà ad un incremento di 70€ per il 2021. Non ci sono le tre cifre di certo e non ci saranno senza dubbio per il 2020, dal momento che per raggiungere un incremento di questo tipo servirebbero ben 660 milioni in più.
Fioramonti minaccia le dimissioni
I tre miliardi promessi dal Ministro in più occasioni non ci sono (e per essere precisi non ce ne sono neanche 2 di miliardi, dal momento che la cifra si ferma a 1 miliardo e 997 milioni) e così Fioramonti passa all’attacco. Il Ministro ha infatti dichiarato che non è intenzionato a continuare il suo percorso in caso non venissero trovati i 3 miliardi che sono necessari per un settore tanto importante com’è la ricerca.
Difficilmente però si riuscirà a trovare il mancante miliardo e i ricercatori sono sul piede di guerra, dati i 330 milioni stanziati per la creazione dell’Agenzia nazionale di ricerca.
I precari del Consiglio nazionale delle ricerche difendono così Fioramonti e in una lettera scrivono:
Zero euro agli Enti pubblici di ricerca e 300 milioni dal 2022 a una sovrastruttura politica, l’Agenzia nazionale per la ricerca, criticata dalla Corte dei Conti e dalla comunità scientifica nazionale e internazionale. Ciò di cui vi dovreste vergognare è il non aver preso in considerazione il ruolo del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, un uomo di scienza, un nostro collega, una persona che con le sue dichiarazioni (“tre miliardi per istruzione e ricerca”) aveva espresso con forza e chiarezza inequivocabili un percorso doveroso e necessario per il cambiamento del destino dell’Italia.
I precari continuano poi spiegando come l’Italia stessa li spinga ad andare all’estero, a scappare dal proprio Paese, dove non vengono pagati e soprattutto non vengono considerati.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Aumento stipendi irrisorio e università dimenticata: Fioramonti minaccia le dimissioni
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