A Roma, nei pressi di San Giovanni in Laterano, sorge una villa secentesca nota come Villa Giustiniani Massimo o Casino Massimo Lancellotti, attualmente sede della Delegazione di Terra Santa.
L’edificio venne costruito dal 1605 al 1618 per volere del marchese Vincenzo Giustiniani come dimora di svago e di riposo destinata a ospitare una parte della sua collezione di antichità. Agli inizi dell’Ottocento la villa divenne di proprietà del marchese Carlo Massimo e, pochi decenni dopo, passò infine ai Lancellotti.
Sotto la proprietà della famiglia Massimo, tra il 1818 e il 1829 le sale al pianterreno del Casino furono interamente decorate dai Nazareni, poliedrico gruppo di pittori tedeschi giunti a Roma intorno al 1810 e già apprezzati nella Capitale per aver affrescato una sala di Palazzo Zuccari, residenza del console prussiano Jacob Salomon Bartholdy. Il termine “Nazareni” fu utilizzato in riferimento allo stile di vita devoto e spirituale di questi pittori che, in polemica con gli insegnamenti accademici allora in voga, desideravano seguire l’esempio dei maestri del passato e porre l’arte al servizio di propositi religiosi e morali.
Per decorare gli ambienti interni della villa i principali esponenti del gruppo ripresero la pittura del primo Rinascimento e trassero ispirazione dai testi più emblematici della letteratura italiana: la Commedia di Dante Alighieri, l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e la Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso.
La stanza dedicata alla Commedia dantesca fu inizialmente affidata a Peter von Cornelius, che ne eseguì i disegni preparatori. Nel 1819, tuttavia, l’artista lasciò l’Italia e si trasferì a Monaco per lavorare al servizio di Ludovico di Baviera. Il suo posto fu allora preso da Philipp Veit, che eseguì la decorazione del soffitto con il Paradiso, e da Joseph Anton Koch, che affrescò sulle pareti alcuni episodi narrati nell’Inferno e nel Purgatorio. Franz Horny dipinse, invece, le ghirlande di fiori e di frutta.
Tra il 1822 e il 1827 Julius Schnorr von Carolsfeld si occupò dell’ampia stanza centrale, dedicata al capolavoro di Ariosto.
Johann Friedrich Overbeck affrescò nella terza stanza gli episodi più lirici del poema del Tasso. Nel 1827, alla morte del committente, il pittore abbandonò il progetto e Joseph von Führich fu incaricato di portare a termine le ultime decorazioni della sala.
Il complesso ciclo pittorico dei Nazareni, ricco di fascino e di vivacità, costituisce ancora oggi un tesoro nascosto e poco conosciuto di Roma, imperdibile per tutti gli amanti dell’arte e della letteratura.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Arte e letteratura al Casino Massimo Lancellotti: stanze dedicate ai grandi autori
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